Lettere al Giornale

Poveri pendolari meratesi e bergamaschi

Chi è il “colpevole” che ha messo mano al tecnologico sistema che governa i semafori?

Poveri pendolari meratesi e bergamaschi
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Gentile redazione di Prima Merate,

in questi giorni i pendolari che ogni mattina si mettono in macchina verso il Meratese da Brivio (stesso copione poi a fine giornata per rincasare) sono costretti a fare i conti con una “piaga” viabilistica inattesa, che fa il paio con un’altra ahinoi più “cronica” per i “colleghi” che si spostano dalla Bergamasca.

Lungo la Provinciale di Imbersago, sulla curva che lambisce la villa della famiglia Moratti e che porta alla sommità della collina detta “del Respiro” verso Robbiate, sono in corso lavori in corso per il rifacimento del guard rail ed è stato necessario restringere la carreggiata rendendola a senso unico, con tanto di semaforo provvisorio.

Un disagio temporaneo, per carità. Solo una nota: ma la temporizzazione di questo semaforo non si poteva studiare meglio? Traduco: al mattino il flusso maggiore di veicoli va da Arlate verso Merate, dalla parte opposta sarà meno della metà: risultato, una lunga coda sulla salita di Imbersago (per passare bisogna attendere anche tre o quattro “turni” di luce verde) e quattro gatti in attesa dall’altra parte.

Ma era proprio impossibile allungare il semaforo verde al mattino verso Robbiate e fare il contrario al pomeriggio/sera quando lo scenario è invertito? Basterebbe davvero poco per alleviare lo stress degli automobilisti già provati dal gran caldo…

 

Ma veniamo alla piaga “ cronica”, quella del Ponte di Paderno, croce quotidiana per i pendolari e invece delizia per chi vi sale per ammirare il panorama. Fino a prima del Covid e della storica chiusura per manutenzioni statiche si era raggiunto un equilibrio ottimale: ricordo che non faceva in tempo a uscire dal ponte l’ultima auto in transito, nel flusso di attraversamento alternato, che dall’altra parte era già scattato il verde e si poteva ripartire. Un sogno. Adesso per superare il San Michele a volte ci metti anche un quarto d’ora. Ma cos’è successo? Chi è il “colpevole” che ha messo mano al tecnologico sistema che governa i semafori?

 

Forse voi riuscirete a darmi una risposta. Va bene, è vero che rispetto ad anni fa, ora quando passa un treno, il flusso di auto rimane fermo in entrambe le direzioni e c’è una “pausa” in più. Ma spesso capitano cose bizzarre: mi è capitato di arrivare davanti al Bel Sit, veder scattare il verde, poi, passate poche auto, subito di nuovo il rosso, che rimane fermo fino a che il treno è transitato… poi però mica scatta di nuovo il verde, sarebbe troppo bello! No, scatta il verde dall’altra parte e stai lì se ti va bene altri 6/7 minuti! Oppure arrivando da Calusco, treno o non treno, capita di veder scattare il verde, passano poche auto in una manciata di secondi, ritorna inspiegabilmente il rosso e rimane verde dall’altra parte per minuti e minuti.

 

Ma qual è la ratio? Una volta non era così. Senza scadere in un nazionalpopolare “si stava meglio quando si stava peggio”, la tecnologia aiuta, se usata al meglio… purtroppo a volte paradossalmente finisce per renderci la vità più difficile.

Daniele Pirola

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