Politica

Elezioni Monticello Brianza, Forza Italia insidia la Hofmann e la Lega si infuria

Ha scatenato un'ondata di polemiche e ha reso tesi gli animi tra le segreterie provinciali del centrodestra, l'articolo pubblicato quest'oggi dal Giornale di Merate

Elezioni Monticello Brianza, Forza Italia insidia la Hofmann e la Lega si infuria
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Elezioni Monticello Brianza in versione polveriera. Ha scatenato un'ondata di polemiche e ha reso particolarmente tesi gli animi tra le segreterie provinciali di Forza Italia e Lega l'articolo pubblicato quest'oggi dal Giornale di Merate (CLICCA QUI per leggerlo integralmente) relativo all'intenzione degli Azzurri di dar vita a una lista di disturbo per insidiare l'attuale sindaco e presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann.

Elezioni Monticello, Forza Italia insidia la Hofmann

Le parole di Domenico Senesi, referente di Forza Italia a Monticello, rilasciate al Giornale di Merate di questa settimana, hanno fatto trapelare tutto il malcontento degli Azzurri - e pure di Fratelli d'Italia - nei confronti del Carroccio, che negli equilibri provinciali ricoprirebbe una posizione di eccessiva forza secondo l'opinione degli alleati, con il sindaco della seconda città della provincia (Massimo Panzeri a Merate), la presidenza di Villa Locatelli (Hofmann, che tuttavia non ha nessuna tessera di partito seppur molto vicina al sottosegretario regionale leghista Mauro Piazza) e con l'intenzione ventilata dallo stesso Piazza di tentare la candidatura a sindaco alle prossime elezioni della città di Lecco.

Il titolo dell'articolo del Giornale di Merate di oggi

«Nn vogliamo fare guerra a nessuno - ha affermato Senesi - Se il sindaco Alessandra Hofmann si ricandiderà, come ha già annunciato, noi siamo anche pronti a sostenerla come partito. Se sarà solo sindaco, però, non anche presidente della Provincia».

Tradotto: la Lega molli la presidenza di Villa Locatelli nel 2025 e lasci spazio a Forza Italia e Fratelli d'Italia, altrimenti ecco pronta una lista di disturbo proprio a Monticello, con un effetto domino che in realtà già sta avvenendo, con gli Azzurri vicini a rompere il patto nel centrodestra a Merate sostenendo la lista di Dario Perego. (come per altro ha ribadito Antonio Conrater sempre sul Giornale di Merate di oggi).

La reazione della Lega

Apriti cielo. La reazione della segreteria provinciale della Lega è stata durissima e il numero uno del Carroccio lecchese Daniele Butti ha diffuso in mattinata un comunicato stampa decisamente poco tenero nei confronti di Forza Italia.

Daniele Butti e Matteo Salvini

“Rimango sbalordito e avvilito nel leggere questo articolo oggi, in primis perché il presidente della Provincia deve essere un sindaco eletto, quindi necessariamente Alessandra Hofmann dovrebbe essere sindaco, poi perché ricordo ancora oggi il lavoro fatto con i coordinatori di FI e FdI all’epoca per arrivare ad una candidatura unitaria e possibilmente vincente. Alessandra è la presidente della Provincia dalla coalizione di centrodestra voluta da sindaci ed amministratori della nostra Provincia. Da parte della Lega Salvini Premier resta immutata la fiducia nei suoi confronti, resta immutata la scelta fatta nel 2021 di averla alla guida della Provincia. L’ottimo lavoro della coalizione ha portato allora ad averla come nostra rappresentante, trovo assurdo ed irresponsabile, anche nei confronti dei nostri elettori, mettere in discussione quella vittoria del centrodestra e la figura della Presidente Hofmann, tantopiù con un pubblico ricatto elettorale. Ribadisco a tutti un concetto chiaro: l’avversario politico non è nella coalizione” ha affermato Butti.

A stretto giro è giunta una precisazione di Senesi, che proprio questa mattina, dopo la pubblicazione dell'articolo, si è confrontato con il direttivo provinciale dei berlusconiani. "Forza Italia è in coalizione, stiamo lavorando per la lista ma siamo sicuri che la presidente, proveniente dalla nostra area politica, possa sicuramente tenere in considerazione Forza Italia. Ancora ad oggi non c’è nulla di ufficiale".

Tutti gli scenari restano insomma apertissimi. E l'incendio divampato quest'oggi tra gli alleati - o presunti tali - del centrodestra è ancora lontano dal potersi spegnere.

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