La nostra rubrica che mette in contatto diretto Regione Lombardia e i lettori. Scrivete a laregionerisponde@netweek.it e i vari assessori regionali competenti, di volta in volta, risponderanno alle vostre domande e segnalazioni, che possono interessare tutti i lombardi, dalla sanità ai trasporti, dalla sicurezza alla cultura, dall’economia al sociale. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare le istituzioni ai cittadini, raccogliendo le istanze locali per portarle all’attenzione della politica.
Per il pranzo di Natale scegliamo la tradizione lombarda
A Natale vorrei portare in tavola un menu che valorizzi i prodotti lombardi. Avete qualche consiglio semplice per orientarmi? Grazie.
Marco (Seregno – MB)
Risponde Alessandro Beduschi, assessore Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia
Parto da un punto fondamentale: citare qualche prodotto è inevitabile, ma sono solo esempi, perché la Lombardia ha un patrimonio agroalimentare talmente vasto che è impossibile rendergli pienamente giustizia in poche righe. Ogni territorio custodisce specialità che meritano spazio e rispetto.
Detto questo, per un menu di Natale “lombardo” non serve complicarsi la vita. Si può partire da ciò che rappresenta meglio la nostra regione: i formaggi delle grandi Dop – penso a Grana Padano, Provolone Valpadana, Bitto, Gorgonzola o Taleggio – che raccontano la forza della nostra zootecnia da latte, la più avanzata d’Italia. Sono prodotti alla portata di tutti, facilmente reperibili e garantiti da filiere controllate.
Per i primi piatti, la tradizione ci guida: un risotto allo zafferano, oppure una pasta ripiena come i casoncelli bergamaschi o i tortelli di zucca.
Nei secondi troviamo altri tasselli della nostra identità gastronomica. Dal cappone al bollito, fino ai salumi tipici – salame mantovano, bresaola della Valtellina, coppa, pancetta – prodotti che, anche quando non “storicamente” associati alla Lombardia, vengono oggi realizzati qui con grande competenza. Sono filiere fatte di allevatori, trasformatori, famiglie che tengono vivo un saper fare prezioso.
E per chiudere? Il panettone rimane il re delle feste. Anche qui cito solo qualche esempio: versioni artigianali con miele lombardo, burro di alta qualità, canditi prodotti in regione. Ogni pasticceria interpreta la tradizione a modo suo e questo è un valore. Da mantovano però concedetemi un consiglio interessato: provate la sbrisolona!
Arriviamo al brindisi, che non può mancare. La Lombardia offre vini straordinari e diversissimi: i rosati della Valtenesi, i grandi rossi della Valtellina, le bollicine della Franciacorta e dell’Oltrepò, fino ai bianchi come il Lugana. Sono denominazioni che il mondo conosce e apprezza, e che rappresentano un modo elegante e autentico di chiudere il pranzo.
Il messaggio è semplice: a Natale possiamo scegliere lombardo non per campanilismo, ma perché significa sostenere chi lavora con serietà e porta qualità sulle nostre tavole. È un gesto di consapevolezza, oltre che di buon gusto.
