Serie B

Il derby lariano finisce a reti inviolate

I blucelesti abbandonano Como con un punto e qualche rimpianto generato da due legni colpiti

Il derby lariano finisce a reti inviolate
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Posta divisa equamente nel derby del Lario cadetto: parità, proprio come l’ultimo precedente in Serie B (3 giugno 1973, all’epoca finì 1-1). Un risultato di 0-0, quello maturato al Sinigaglia, che rende giustizia ad un match nell’insieme equilibrato, pur con qualche rimpianto da sponda bluceleste, con i due legni colpiti (da Crociata nel primo tempo, con successiva occasione colossale fallita da Lemmens, e Caporale nella ripresa) che ancora gridano vendetta. Una punta di amaro, comunque inidonea a cancellare il dolce sentore di un derby disputato a testa alta dalle Aquile, condito da un finale in crescendo. Il tutto, al cospetto di un Como tonico per la prima ora di gioco, a tratti spumeggiante, ma sprecone e appagato nelle battute conclusive.

Il pre-derby: le scelte

Chiazze arancioni generate dai lampioni limitrofi allo stadio tinteggiano la cornice comasca; il nero dell’ora del derby avvolge anche lo spicchio di lago visibile dalla tribuna, alla sinistra della curva, cuore pulsante del tifo biancoblu. Illuminato ad effetto giorno è soltanto lui, il Sinigaglia: verso il suo manto convergono tutte le attenzioni di due città. Ad alimentarle, scelte di formazione peculiari su entrambi i fronti. Ad un Como formato Fabregas con bussola sempre più rivolta all’offensivismo (tre mezzepunte, Verdi, Da Cunha e Chajia a supportare il terminale Cutrone), risponde a tono la scaltrezza del duo Bonazzoli – Malgrati, deciso a togliere riferimenti all’avversario attraverso qualche accorgimento sulla consolidata ossatura degli ultimi tempi: fuori Buso dall’undici di partenza, spazio a Lepore esterno sinistro nel tridente offensivo, con Sersanti perno di mediana a completare il menu del giorno.

Più Como, ma l’occasione d’oro è delle Aquile

Il calore dell’ambiente si immischia con la gelida aria novembrile di Como, dal canto suo squarciata da sistematiche folate di vento, che premono quasi quanto la spinta della tifoseria di casa; un connubio dal sapore complesso per gli ospiti, comodi alla tavola del derby ma ancora troppo timidi per dire la loro. Così, basta una combinazione comasca sul settore di destra, con sfera giocata allo scattante Chajia per suscitare un brivido ma il destro dell’ala biancoblu è bloccato senza affanni da Saracco. Il Como appare tonico, deciso a tarpare le ali alle Aquile ad ogni tentativo di impostazione dal basso; e quando gli spazi sono intasati, il pertugio lo si individua a suon di estro e tocco di palla, Verdi docet; l’ex Bologna e Napoli s’incunea tra la retroguardia bluceleste e colpisce in diagonale ma Saracco devia lateralmente. Una prima frazione fino a questo momento esente da picchi di marca bluceleste pare cambiare volto all’improvviso. Il cronometro tocca la mezz’ora, il Lecco conquista una punizione, Lepore tocca in orizzontale per Crociata, che architetta una conclusione promettente, la deviazione di Curto ne indirizza la traiettoria sul palo e sulla ribattuta Lemmens, solo a porta spalancata, spedisce incredibilmente a lato. Ancora con il disappunto dipinto sul volto, gli uomini di Bonazzoli architettano una trama pericolante nella propria area di rigore; la costruzione dal basso, giunta sui piedi di Celjak, si infrange per mano di Sala, che riconquista palla, progredisce verso l’area ma, una volta entratoci, calcia sull’esterno della rete. Supremazia numerica comasca nelle occasioni, insomma, ma quella di Lemmens, per sostanza, le vale tutte.

Lecco abbonato ai legni: derby senza vincitori né vinti

Il ricevimento del derby annovera molti invitati ma all’appello ne mancano ancora due, finora appostati nell’anticamera del match: Patrick Cutrone e Andrija Novakovich sono i loro nomi. Dopo aver tastato il terreno mediante una volée spentasi sul fondo in prossimità dell’intervallo, il primo citato sguscia alle spalle della difesa rivale ad inizio ripresa e incrocia con il destro, sibilando il palo. Risponde a tono il centravanti di passaporto statunitense; liberatosi dell’uomo in dribbling, ingaggia il duello con Semper ma quest’ultimo è glaciale e respinge. La diligenza bluceleste nel coprire il campo rimane intatta anche di fronte al triplo cambio di marca comasca, che proietta tra le file biancoblu interpreti del calibro di Gabrielloni e Kone. Contromisure blucelesti all’artiglieria pesante coincidono con l’ingresso di Marrone per l’ammonito Bianconi e con la rivoluzione offensiva: Eusepi rileva un affaticato Novakovich, Buso dà il cambio a Degli Innocenti. E proprio il numero 99 bluceleste alimenta un’azione che porta in cascina un corner, scodellato sul primo palo per la testa di Caporale, agile nell’elevazione, sfortunato nell’esecuzione: la palla si stampa in pieno sulla traversa, come a Cremona. Mani nei capelli per il terzino bluceleste ma è già tempo di rintanarsi; piove un cross dalla destra, Celjak nel rinviare centra in pieno Gabrielloni ma Saracco si accartoccia sulla sfera. Da un fronte all’altro, il Lecco spaventa i padroni di casa con Buso, involontariamente lanciato da una spizzata comasca ma troppo leggero nella conclusione, facile preda di Semper. Scoccano i sette minuti di recupero, il Lecco rimane in agguato ma manca nuovamente il colpo del KO, questa volta con Eusepi, che in piena area conclude tra le braccia dell’estremo difensore rivale. Senza più colpo ferire, il derby si avvia verso una conclusione che appare ai più ormai scontata, e che di fatto si materializza: pari a reti bianche.

Il tabellino di Como - Lecco

COMO – LECCO 0-0

COMO (4-2-3-1): Semper; Curto, Barba, Odenthal, Sala (33’ st Ioannou); Bellemo (17’ st Kone), Abildgaard; Da Cunha (17’ st Iovine), Verdi (17’ st Gabrielloni), Chajia (40’ st Cerri); Cutrone. A disp. Vigorito, Solini, Blanco, Rispoli, Vignali, Cassandro, Mustapha. All. Fabregas.

LECCO (4-3-3): Saracco; Lemmens (37’ st Giudici), Celjak, Bianconi (26’ st Marrone), Caporale; Degli Innocenti (30’ st Buso), Sersanti, Ionita; Crociata, Novakovich (26’ st Eusepi), Lepore. A disp. Bonadeo, Tordini, Battistini, Pinzauti, Boci, Di Stefano, Agostinelli, Galli. All. Bonazzoli.

ARBITRO: Rapuano di Rimini.

AMMONITI: Bianconi (L), Kone (C), Sersanti (L), Gabrielloni (C).

Federico Pozzoni

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