Mercoledì mobilitazione dei precari della scuola. Nel Lecchese sono quasi 1300
"Questa mobilitazione avviene in seguito alla decisione del Governo di avviare, in un contesto di emergenza sanitaria, lo svolgimento delle prove del concorso straordinario e, a seguire, di un maxiconcorso con oltre 500.000 candidati"
Una mobilitazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori precari della scuola il prossimo 14 ottobre, nel pomeriggio alle 16.30, davanti alla Prefettura di Milano (largo 11 settembre 2001 Corso Monforte angolo Via Vivaio) con presidio e iniziative che avverranno nel pieno rispetto delle misure di distanziamento vedrà la partecipazione anche dei sindacati lecchesi. Lo annunciano con una nota congiunta Cgil Lecco, Cisl Monza Brianza Lecco e Uil Lario. Nel Lecchese i precari della scuola sono 1269.
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Mercoledì mobilitazione dei precari della scuola
"Questa mobilitazione avviene in seguito alla decisione del Governo di avviare, in un contesto di emergenza sanitaria, lo svolgimento delle prove del concorso straordinario e, a seguire, di un maxiconcorso con oltre 500.000 candidati - si legge nel documento unitario - Questi concorsi non produrranno alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre esporranno la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi e al rischio che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono, siano esclusi dalla partecipazione al concorso”.
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30% di organico occupato da lavoratrici e lavoratori precari
“Ormai da mesi viviamo una condizione di assenza generale di disponibilità al confronto da parte del Ministero rispetto alle parti sociali, con il risultato che sul fronte delle assunzioni si è registrato un vero fallimento delle misure annunciate (circa 24 mila posti assegnati a fronte degli 84 mila previsti) e per quanto riguarda le supplenze continuano i disagi determinati dai ritardi e dagli errori nelle graduatorie. Oggi il lavoro nelle scuole poggia anche sul 30% di organico occupato da lavoratrici e lavoratori precari che operano con professionalità e serietà, rispetto ai quali si è abusato del ricorso al contratto a termine senza mai offrire loro alcuna possibilità di abilitazione o di stabilizzazione”.