Lo sfogo

"Poveri sindaci: non sentiamo applausi (e non li vogliamo) e veniamo etichettati come sceriffi"

Il primo cittadino di Santa Maria Hoè lo ha pubblicato su Facebook.

"Poveri sindaci: non sentiamo applausi (e non li vogliamo) e veniamo etichettati come sceriffi"
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Il caso dello striscione contro i sindaci sceriffi (al quale l'Amministrazione Bernocco ha prontamente risposto), ha lasciato il segno nel morale dei primi cittadini che hanno trascorso un complicato weekend a controllare che non si verificassero assembramenti. Tra loro c'è sicuramente Efrem Brambilla di Santa Maria Hoè, che per altro ha registrato proprio nel suo territorio diverse infrazioni.

Lo striscione e l'amarezza dei sindaci "sceriffi"

Oggi, lunedì 11 maggio 2020, a bocce ferme, il primo cittadino di Santa Maria Hoè si è lasciato andare a un lungo sfogo sulla sua pagina Facebook. Lo riportiamo integralmente:

Poveri Sindaci. Ricordo bene quando siamo stati attaccati da diverse persone perché abbiamo sospeso il carnevale. Ricordo anche di come molti di noi ad inizio emergenza sono stati definiti allarmisti. Poveri Sindaci.  Ancora ricordo di come noi Sindaci ci siamo spesi per spiegare a tutti quanti decreti che nemmeno noi avevamo scritto. Su Facebook, su whatsapp... Restare fermi, anche con persone che a volte cercavano di fare pressioni, di forzare per ottenere una risposta di comodo. Ma noi no, abbiamo sempre detto quello che le disposizioni generali consentivano, prendendoci diverse volte le aggressioni verbali di coloro che non volevano rispettare le regole. Nell’emergenza epidemiologica abbiamo riempito tutti i vuoti, ciò che mancava e ci siamo caricati sulle spalle questa emergenza. Ciò che mancava a livello istituzionale lo abbiamo messo in campo, per l’amore che proviamo per il nostro paese. Abbiamo attivato un nuovo sistema, nuovi servizi alternativi per i nostri cittadini, che amiamo. Cercando di istituire alternative valide. Perché pensiamo sempre ai disagi che possono vivere i nostri cittadini. Spesa a domicilio per tutti, farmaci, numeri utili, nuovi servizi, piattaforme online. Ci siamo messi subito a servizio dei malati di Coronavirus, delle loro famiglie, di coloro che erano in quarantena. Abbiamo sostenuto i nostri concittadini che a causa di questa emergenza si sono trovati in gravi difficoltà economiche in forme diverse ed abbiamo ascoltato ed aiutato tutti. Nell’emergenza non abbiamo mai dimenticato nessuno. Abbiamo cercato di stare vicini a tutti quanti. Di certo non è stato facile e siamo stati talvolta ugualmente criticati e messi a confronto con altre realtà diverse. Abbiamo ricevuto centinaia di legittime segnalazioni ogni giorno e siamo interventi con senso di equità e giustizia. Ci siamo coordinati con le autorità sanitarie, forze dell’ordine, con la Prefettura ed abbiamo fatto squadra. Siamo intervenuti direttamente più volte sul campo in situazioni difficili ed in tutte le emergenze. Sopperendo a tutte le mancanze a tutte le lacune. Ci siamo presi la responsabilità di questa emergenza epidemiologica ed abbiamo coordinato tutto. Con aperture graduali e controllate, con senso di responsabilità. Per evitare al massimo nuovi contagi e permettere una via d’uscita sicura dall’emergenza. Poveri Sindaci. Oggi invece, dopo tutto quello che è successo, non sentiamo applausi (che di certo non vogliamo) e veniamo etichettati come Sceriffi.
Efrem Brambilla, sindaco di Santa Maria Hoè

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