UNA STORIA VERA

Francesco Ceniti e Gianluca Di Marzio raccontano "Nel nome di Denis"

Il ricavato del libro del giornalista cernuschese sosterrà la missione di padre Biella

Francesco Ceniti e Gianluca Di Marzio raccontano "Nel nome di Denis"
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Francesco Ceniti e Gianluca Di Marzio raccontano "Nel nome di Denis".

«Avevo voglia di far conoscere ciò che è successo a un ragazzo di nome Denis. Un 27enne a cui, in una lugubre serata di 33 anni fa, è stata strappata brutalmente la possibilità di vivere e di giocare a calcio».

Francesco Ceniti, Gianluca Di Marzio e Luca Marelli a Cernusco

Sabato pomeriggio al cineteatro San Luigi è andata in scena la presentazione del nuovo libro dello scrittore e giornalista della Gazzetta dello Sport, il cernuschese Francesco Ceniti alla presenza di Gianluca Di Marzio, giornalista Sky e autore del libro «Grand Hotel Calciomercato» e Luca Marelli, avvocato, ex arbitro di serie A e opinionista della rubrica della moviola su Dazn.

A rivolgere un saluto ai presenti è stato anche il sindaco Gennaro Toto, che ha ricordato ai giovani l’importanza di praticare sport e di svolgere una vita sana.

"Nel nome di Denis", la vera storia di Bergamini

Intitolato «Nel nome di Denis», il romanzo di Ceniti racconta la verità sul caso dell’ex calciatore del Cosenza Donato Bergamini.

«Denis era un giovane promettente di 27 anni - ha raccontato Francesco Ceniti ai presenti - un centrocampista complice della promozione del Cosenza in serie B. La sua fama però è dovuta anche alle controversie sulla sua morte, inizialmente archiviata come suicidio e poi rivalutata come presunto omicidio per mano della sua ex fidanzata Isabella Internò».

Il 18 novembre 1989 Bergamini fu trovato morto sulla strada statale 106 Jonica nei pressi di Roseto Capo Spulico in provincia di Cosenza. All'epoca il decesso sembrava fosse avvenuto per suicidio: infatti, secondo le testimonianze, Bergamini si sarebbe buttato tra le ruote di un camion, che l'avrebbe trascinato per circa 60 metri, a causa di un litigio con l’ex fidanzata. L'indagine fu archiviata ma, a distanza di vent'anni, l'ipotesi di suicidio non è mai stata ritenuta credibile: il corpo non presentava nessuna ferita compatibile con questa versione e non era sporco di fango, nonostante la pioggia e le pozzanghere presenti sul luogo dell’incidente.

«Io ho conosciuto Denis - ha raccontato Gianluca Di Marzio - Pensava solo a due cose: a giocare a calcio e a vivere, non abbiamo mai creduto all’ipotesi di suicidio. Mio padre Gianni è stato suo allenatore ai tempi del Cosenza, io ero spesso in trasferta con il team e nel pullman con i ragazzi. Avevo solo 15 anni e per loro ero diventato una mascotte, parlavo e mi confidavo con Denis: la notizia della sua morte è stata una batosta».

Una battaglia alla ricerca della verità

Ceniti ha presentato a ventaglio tutte le ragioni che il padre di Denis, Domizio Bergamini, ha sostenuto per dimostrare l’omicidio, una battaglia ereditata poi dalla sorella Donata Bergamini alla ricerca della verità.

«L’ipotesi di suicidio è sempre stata scartata - ha continuato Ceniti - Amici, familiari, compagni e conoscenti non hanno mai creduto alla versione dell’ex fidanzata. Dopo anni di ricerche si è arrivati alla conclusione che quando fu investito, Bergamini era già morto. L’autopsia ha evidenziato un chiaro segno di soffocamento, probabilmente con un sacchetto di plastica. Sono state rinvenute nel corpo anche tracce di alcool che hanno provato come Bergamini fosse stato prima addormentato e stordito con il cloroformio, poi soffocato e gettato dalla macchina. A testimonianza di tutte queste ipotesi è stato svolto anche un esame con la glicoforina».

Ad attirare l’attenzione del pubblico è stato l’intervento dell’ex arbitro e avvocato Luca Marelli: «Legalmente posso dire che più passa il tempo e più è difficile stabilire il colpevole. Sicuramente a livello processuale non è un caso semplice e bisogna procedere in maniera molto accurata, per questo la scelta dell’avvocato è fondamentale. Per mettere un punto a questa tremenda storia però è necessaria una confessione, senza quella sarà molto difficile arrivare a una verità definitiva, ma si avrà solo una verità processuale».

Un po' di calcio con Gianluca Di Marzio

A chiudere l’incontro è stato Gianluca Di Marzio che ha ricordato le scomparse degli ultimi giorni nel mondo del calcio: quella dell’ex calciatore e allenatore Sinisa Mihajlovic e quella del giornalista Mario Sconcerti. Non sono mancate poi le domande sul calciomercato e su vari aspetti del gioco, compresi il ruolo dell’arbitro e quello del Var.

Infine è stato possibile acquistare i libri di Ceniti e Di Marzio, il cui ricavato verrà devoluto al progetto Fuoristrada della parrocchia di Cernusco, a favore di padre Carlo Biella in Mozambico.

 

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