MOTORI

Dal garage di casa ai box della Formula 4, Luca Di Modugno insegue il suo sogno

Il ventenne di Santa Maria Hoè collabora con diversi team professionistici: la sua passione dei motori è di famiglia. "La gara più bella vinta è con papà"

Dal garage di casa ai box della Formula 4, Luca Di Modugno insegue il suo sogno
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Il coraggio delle scelte da introiettare in una strategia, che a volte può valere il successo di una gara, di una stagione o addirittura di una vita. Tutto spostato di pochi secondi, con l’adrenalina a muovere i fili di una passione che è anche energia, entusiasmo, scoramento, delusione e insanabile poesia.

Luca Di Modugno in Formula 4, gli inizi con papà Roberto

Luca Di Modugno ha fatto della sua passione per i motori un piano di vita, intercettando come nei tornanti di una pista la propria direzione. Dal garage di casa a sporcarsi le mani sulla monoposto di papà Roberto alle prime gare, che oggi hanno portato Luca a collaborare in qualità di meccanico professionista in team di Formula 4 e non solo.

luca di modugno accanto alla monoposto
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In piedi alla vettura Luca Di Modugno

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luca di modugno con filippo fiorentino
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Luca Di Modugno con il pilota di Formula 4 Filippo Fiorentino

a sinistra luca di modugno, al centro filippo fiorentino pilota di formula 4
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luca di modugno accanto alla monoposto
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Il suo è un nome diventato usuale nel motorsport, di colui che la gavetta ne ha formato tempra e carattere a soli vent’anni. “La mia passione per i motori è di famiglia – racconta Luca Di Modugno – perché già con mio nonno e mio papà si andava all’Autodromo di Monza per la Formula 1. Ma poi crescendo tutti i giorni ci andavo, ricordo che ai tempi delle scuole superiori era il mio posto fisso, uscivo da scuola e prendevo il Besanino, scendevo a Biassono a piedi e arrivavo all’autodromo. Il 2019 è stato l’anno in cui ho iniziato a lavorare in questo campo, seguivo già mio papà con le sue gare di Formula Junior: imparai molto in quel periodo, cercando di studiare quello che facevano gli altri, rubando qualche trucco del mestiere”.

Nel 2020 la svolta professionale. “Dovevo fare uno stage di alternanza scuola-lavoro e ho conosciuto nella circostanza un team di Lissone, l’Emotion Motorsport. Fatto sta che ci sono rimasto ben tre anni lavorando sui prototipi e avendo l’opportunità di crescere tanto, anche personalmente. L’anno scorso, appena finito l’esame di maturità, ho deciso di aprire la partita Iva e da lì ho iniziato a prestare varie collaborazioni. Se sono dove sono oggi devo ringraziare anche l’Enaip di Lecco che mi ha aiutato tanto e insegnato molto e poi anche l’Ipsia di Monza dove ho svolto l’ultimo anno con i corsi serali, dove alla fine si impara sempre qualcosa”. Attualmente, sono tre i team a cui il meccanico di Santa Maria Hoè ha legato il suo presente: l’Af Corse di Piacenza di Amato Ferrari, che l’anno scorso vinse la 24 ore di Le Mans, la Cram Motorsport di Erba in Formula 4 e l’Harp Racing di Binasco, la scuderia dove corre Alberto Fontana, per tutti Naska, pilota automobilistico e anche youtuber. “Sono esperienze che mi stanno gratificando molto – dice Di Modugno – In questi campionati lavori con il pilota, c’è un contatto più diretto a livello di macchina e quindi è molto diverso da quella che può essere la Formula 1. Non si lavora solo sui motori, ma anche sulla sospensione, sul telaio e il compito è un po’ quello di controllare che rimanga tutto insieme, che la macchina risponda alle esigenze del pilota e alle sollecitazioni su pista. Il confronto con gli altri colleghi? C’è chi fa questo lavoro da una vita e io sono solo agli inizi. Se vuoi imparare devi essere disposto ad ascoltare, dare una mano e metterti in secondo piano per il bene del team. E poi io sono uno che chiede sempre: non dimenticherò mai il mio primo weekend in pista, con il Master Tricolore Prototipi a Imola, la prima volta in un team professionale ad assorbire qualsiasi cosa facessero”.

Dal garage di casa ai circuiti più iconici d'Italia ed Europa

Un lavoro di ebbrezza infinita, tra i circuiti più iconici d’Italia e quelli d’Europa, ma anche di sacrifici non indifferenti. “Sono una persona che si fida poco, devo sempre ricontrollare tutto e trovare qualcosa da migliorare. Quando finisce il turno di lavoro penso e ripenso alla vettura, spesso trovo qualche difetto e sono ancora lì a lavorare, di solito se hai nel mezzo un turno di prove la mattina seguente capita di lavorarci anche di notte. Quando sono a casa invece non riesco a non parlare di motori, è una grande passione e non posso farci niente. Anche se mi costa grandi sacrifici: quando ho iniziato a sedici anni i miei amici se ne andavano in discoteca il weekend o semplicemente andavano in giro. Io no, o a lavorare sulle macchine o a letto presto per la gara di domenica. La cosa più difficile di questo lavoro è stare in giro per il mondo, a volte anche per venti giorni di fila: non vedere la tua famiglia o banalmente non dormire nel letto di casa tua sono cose che ti mancano, a volte senti l’esigenza di riallinearti al tuo nido ma lo accetti comunque, perché è la tua passione e non puoi farne a meno. È un ambiente dove si stringono anche amicizie e io fortunatamente mi trovo bene un po’ con tutti. La cosa molto strana è aver incontrato piloti, ingegneri e meccanici che ho sempre guardato in tv, magari alla 24 ore di Le Mans, e un giorno ti ritrovi con loro, qualcosa di incredibile. Con chi ho legato di più? Penso a Filippo Fiorentino, il mio pilota di Formula 4, e poi un amico oltre che essere un pilota, vale a dire Rocco Mazzola”.

"Con papà la gara più speciale vinta"

Dentro l'abitacolo papà Roberto, in piedi il figlio Luca

A rendere magico il mondo delle corse una parola che descrive lo stato d’animo più alto di tutti: la vittoria. “Vincere è la cosa più bella, è una sensazione bellissima. Hai fatto il tuo lavoro appieno e tutto è andato bene, soprattutto per merito del pilota ma anche tu hai messo del tuo. È una soddisfazione impagabile. Finora in carriera ho vinto una decina di gara, una bella è stata a Spa ma la più speciale è quella con mio papà a Varano, così improvvisa che non ce l’aspettavamo”.

Michael Tassone

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