Igiene industriale: come prevenire la contaminazione invisibile nei processi produttivi

Igiene industriale: come prevenire la contaminazione invisibile nei processi produttivi
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L’igiene industriale è una disciplina tecnica indispensabile che si occupa della prevenzione dei rischi ambientali e occupazionali all’interno dei luoghi di lavoro. Il suo obiettivo è proteggere la salute dei lavoratori e assicurare ambienti produttivi più sicuri, efficienti e controllati. Spesso viene erroneamente associata esclusivamente alla pulizia, ma il suo campo d’azione è molto più ampio e strutturato, toccando aspetti di analisi scientifica, monitoraggio ambientale e miglioramento dei processi.
Questa disciplina prevede l’identificazione, la valutazione e il controllo di agenti chimici, fisici e biologici che possono compromettere sia la salute dei lavoratori che la qualità del prodotto finale e l’efficienza produttiva. L’igiene industriale è dunque una scienza applicata che si integra con la sicurezza sul lavoro, la tutela ambientale e la gestione della qualità.
Non riguarda soltanto i settori alimentare o medicale, dove l’igiene è visibilmente imprescindibile, ma è sostanziale anche in ambiti meno ovvi come la meccanica, l’elettronica, l’automotive, la logistica e persino il tessile. In questi contesti, la contaminazione può essere meno evidente a occhio nudo ma altrettanto dannosa e pericolosa se trascurata.

Le principali fonti di rischio

Le fonti di contaminazione industriale possono essere molteplici e spesso coesistono in uno stesso ambiente di lavoro, interagendo tra loro e rendendo più complessa la loro individuazione. Possiamo suddividerle in tre grandi categorie: agenti chimici, fisici e biologici, ciascuno con caratteristiche e rischi specifici che richiedono strategie di controllo dedicate.

  • Agenti chimici: includono oli lubrificanti, vapori di solventi, polveri generate da lavorazioni meccaniche, fumi metallici o derivanti da processi di saldatura. Questi contaminanti possono essere inalati oppure depositarsi su superfici, impianti o prodotti, compromettendone l’integrità e la sicurezza.
  • Agenti fisici: rumore eccessivo, vibrazioni trasmesse da macchinari, esposizione a radiazioni ionizzanti o non ionizzanti, oppure condizioni microclimatiche sfavorevoli (temperature elevate, umidità o ventilazione inadeguata). Questi elementi non soltanto influenzano il benessere dei lavoratori, ma possono alterare i processi produttivi e la conservazione dei materiali.
  • Agenti biologici: comprendono batteri, muffe, lieviti e agenti patogeni come la legionella, particolarmente insidiosi quando si annidano in impianti idrici o sistemi HVAC non sottoposti a regolare manutenzione. La contaminazione biologica può avere effetti gravi sulla salute e causare interruzioni operative.

La normativa italiana, principalmente il D.Lgs. 81/2008, impone l’obbligo di valutare e gestire questi rischi con un approccio sistematico, strutturato e documentato. Ciò include la definizione di piani di prevenzione, l’adozione di misure correttive e la formazione continua del personale coinvolto.

Igiene e contaminazione nei processi industriali

In molti impianti produttivi, la contaminazione si insinua attraverso vie insospettabili e spesso trascurate nei protocolli standard. Una delle principali ma meno evidenti è rappresentata dall’aria compressa, largamente utilizzata in svariate fasi di produzione, automazione e manutenzione. Benché percepita come una risorsa “pulita”, l’aria compressa può diventare un canale di contaminazione se non adeguatamente filtrata.

Questa risorsa, se trascurata, può veicolare microcontaminanti quali polveri, residui di olio, acqua condensata e persino cariche batteriche, che si diffondono nei sistemi pneumatici e finiscono per depositarsi su prodotti e superfici. La loro presenza, sebbene invisibile, può causare gravi problemi qualitativi e sanitari.

Come evidenziato sul sito di Airex, la gestione dell’aria compressa richiede sistemi di trattamento avanzati e una manutenzione costante per evitare che da strumento tecnico si trasformi in fonte di rischio. Per di più, anche l’usura progressiva dei componenti pneumatici, come tubi, guarnizioni e raccordi, può contribuire alla diffusione di particolato e altri contaminanti all’interno dell’ambiente produttivo.

Come prevenire: strategie e strumenti

Prevenire la contaminazione invisibile nei processi produttivi richiede un approccio multidisciplinare e integrato che coinvolga manutenzione, progettazione degli impianti, selezione dei materiali e formazione del personale. Solo attraverso una visione sistemica è possibile avere ambienti sicuri e prodotti privi di difetti.

  • Manutenzione programmata: effettuare controlli regolari sugli impianti, sostituire tempestivamente componenti usurati e assicurare la pulizia periodica delle linee di distribuzione. La manutenzione predittiva, supportata da sensori intelligenti, può ridurre i fermi macchina e i rischi.
  • Monitoraggi ambientali: utilizzare strumenti di rilevazione per misurare la qualità dell’aria, i livelli di particolato, umidità relativa e presenza di agenti biologici. Questi dati aiutano a pianificare interventi mirati e a mantenere gli standard di igiene sotto controllo.
  • Scelta di componenti igienici: impiegare raccordi e valvole in acciaio inox, resistenti alla corrosione e facili da sanificare; pistole detectabili che possono essere individuate tramite metal detector in caso di rottura; filtri aria ad alta efficienza e scaricatori di condensa per eliminare acqua e olio dalle linee pneumatiche.

Per concludere, l’igiene industriale non può e non deve più essere considerata un aspetto secondario o decorativo: è una strategia vera e propria per aumentare la qualità, ridurre gli scarti, proteggere i lavoratori e preservare la reputazione aziendale. Investire nella prevenzione significa ridurre sprechi, minimizzare i rischi e costruire un vantaggio competitivo duraturo.

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