Cisano Bergamasco

Buoni spesa? No, elemosina. Un altro sindaco polemizza con Conte

Durissimo lo sfogo di Andrea Previtali.

Buoni spesa? No, elemosina. Un altro sindaco polemizza con Conte
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I buoni spesa promessi dal premier Conte nella conferenza stampa di ieri, sabato 28 marzo, sono risultati indigesti a diversi sindaci. E' il caso di quello di Merate, ma anche di quello di Cisano Bergamasco, che ha rivolto al presidente del Consiglio un messaggio carico di rabbia dalla sua pagina Facebook.

"Non ci serve l'elemosina"

"Complimenti al premier Conte. Una conferenza stampa alle 19.40 del sabato sera per illudere le persone e far incazzare ancora di più i sindaci! - ha scritto Andrea Previtali, borgomastro di Cisano - Per chi non conosce i bilanci comunali... Premier e Ministro hanno annunciato che anticiperanno (e non daranno) ai comuni soldi a loro dovuti (e, per molti, anche già tagliati) e che distribuiranno 400 milioni totali da dividersi tra tutti i comuni italiani per generi alimentari alle persone in difficoltà. Fate due conti... e scoprirete che arriveranno briciole. Meglio di niente, per l'amor del cielo. Ma i sindaci e i comuni, che sono in prima linea in questa emergenza, non hanno bisogno dell'elemosina. HANNO BISOGNO DI COSE CONCRETE!!!".

Buoni spesa? No, tamponi e ossigeno

E' un fiume in piena Previtali nel criticare il messaggio del premier Conte. "Qui nella Bergamasca questa conferenza fa ancora più male: mancano dpi, tamponi, medici, ossigeno, aiuti concreti, personale e ci mandate qualche euro. Un insulto ai sindaci e ai cittadini. A fare i conti della serva saranno circa 6 euro a cittadino (qualcosa meno per quelli del nord visto che saranno distribuiti in base agli indici di povertà dei territori), a conferma che avete usato la diretta tv per annunciare l'ennesimo provvedimento di presunta immagine che scaricherà sui sindaci altri problemi, aumentando la tensione sociale. Caro premier, caro ministro, qui in Bergamasca ci sono sindaci che vanno fisicamente a ritirare mascherine in ogni dove, pagate ovviamente con donazioni, soldi nostri o dei comuni; qui ci sono sindaci che coordinano in prima linea progetti di solidarietà e che possono contare su aziende, volontari, cittadini che donano tempo, disponibilità e risorse per il territorio; qui ci sono volontari del soccorso e della protezione civile impegnati da un mese e ormai esausti; qui ci sono sindaci che fanno di tutto e di più e che sono in prima linea h24. Senza distinzione politica, tutti impegnati a fare il meglio per i nostri cittadini. Lo fanno, lo facciamo perché siamo il riferimento dei nostri cittadini. Gli specchietti per le allodole non ci servono. Ci servono tante cose concrete. Non l'elemosina. Avete illuso la gente, che avrà altre delusioni dopo i dolori, le angosce, le sofferenze, le restrizioni, le tante domande sulla gestione dell’emergenza".

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