L'urlo della piazza di Merate: "No alla guerra"
"Siamo qui per chiedere ai governi di restituire potere alla forza delle parole e non rassegnarsi alla logica delle armi e della violenza"
Una piazza gremita come da anni, complice anche la pandemia che ci ha investito, non si vedeva. Uomini, donne, giovani e meno giovani, bambini di ogni età: nessuno è voluto mancare questa sera, mercoledì 2 marzo 2022 al presidio per la pace promosso da una quarantina di associazioni del Meratese, che si è svolto in piazza Prinetti a Merate. Una manifestazione sotto l'insegna dei colori dell'arcobaleno che sventolavano sulle bandiere della pace, ma anche del giallo e del blu, le "tinte" dell'Ucraina, terra martoriata dal sanguinoso conflitto scoppiato nel cuore del nostro continente. Dopo il commovente evento che si è svolto nel pomeriggio a Osnago centinaia di brianzoli, hanno fatto "quadrato" e si sono uniti all'unisono in una sola, accorata, pressante richiesta: "No alla guerra".
L'urlo della piazza di Merate, "No alla guerra"
A coordinare testimonianze e interventi, alternati da momenti di lettura e canti, sono stati Cristina Mazza responsabile Amnesty e don Davide Serra, coadiutore di Merate.
"Solo un breve ringraziamento prima di tutto a voi che avete deciso di uscire di casa e venire, anche dai pesi limitrofi, in questa piazza di Merate, centro simbolico della nostra città per dite insieme il nostro No alla guerra. - ha esordito Mazza - Crediamo che essere qui sia una scelta importante perchè testimonia la forte condivisione di un valore fondamentale e prioritario che supera ogni appartenenza e ci restituisce alla nostra comune umanità: la pace. Per questo ringraziamo tutte le associazioni che hanno voluto pubblicamente metterci la faccia aderendo alla proposta di questo presidio, coinvolgendo i propri soci, dando un volto fatto di giovani, adulti, anziani, uomini e donne a un territorio che non abbiamo mai sentito così ricco di attività sociali, sportive, culturali, educative. Un grazie anche alla Amministrazione comunale e al Questore che hanno permesso l'organizzazione un po' improvvisata di questo presidio".
Sogni spezzati
"Oggi tanti di noi, su invito di Papa Francesco, hanno deciso di digiunare: molte persone nel mondo hanno digiunato come in altri giorni della loro vita, molti hanno dovuto digiunare costretti da questa nuova, terribile guerra nel cuore dell'Europa - ha proseguito la responsabile di Amnesty - Tante persone in Ucraina stanno perdendo i propri familiari e i propri amici e cercano di proteggere i propri figli nelle cantine e nelle gallerie dalla metropolitana o di salvarli in fuga verso i confini quando avevano immaginato per loro una vita serena, fatta di giochi all'aria aperta o di sogni realizzati".
"Ridare centralità al valore della pace"
"Il nostro essere qui, stasera, vuole essere un gesto condiviso di testimonianza - ha concluso - per ridare centralità al valore della pace, per chiedere ai governi di restituire potere alla forza delle parole e non rassegnarsi alla logica delle armi e della violenza, per dire che non siamo indifferenti alla sofferenza degli altri e alla violazione dei loro diritti".