Storie in quota: i gestori del rifugio Bignami si raccontano
«Il nostro compito, oltre a riempire le pance degli ospiti, è anche quello di insegnare come comportarsi in montagna»
«Storie in quota»: i gestori del rifugio Bignami si raccontano. Una storia d'amore nata a Barzago e radicata al rifugio Bignami.
La storia d'amore di Giovanni Tavernaro e Francesca Manenti, coniugi e gestori del rifugio Bignami in Valmalenco è molto particolare e affasciante. I due si sono raccontati il 17 febbraio 2023 in aula civica a Barzago, durante la seconda serata della rassegna «Storie in quota».
A organizzarla, il Comune di Barzago, la Biblioteca, il gruppo escursionistico «Mai Secch» e l’associazione BZG, che si occupa di pianificare alcuni eventi del territorio.
«Storie in quota», gli ospiti della seconda serata
«La vita a 2400 metri», questo il titolo della conferenza a cui hanno assistito decine di cittadini del circondario. Tra i moltissimi presenti c'erano anche il sindaco Mirko Ceroli, il vicesindaco Michele Bianco e i consiglieri Isaco Mamputu, Alessandro Crippa e Mattia Decio, che ha moderato la serata.
Dopo una breve introduzione, in cui la responsabile della Biblioteca Milena Magni ha letto qualche riga tratta da «Il passo del vento» di Mauro Corona e Matteo Righetto, ai due ospiti è stato chiesto di raccontare la loro storia.
Tavernaro è originario di San Martino di Castrozza, nel Trentino orientale, dove fin da piccolo si è affacciato al mondo della montagna. «Ho avuto la fortuna di trascorrere la mia infanzia a contatto con scalatori e alpinisti», ha detto. Manenti è invece nata in un contesto cittadino, ma quando lui le ha proposto di raggiungerlo è stata felice di farlo. «Sono sempre stata amante della montagna, per questo mi sono licenziata e abbiamo iniziato a vivere una bellissima esperienza».
La vita al rifugio Bignami
In seguito alla scelta di allontanarsi da casa per un’ulteriore crescita, i due coniugi si sono iscritti a numerosi bandi per poter ottenere la gestione di un rifugio, e nel 2021 il CAI di Milano li ha contattati chiedendo loro la disponibilità per il rifugio Bignami.
Le titubanze e i dubbi sulla buona riuscita del progetto sono ben presto svaniti, sostituiti dall’amore per la Valmalenco e dal grande quantitativo di persone che sostano al rifugio. «Speravamo di riuscire a pagare i dipendenti e il CAI – hanno spiegato sinceri - non ci aspettavamo questo grande flusso di persone».
Il Bignami è la loro casa da aprile a novembre. «Il nostro compito, oltre a riempire le pance degli ospiti, è anche quello di insegnare come comportarsi in montagna», hanno aggiunto, assicurando che è importante essere umili. «Noi dovremmo imparare a non aggredire chi arriva in ciabatte, ma chi viene da noi dovrebbe essere pronto ad ascoltare i nostri consigli».
Uno spunto per riflettere
Tra le diverse domande poste da Decio, una in particolare ha dato vita a una riflessione sull’attualità. Alla richiesta di una loro percezione del cambiamento climatico, gli ospiti hanno spiegato che lo scorso anno il ghiacciaio fossile della zona è arretrato di più di 10 metri e che anche le nevicate sono un indicatore da considerare. «Io sono nato in casa perché in quel giorno del 1979 c’erano 3 metri di neve e non si poteva uscire – ha aggiunto Tavernaro - Oggi invece quando diciamo che ha nevicato tanto si tratta di 10 centimetri».
Tra aneddoti, risate e dettagli della vita ad alta quota, la serata è volta al termine. Il prossimo evento della rassegna dedicata alla montagna si terrà il 12 maggio e vedrà ospite la musicista e alpinista Natalia Ratti.