Lettere al giornale

Qualità dell'aria: bisogna ripartire, sì, ma verso qualcosa di nuovo

Contributo dell'associazione Colli Briantei.

Qualità dell'aria: bisogna ripartire, sì, ma verso qualcosa di nuovo
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Da alcune settimane i resoconti sulla qualità dell’aria nel nostro territorio danno costantemente un giudizio di “moderata qualità”. Tutto questo in una primavera senza pioggia, almeno fino a questi giorni. Si tratta di una discontinuità rilevante rispetto ai dati del passato: da anni a questa parte, dalla bassa padana sino alla fascia pedemontana, si è sempre oscillati tra valori primaverili che qualificavano l’aria come scadente o pessima. La Pianura Padana, per diversi motivi, è da tempo la zona d’Europa con i peggiori livelli di smog, con il maggior numero di decessi per problemi respiratori e con il maggior numero di patologie respiratorie (per limitarci ad un esempio, a Milano la media di bambini con problemi di asma è il 28%, contro una media nazionale del 13%). Alcuni studi ipotizzano che la scarsa qualità dell’aria sia un altro dei motivi per cui la covid-19 qui ha avuto gioco più facile. Sarebbe opportuno cogliere la triste occasione offerta dall’epidemia per avviare una riflessione e fare quello che la politica negli scorsi anni non ha avuto la volontà o la forza di fare: prendere seriamente in considerazione anche le altre emergenze con cui conviviamo (senza tutto il clamore che accompagna il virus). In primo luogo, la crisi ecologica. Nei giorni di lockdown – con metà degli addetti comunque al lavoro – il solo ‘smart working‘ (pur senza infrastrutture tecnologiche ed organizzative adeguate) ha riguardato più di 2 milioni di italiani e sembra aver inciso significativamente, anche nel nostro territorio, sui volumi del traffico veicolare.
Molto si può fare, spronando la politica e limitando un sistema economico basato su interessi di corto raggio. Gli studi e report scientifici prodotti in questi giorni parlano di incentivare il lavoro agile, incrementare il numero di mezzi elettrici, favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta, il car sharing e l’uso di mezzi pubblici. La scelta non può essere tra morire di fame o morire gasati dal biossido di azoto. Bisogna ripartire, sì, ma verso qualcosa di nuovo. Ci siamo mobilitati – politica, scienza, cittadini – per contenere l’emergenza “coronavirus”, possiamo iniziare a ragionare e impegnarci allo stesso modo, ora, anche sulle altre, non meno gravi, problematiche da affrontare?
Associazione Colli Briantei

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