Tesori nascosti

Alla scoperta di Villa Sommi Picenardi... e del suo fantasma! FOTO

Un luogo in cui si intrecciano scorci suggestivi, eleganza e mistero.

Alla scoperta di Villa Sommi Picenardi... e del suo fantasma! FOTO
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Una giornata alla scoperta di Villa Sommi Picenardi, con i suoi splendidi giardini all’italiana, la cappelletta affrescata dal Legnanino e le sue storie in cui nobiltà e mistero si intrecciano.
Un vero e proprio gioiello olgiatese, terminato a cavallo tra il ‘600 e il ‘700, che abbiamo avuto la possibilità di visitare domenica 27 settembre accompagnati da una guida d’eccezione, l’insegnante di scuola primaria ed ex sindaco Dorina Zucchi, appassionata di storia locale e grande conoscitrice della villa e dei suoi segreti.

Il giardino all'ingresso di Villa Sommi Picenardi

Prima tappa della visita, lo splendido giardino all’ingresso della villa, con i suoi alberi particolari ed imponenti. Dopo averci mostrato un cipresso americano, il cui tronco in sofferenza riprende letteralmente vita dalle proprie propaggini che si abbassano fino al livello del terreno, la guida si è concentrata sul platano del record, vero fulcro del giardino: «Quest’albero è alto più di 33 metri e ha un tronco dalla circonferenza di 9 metri. Ha la chioma più folta d’Europa ed è così imponente perché è effetto da elefantiasi. Aveva un gemello, a pochi passi di distanza, ma con le sue dimensioni lo ha soffocato fino a farlo morire e le sue lunghe radici hanno addirittura rovinato il pavimento del salone». Ad abbellire il giardino, con prato tagliato all’inglese, anche carpini, cedri, un cipresso caldo, un suggestivo cedro dell’Himalaya, un acero giapponese e uno stagno decorato da statue.

La villa neoclassica

«La parte rustica, che dà origine al nucleo del paese conosciuto come “Ulgià vech”, risale al ‘400 circa e ora ospita degli appartamenti in affitto. La parte signorile era rialzata e aveva una torre d’avvistamento, mentre la villa venne ampliata intorno al 1678 dalla famiglia Sala: presenta una struttura a L neoclassica, sul genere della Villa Reale di Monza, ma mantiene alcuni elementi del Barocchetto lombardo, soprattutto nella lavorazione dei balconi e nei dettagli dell’orologio. Quest’ultimo è decorato dallo stemma della famiglia Sommi e della famiglia Picenardi (un unicorno e una torre): fu Paolo, bisnonno dell’attuale marchesa Ilaria, a ricevere la villa in dono da Gerolamo Sala e la moglie, Donna Mina Sala Trotti. Sotto una scritta latina ripresa delle Odi di Orazio recita “Quest’angolo di terra ci sorride più di qualunque altro”, a riprova della consapevolezza della famiglia Sommi Picenardi del valore del luogo in cui sorge la villa» spiega ancora Dorina Zucchi.

Il giardino all'italiana più suggestivo d'Europa

Una breve visita all’anticamera e al teatrino (il resto della casa non è visitabile in quanto ancora abitato dalla famiglia), al labirinto di bosso e alla cappelletta dedicata ai Santi Ambrogio e Galdino, per poi ammirare la vera punta di diamante di villa Sommi Picenardi: il giardino all’italiana più antico e meglio conservato d’Europa, per il quale la marchesa Ilaria nel 2016 volò in Inghilterra, dal principe Carlo, proprio a rappresentare questa suggestiva tipologia di giardini. Una grande cura per il dettaglio, rigorose proporzioni e simmetrie e una fontana con giochi d’acqua portano alla scalinata a mosaico che conduce al belvedere, con una balaustra in arenaria e una nicchia decorata con statue e conchiglie: è questo il vero centro della villa, che ospita anche matrimoni, e che è fonte di grande orgoglio per tutti gli olgiatesi.

