Egregio direttore, a proposito di Festa dell’albero a Casatenovo.
Tanti anni fa, nel 1959, a scuola piantammo degli alberi, erano solo 4. La maestra organizzò una specie di gara. I primi 4 di una corsa, 5 giri attorno alla scuola, avrebbero avuto l’onore di piantare e successivamente curare le 4 piantine. Oggi naturalmente sarebbe diseducativo affidare alla forza fisica questo onore e giustamente si organizza un momento collettivo. Arrivai 4° e, altro aspetto diseducativo, mi toccò un pioppo, mentre gli altri avevano 3 conifere. Dopo 3 anni le 3 conifere morirono (primi cambiamenti climatici?).
Poi, finite le elementari, ogni volta che passavo, per anni, vedevo la piantina crescere e diventare un alberello. Purtroppo la scuola della mia frazione fu chiusa per scarsità di alunni (primi fenomeni di decrescita della popolazione popolazione). E poi, abbandonati i locali al degrado, anche la ” mia ” pianta morì. Confesso che ne soffrii.
Da allora ogni volta che vedo una pianta morta, mi ritorna in mente il mio pioppo. Spero, quindi, che ai ragazzi/e che hanno partecipato alla piantumazione rimanga un qualcosa di amore verso le piante. Per concludere vorrei che anche i nostri Amministratori, quando vedono le piante morte, pensino a compensare con nuove essenze. Quando devono far potare le piante pensino a non farle capitozzare. Magari piantare una pianta per ogni (sempre meno) nuovo nato… oppure almeno una per tutti con indicato l’anno. E tante altre cose che riguardano la gestione del verde pubblico… da affidare ad un agronomo, staccato dalle aziende appaltatrici.
Noto nella nuova Giunta un’attenzione maggiore sui temi ambientali, a partire dal nome. Chi vivrà vedrà.
Vincenzo Campanella