Riconosciuto il martirio dopo l'uccisione in un rito satanico. Ora suor Maria Laura Mainetti sarà beatificata
La sua uccisione è avvenuta nel 2000.
Ieri, venerdì 19 giugno 2020, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione a promulgare il Decreto su suor Maria Laura Mainetti (al secolo Teresina Mainetti), religiosa professa delle Suore Figlie della Croce. La Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto il martirio della donna. La notizia è stata accolta dal suono delle campane nelle comunità di Villatico di Colico (località in Provincia di Lecco) dove suor Mainetti è nata, e a Chiavenna (paese in Provincia di Como), luogo del suo martirio. Oggi, sabato 20 giugno, alle 12.00, tutte le campane delle chiese della Diocesi di Como suoneranno a festa.
Suor Maria Laura Mainetti beatificata: la gioia della diocesi comasca
“La Diocesi di Como accoglie con gioia la notizia di questo importante riconoscimento da parte della Chiesa universale. È forte il senso di responsabilità: siamo testimoni e custodi delle molte tracce di santità che caratterizzano la storia millenaria della nostra Diocesi. In questi ultimi nove anni abbiamo vissuto la canonizzazione di san Luigi Guanella (23 ottobre 2011) e le beatificazioni prima dell’arciprete Nicolò Rusca (21 aprile 2012) quindi di madre Giovannina Franchi (20 settembre 2014). Lo scorso novembre è stato riconosciuto il miracolo del medico missionario comboniano padre Giuseppe Ambrosoli. Ora il martirio di suor Maria Laura. È un percorso che si arricchisce dei tanti “santi della porta accanto” di cui le nostre comunità sono ricchissime”.
La storia della religiosa
Teresina Mainetti nacque a Colico il 20 agosto 1939, decima figlia di mamma Marcellina e papà Stefano. Fu uccisa il 6 giugno 2000 (nell’anno del suo quarantesimo di professione religiosa) a Chiavenna, al termine di un rituale satanico (ispirato da quella data così evocativa, il 6 del 6 del nuovo millennio). «Eccomi! Signore, perdonale»: questa la frase pronunciata da suor Laura mentre veniva colpita.
“Della tua vita devi fare una cosa bella per gli altri”. Questo invito, rivoltole ancora giovanissima da un sacerdote durante la confessione, Teresina lo abbracciò come progetto di vita. A 18 anni entrò nella Congregazione francese delle Figlie della Croce: nell’agosto 1959 emise i primi voti come suor Maria Laura e nel 1960 fece la professione perpetua a La Puye, casa madre della Congregazione. Dedicò la sua vita alla missione tra i bambini, i giovani e le famiglie, a Vasto (Chieti), Roma, Parma, fino ad approdare a Chiavenna nel 1984: qui, nel 1987, divenne anche superiora della comunità. Le consorelle la descrivono come “instancabile e serena, sempre pronta a rimboccarsi le maniche quando scopriva una qualunque situazione di difficoltà”. Si firmava sempre per esteso: suor Maria Laura, Figlia della Croce. Pochi mesi prima della morte scrisse a una consorella: “Ti auguro di cercare e trovare Gesù tra i poveri e nella quotidianità… Sarai felice davvero”. Una sensibilità particolare suor Maria Laura l’ebbe per giovani. In uno dei suoi scritti si esprimeva così: “I giovani sono poveri… Sì, perché spesso sono disorientati, sradicati, plagiati, soffocano un grido di vita inespresso… Sento l’urgenza di accompagnarli e di chiedere aiuto a Gesù, perché non hanno punti di riferimento”.
Sul luogo del martirio di suor Maria Laura fu posta una croce in granito (tutt’oggi ben visibile) che reca la scritta evangelica “Se il chicco di grano non muore, non porta frutto”. Da subito tanti si sono recati lì in preghiera e, nel marzo 2019, la salma di suor Laura è stata traslata dal cimitero di Chiavenna alla cappella di san Giovanni Nepomuceno, nella Collegiata di San Lorenzo