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Allarme prezzi: ortofrutta 40 volte l’inflazione

Trezzi: “Difficoltà nell’export e chiusura di mense e ristoranti alimentano le speculazioni. Ma mele e patate registrano aumenti significativi: + 4% e oltre, mentre l’inflazione è in discesa dello 0,1%”

Allarme prezzi: ortofrutta 40 volte l’inflazione
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Dalle mele alle patate, l’aumento dei prezzi per i consumatori ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione è un pericoloso segnale di allarme sullo sconvolgimento in atto sul mercato di frutta e verdura. Lo rileva Coldiretti nel sottolineare che le difficoltà nelle esportazioni e la chiusura delle mense e dei ristoranti alimentano speculazioni con compensi che in molti casi non coprono neppure i costi di produzione degli agricoltori.

 

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Allarme prezzi: ortofrutta 40 volte l’inflazione

“E’ un fenomeno preoccupante per il territorio, perché a guadagnarci non è certo l’agricoltura che, anzi, già nelle prime settimane dell’emergenza ha dovuto fare i conti con ripetuti tentativi di speculazione, come nel caso del latte, coi tentativi di rimodulare il prezzo al ribasso mentre, in realtà, i consumi aumentavano” osserva Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti lariana. “Sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a marzo, si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa aumenti sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%”.

Secondo un’analisi Coldiretti/Ixè, quasi 4 aziende ortofrutticole su 10 sono in difficoltà anche per il cambiamento delle modalità di acquisto, con aumenti mensili di spesa variabili dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati, che non hanno compensato le perdite per l’export e nella ristorazione.

Sostenere il Made in Italy

“Per aiutare il tessuto produttivo locale e sostenere il Made in Italy – dichiara Trezzi – il nostro consiglio è di acquistare direttamente dagli agricoltori. Nelle due province di Como e Lecco sono oltre 50 le aziende della rete Campagna Amica, fra produttori e cuochi contadini, che hanno attivato il servizio di consegna a domicilio della spesa e dei pasti per garantire a tutte le famiglie il consumo di cibo genuino, gustoso e a Km zero. Ma anche nei negozi di alimentari e nei centri della grande distribuzione occorre privilegiare l’acquisto di prodotti nazionali, facendo attenzione all’origine in etichetta”.

La situazione è difficile per molte aziende agricole, alle prese anche con la carenza di manodopera stagionale. Per garantire la disponibilità di forza lavoro che si preannuncia quanto mai incerta nella campagna 2020, Coldiretti ha varato la piattaforma web “Job in Country” autorizzata dal Ministero del Lavoro e raggiungibile dal sito www.coldiretti.it, che offre ad imprese agricole e lavoratori un luogo di incontro prima virtuale e poi sul campo.

“Ma per consentire lo svolgimento dei lavori agricoli ai tanti cassaintegrati, studenti e pensionati italiani che si sono già fatti avanti, è necessaria al più presto una radicale semplificazione dei voucher in agricoltura, finalizzata non certo a destrutturare il mercato del lavoro agricolo ma a combattere le difficoltà occupazionali e continuare a garantire le forniture alimentari in un tempo in cui le restrizioni alla mobilità e le chiusure delle frontiere mettono a rischio l’arrivo di migliaia di braccianti stranieri e le raccolte dei prossimi mesi” conclude Trezzi.

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