L'ennesima vergogna

Tombe allagate al cimitero

Dopo il caso del corteo funebre giunto al camposanto senza che lo scavo fosse pronto, un altro episodio che mostra un servizio a dir poco lacunoso a Casatenovo

Tombe allagate al cimitero
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Tombe allagate, bare sommerse d'acqua, lapidi ricoperte di fango e il rispetto per i defunti che sembra essere stato dimenticato.

Quello che si è verificato al cimitero di Casatenovo nei giorni scorsi e raccontato in esclusiva dal Giornale di Merate in edicola questa settimana, è l'ennesimo episodio che dimostra come i servizi cimiteriali casatesi siano a dir poco lacunosi.

Tombe allagate al cimitero di Casatenovo

E' una situazione che ha dell'assurdo quella dei cimiteri di Casatenovo, dove dopo l'increscioso episodio del corteo funebre giunto al camposanto senza che la buca fosse pronta e quello del trasporto di un feretro con una carriola da muratore sotto gli occhi attoniti dei cittadini al cimitero di Galgiana, si sono verificati nuovi disguidi.

A seguito del maltempo della scorsa settimana, infatti, alcune famiglie casatesi si sono trovati a dover fare i conti con una scoperta inquietante: l’acqua era penetrata nelle fosse, sommergendo le bare.

A denunciare il fatto agli uffici comunali e alla nostra redazione è stata Giada Marin, figlia dello storico giostraio Achille Marin, morto lo scorso mercoledì 20 settembre. «Con il maltempo le bare e le lapidi sono finite invase dal fango con l'acqua che è filtrata all'interno».

Un problema diventato evidente proprio nella mattinata di lunedì scorso. «Dovevano seppellire una signora accanto al marito, ma quando hanno aperto la lapide hanno trovato la bara dell'uomo, precedentemente sepolto, completamente sommersa dall'acqua. Chiaramente la moglie non è stata tumulata e ora la famiglia dovrà far spostare anche il marito, perché non lo si poteva lasciare lì, sommerso».

Giada Marin aveva già segnalato la situazione in Comune, fin dalla settimana dopo la sepoltura del padre, ma la risposta che le è stata data ha fatto tutto meno che confortarla. «Mi hanno detto di farlo cremare o di spostarlo in un altro Comune, ma questo non era il desiderio di mio padre.  Non meritano di essere trattati così» si è sfogata la donna, che non esclude di procedere per vie legali contro l'Amministrazione comunale di Filippo Galbiati.

Il servizio completo sul Giornale di Merate in edicola questa settimana (QUI in edizione digitale)

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