La pandemia ci insegna che avere campi e boschi migliora la qualità dell'esistenza
Di Gruppo Valle Nava (Casatenovo).
Questa esperienza umana dovuta alla pandemia ci può insegnare che avere a disposizione un territorio non ulteriormente antropizzato migliora la qualità della vita. Se prima non ce n’eravamo accorti, forse ora sì. Il fatto di avere a disposizione ancora campi e boschi attorno a noi migliora di molto la qualità della nostra esistenza, dato che non dobbiamo per forza spostarci dai nostri paesi per sentire lo spirito della natura darci la sensazione di libertà; quella sensazione che solo un bel paesaggio e un orizzonte libero possono darci. Siamo arrivati purtroppo a dover definire dei confini per le aree protette: “Parco dei Colli”, “Parco del Lambro”, “Parco dell’Adda”, ecc… questo perché abbiamo assediato gli ultimi angoli di verde. Abbiamo dovuto localizzarli, mapparli, certificarli perché ci siamo accorti che stavano scomparendo. Tanti anni fa li chiamavamo solo “boschi e campi”. L’appello è di lasciare a noi e a quelli che verranno il poco, ma forse ancora sufficiente, verde rimasto, senza se e senza ma, senza frange urbane, senza colori stampati sulle carte topografiche, senza confini presi dal satellite: un prato è un prato, un bosco è un bosco.
Gruppo Valle Nava (Casatenovo)