La commovente lettera di Carlo Gilardi: "Invecchio, chiedo scusa a tutti"
Aveva toccato il cuore degli airunesi - e non solo - lo scritto che era stato appeso al cancello della sua abitazione nel mese di gennaio di quest'anno, poco prima dell'esplosione della pandemia da Covid.
"Invecchio. Chiedo scusa a tutti". Aveva toccato il cuore degli airunesi - e non solo - la commovente lettera che il professor Carlo Gilardi, la cui storia è stata portata alla ribalta dal servizio di ieri sera del programma Le Iene di Italia Uno, aveva appeso al cancello della sua abitazione nel mese di gennaio di quest'anno, poco prima dell'esplosione della pandemia da Covid.
Un gesto intriso di tristezza
Lo avevamo incontrato, un po’ ricurvo sulla sua bicicletta davanti all’hospice il Nespolo di Airuno, vicino alla chiesa, dove era andato a trovare i malati, e ci aveva riaccompagnati verso casa sua che si trova proprio davanti al municipio. Ed è proprio lì, al cancello della sua abitazione, che il professor Carlo Gilardi, 89 anni, lo scorso mese di gennaio aveva affisso una lettera scritta in una calligrafia minuta e impeccabile, con la quale aveva chiesto scusa ai suoi concittadini perché stava invecchiando e non sarebbe più in grado stato di essere al servizio della comunità.
La commovente lettera di Carlo Gilardi
«E’ mio dovere morale avvertire che ormai, data l’età e che sono in cammino verso i 90, il mio stato psico-fisico va sempre più degradandosi e pertanto non sono più una persona affidabile, ammesso e non concesso che lo fossi in passato – aveva scritto nella lettera – Il mio udito si è affievolito, la vista è carente, la schiena curva, la memoria subisce dimenticanze, la voglia di lavorare è ridotta, il passo rallentato, la scrittura si abbruttisce e molti altri difetti mi sono quotidiani. Chiedo perciò scusa per ogni mia eventuale mancanza e la vostra gentile comprensione oltre che il necessario perdono. Sono diventato un essere inutile e aspetto solo il felice giorno del mio trapasso». Una lettera intrisa di tristezza, ma che lasciava trasparire anche una lucidità e una sensibilità che contrastano quanto scritto dal professore, quasi a nascondere una richiesta di compagnia oppure più semplicemente una consapevolezza sempre più profonda del tempo che passa.
Abitava da solo in una casa spoglia
Sempre lontano dalle attenzioni e dalle luci della ribalta, il professor Gilardi, che ingiustamente si definiva inutile (pochi mesi prima aveva donato al Comune l’area Gilardi Pizzagalli Magno, ovvero il parco che si trova davanti all’asilo comunale) nella sua abitazione di Airuno si muoveva tra libri e giornali che affollavano la sala. Abitava da solo, in un ambiente spoglio dove non accendeva mai il riscaldamento, anche in inverno. Durante il giorno si dedicava alla cura degli animali, alla lettura e alle visite in chiesa o all’hospice.
Un uomo di grande cultura
Poliglotta, conosce cinque lingue tra cui il latino e quando ci aveva parlato dei suoi libri si era letteralmente illuminato. «Ma “nemo ad impossibilia tenetur” (nessuno è tenuto a fare cose impossibili, ndr) – ci aveva detto sorridendo – Anche il tempo per leggere e conoscere è limitato». Il professore ha insegnato alle scuole di ragioneria dopo aver studiato agraria a Milano e aver lavorato un po’ in giro per il mondo tra Svezia e Ferrara seguendo le coltivazioni di barbabietole. «Ma alla fine ho sempre voluto tornare qui, nella mia Airuno dove ho ricevuto tanto bene che spero, prima della fine, di poter ricambiare. Almeno un poco». Dove sia oggi, nessuno lo sa. E Le Iene hanno lanciato un appello per ottenere informazioni su di lui, chiedendo agli spettatori di mandare una mail all'indirizzo vogliamonotiziedicarlo@gmail.com