Da Missaglia ai Mondiali di calcio femminile, la prima volta di Sofia Cantore: "Sento la vicinanza del mio paese"
Intervista alla calciatrice lecchese dal ritiro di Auckland in Nuova Zelanda: il servizio completo è in edicola da domani, martedì 1° agosto, sul Giornale di Merate
Il sorriso di una ragazza e lo sguardo pieno di vita, proiettato sul futuro. Tutto da scrivere, tutto da vivere. La storia di Sofia Cantore è la storia del talento sconfinato e dell’azzurro che torna sempre. Da quello candido e innocente delle nazionali giovanili a quello intenso della nazionale maggiore. L’azzurro dell’Italia, la meta più bella e il punto d’arrivo di una piccola stella nel firmamento del calcio mondiale.
Sta vivendo emozioni fortissime la 23enne di Missaglia che in queste settimane è tra le protagoniste dell’Italia ai Campionati del mondo di calcio femminile. Un piccolo grande sogno per Sofia che si è ritagliata finora uno spazio importante nelle gerarchie del commissario tecnico Milena Bertolini. Sabato scorso i 90 minuti nella sfortunata sconfitta azzurra con la Svezia e prima ancora il debutto vincente contro l’Argentina negli ultimi 20 minuti grazie al gol vittoria di Cristiana Girelli.
L'esordio con l'Argentina: "Ho provato un mix di emozioni"
Venti minuti. Tanti o pochi sono quelli serviti alla missagliese per calcare per la prima volta il terreno di gioco di una partita così importante e speciale. Di un mondiale. Anche a distanza di giorni il ricordo di quelle sensazioni che hanno accompagnato il suo ingresso in campo è più che vivido. “L’emozione è stata grandissima – racconta Sofia Cantore al telefono, direttamente dal quartier generale di Shepherds Park ad Auckland in Nuova Zelanda – Essere qui, al mondiale, è già di per sé emozionante ma fare l’esordio lo è ancora di più. Ho provato un misto di emozioni contrastanti: sapevo che potevo entrare visto che la ct mi aveva mandato a riscaldare a fine primo tempo, però poi quando mi ha chiamata per entrare era come se l’ansia e la pressione mi frenassero a scendere in campo. Però c’era anche voglia di giocare e ho vinto l’emozione cercando di entrare e fare il più possibile. Sono stata contenta della mia prestazione, di solito non sono mai soddisfatta ma avevamo vinto e questo bastava”.
Da Missaglia ai Mondiali, come la trama di un film
Come un film, dall’oratorio del proprio paese al Mondiale. Da Missaglia è nata la storia di Sofia. Gli anni nella squadra della parrocchia, il trampolino di lancio nel Fiammamonza verso il calcio che conta con la Juventus a rappresentare il suo punto di riferimento. Le stagioni in prestito al Verona, alla Florentia e al Sassuolo e poi di nuovo in bianconero. Nel mezzo la nazionale: l’U17, la 19 e la nazionale maggiore. “In questi giorni sento la vicinanza di Missaglia – dice Sofia - sui social vedo i commenti che mi fanno i ragazzi e le persone che conosco del mio paese, sono cose che fanno piacere. Ho tirato i primi calci lì, nell’oratorio del mio paese, sono legata a tante persone che mi hanno visto crescere e fare quello che poi ho fatto. Sento la vicinanza delle mie origini e questo mi fa solo che felice”.
L'intervista completa vi aspetta sul nuovo numero del Giornale di Merate in edicola da domani, martedì 1° agosto
Michael Tassone