Si parla sempre di acqua da bere, meno di acqua per cucinare. Eppure, anche quella per cucinare è di fondamentale importanza perché gran parte dei due litri d’acqua di cui il nostro organismo ha bisogno quotidianamente ci arrivano proprio dal cibo che mangiamo.
Acqua per cucinare: gran parte è assorbita dal nostro corpo
Appare evidente, dunque, che l’acqua per cucinare debba essere di ottima qualità. Ben il 35% dei 2 litri di fabbisogno quotidiano del nostro corpo, infatti, provengono dalle pietanze che prepariamo e che serviamo in tavola. Non solo, ci sono alimenti, come la pastasciutta, che durante la cottura assorbono acqua: a maggior ragione, dunque, utilizzare un liquido privo di qualsiasi impurità sarebbe importante per eliminare anche il minimo fattore di rischio.
L’acqua influisce sul sapore dei cibi
Inoltre, la qualità dell’acqua contribuisce al sapore e al colore dei cibi durante la cottura, mentre la semplice bollitura (che annulla la presenza di eventuali micro-organismi) contrariamente a quanto molti pensano, non è sufficiente a eliminare eventuali elementi nocivi. Calcare, cloro, nitrati e metalli pesanti di vario genere, pur presenti in minima quantità e nel rispetto dei parametri di legge, sarebbero da eliminare: questo perché ci sono addirittura sostanze che, con l’ebollizione, possono persino diventare più pericolose in quanto più concentrate.
Che acqua usare per cucinare?
Molti, per evitare di incorrere nel problema, per cucinare utilizzano acqua minerale naturale in bottiglia, ma questo ne incrementa il consumo, appesantendo così il bilancio famigliare e obbligando al trasporto di decine di bottiglie d’acqua a settimana, dal supermercato fino a casa. In alternativa, per chi desidera avere acqua della stessa qualità di quella di sorgente direttamente dal rubinetto di casa, è possibile installare un affinatore che, attraverso le tecnologie più evolute, elimina dall’acqua ogni sostanza nociva. Così, dal rubinetto della cucina, finalmente, sgorgherà acqua buona e sana come quella di montagna.