Il nuovo Papa

Don Antonio Colombo, casatese missionario in Perù: "La processione in pandemia è ancora negli occhi di questa gente"

Il casatese don Antonio Colombo, 84 anni, da 18 missionario in Perù dopo una prima esperienza in Zambia e da 15 parroco di Huacho

Don Antonio Colombo, casatese missionario in Perù: "La processione in pandemia è ancora negli occhi di questa gente"
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«Io avevo scommesso sul cardinale Zuppi, il mio vescovo su Prevost. Ha vinto lui, ma sono felicissimo di aver perso perché avere un Papa peruviano è qualcosa di veramente speciale per questa terra e per questa gente».

E’ al settimo cielo don Antonio Colombo, 84 anni di Casatenovo, da 18 missionario in Perù dopo una prima esperienza in Zambia e da 15 parroco di Huacho, cittadina vicina alla capitale Lima, per l’elezione a pontefice di Robert Francis Prevost, che come lui ha vissuto un lungo periodo in missione proprio nel Paese andino.

Don Antonio Colombo, casatese missionario in Perù: "La processione in pandemia è ancora negli occhi di questa gente"

«Nel 2019, quando era vescovo di Chiclayo, è stato ospite da noi per la Settimana della Teologia, anche se non posso dire di averlo conosciuto in senso stretto - racconta don Antonio - Lui qui in Perù ha lasciato un segno profondo, è stato un vescovo di strada, vicino agli ultimi, con grande capacità di ascolto e infatti qui siamo tutti felicissimi per la sua nomina».

 

Robert Prevost (primo da sinistra) a pochi passi da don Antonio Colombo, primo da destra nella foto

 

Un sacerdote, ora Papa, che ha saputo integrarsi perfettamente in una realtà difficile come quella del Perù. «E’ un Paese con tanti problemi, ma anche con una dignità e una voglia di riscatto non comuni - prosegue don Antonio - Prevost è un peruviano vero, non conta solo quello che c’è scritto su un documento, lui ha saputo capire veramente questa terra e sono certo che trasferirà la sua esperienza missionaria anche nel suo pontificato. Negli occhi e nei cuori dei peruviani c’è ancora l’emozione di averlo visto, durante i mesi della pandemia, infondere speranza con il Santissimo tra le mani in una processione celebrata tra le strade completamente vuote».

E tra le immagini che spuntano in questi giorni, molte riguardano proprio la sua permanenza in Perù. «A me, riguardando le foto che stanno girando in questi giorni, fa molta tenerezza vederlo mangiare la comida con le mani, proprio come fanno qui, un segno di grande umiltà e semplicità. Io alcuni piatti non riesco ancora ad assaggiarli, sono rimasto ancora un po’ troppo italiano, lui sicuramente è un po’ più peruviano di me».

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