Personaggi illustri a Villa Sommi Picenardi

Leggende misteriose, esoterismo e ospiti illustri sono gli altri ingredienti che rendono “magica” e suggestiva una visita a Villa Sommi Picenardi.
Come spiegato dalla guida Dorina Zucchi, sono tanti i personaggi celebri che nel corso degli anni hanno soggiornato nella villa, situata lungo l’omonimo viale, o che hanno sfruttato i suoi splendidi saloni per fiction e videoclip musicali.
Facendo un passo indietro nella storia fino alla seconda metà dell’Ottocento tra i primi ospiti illustri spicca il nome di Margherita di Savoia. «Vi è traccia di una visita ufficiale - spiega la guida - ma la regina Margherita in realtà soggiornò in questa villa in diverse occasioni con la propria dama di compagnia, forse per sfogarsi con l’amica Donna Mina dei tradimenti di suo marito, il re Umberto I».
Negli anni ‘80 del Ottocento ospite della villa fu invece il maestro lucchese Giacomo Puccini, amico dei compositori Amilcare Ponchielli e Antonio Carlos Gomes e del proprietario di casa e compositore, a sua volta, di polke e brani d’intrattenimento, Marco Sala. Proprio nel teatrino di Villa Sommi Picenardi la casa discografica Ricordi fece un’audizione a Puccini e grazie a una colletta organizzata dagli amici il compositore riuscì a portare in scena, al teatro Dal Verme di Milano, l’opera-ballo in due atti «Le Villi».
In tempi più recenti la musica è tornata a far risuonare nuovamente le mura della tenuta con il video musicale «La Gioconda» del rocker Piero Pelù, ospitando poi anche alcuni ciak dello sceneggiato Mediaset «L’onore e il rispetto» con Gabriel Garko.
A far visita ad Alessandra, la madre della marchesa Ilaria e dei suoi fratelli Dado e Azzurra, negli anni Novanta fu invece la principessa Margaret d’Inghilterra, grande appassionata di fox terrier, razza di cani allevata con cura e maestria della padrona di casa.

... ma anche un fantasma!

Sulla villa aleggia però anche un intrigante alone di mistero, legato soprattutto al culto dei morti e all’esoterismo. Sembra infatti che donna Mina fosse una medium e organizzasse sedute spiritiche; durante una di queste si sarebbe persino palesato un fantasma, il “fantasma della villa”. Stando ad una leggenda, si tratterebbe di un pirata antenato della famiglia Sommi Picenardi, che avrebbe ottenuto il titolo di marchese depredando delle barche sul Po. Un’altra versione sostiene invece che ad aggirarsi indisturbato per le stanze del piano superiore della villa sarebbe invece il fantasma di Donna Mina, che avrebbe trovato rifugio in una stufa e che in diverse occasioni gli abitanti ne abbiano sentito lo sportello scricchiolare, seguito da un rumore di lunghe vesti che strisciano sul pavimento.
«E’ un fantasma buono» sostengono le guide e le persone vicine alla famiglie. Quel che certo è che finora il fantasma, che sia dell’astuto pirata o della medium Donna Mina, non si è mai palesato durante una visita aperta al pubblico, spaventando qualche anziano o, peggio, qualche ignara giornalista.

L'opera del Legnanino nella Cappella

Si respira tanta arte all’interno di Villa Sommi Picenardi, soprattutto nella cappella privata dedicata ai Santi Ambrogio e Galdino.
La cappella, eretta nel 1702, fu fortemente voluta da don Ambrogio Sala, che in quegli anni era parroco nella parrocchia di San Raffaele a San Babila a Milano.
Proprio a lui si deve anche l’affresco che decora la volta della struttura, che nel 2015 venne attribuito al pittore settecentesco Legnanino, al secolo Stefano Maria Legnani. L’artista frequentava proprio la parrocchia milanese dove prestava servizio don Ambrogio e non poté rifiutare la richiesta del religioso di abbellire la cappella di famiglia.
L’affresco, la cui paternità è rimasta anonima per secoli, è stato attribuito al Legnanino, uno dei maggiori interpreti lombardi del passaggio dal Barocco al Barocchetto, grazie agli attenti studi della storica dell’arte Alessandra Di Gennaro, che hanno poi portato alla pubblicazione, anche grazie alla collaborazione con la Pro Loco di Olgiate, di un volume. «Si sta cercando di capire se anche gli affreschi delle lunette appartengono alla stessa mano ma ci vorrà del tempo - ha spiegato la guida Dorina Zucchi - Anche nella chiesa di Pagnano di Merate c’è un suo quadro, ma l’affresco a Villa Sommi Picenardi testimonia che il Legnanino fu proprio in questi luoghi».

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