Taglio parlamentari: cosa significa votare sì o votare no al referendum 2020. Cosa ne pensano i politici lecchesi?
Si tratta di un referendum confermativo: ciò significa che basterà un solo in sì in più rispetto al no per far passare la riforma. In caso contrario invece (maggioranza di no) non vi sarebbe alcun taglio.
E' in programma per il fine settimana del 20/21 settembre il referendum sul taglio dei parlamentari (Originariamente previsto per il 29 marzo 2020 è stato rinviato a seguito della pandemia di COVID-19). Si tratta di un referendum confermativo dove non è previsto il raggiungimento di alcun quorum. Questo significa che, indipendentemente dal numero di italiani che si recherà alle urne basterà un solo in sì in più rispetto al no per far passare la riforma. In caso contrario invece (maggioranza di no) non vi sarebbe alcun taglio.
Taglio parlamentari: perchè questo referendum 2020?
I votanti saranno chiamati ad esprimersi sulla riforma che prevede la riduzione di 230 deputati e 115 senatori. Questo è quanto prevede la legge in via definitiva dalla Camera l'8 ottobre 2019. In seconda deliberazione al Senato della Repubblica, l'11 luglio 2019, infatti, la legge è stata approvata a maggioranza assoluta senza raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi. Nell'ultima lettura alla Camera dei deputati, l'8 ottobre 2019, invece, incassando il sì di tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione ad eccezione di alcune componenti del gruppo Misto, il testo ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti. Il raggiungimento del quorum dei due terzi alla Camera è stato privo di conseguenze ai fini dell'iter di approvazione della legge. Non avendo infatti incassato i due terzi anche al Senato, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato direttamente promulgato proprio per dare la possibilità di richiedere un referendum confermativo entro i successivi tre mesi da parte di un quinto dei membri di uno dei due rami del Parlamento, di cinquecentomila elettori o di cinque consigli regionali. Tale facoltà è stata esercitata da 71 senatori che hanno depositato la richiesta di referendum presso la Corte suprema di cassazione il 10 gennaio 2020.
Referendum sul taglio dei parlamentari: ecco il quesito
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?"
E' questo il quesito referendario al quale i votanti dovranno rispondere affermativamente o negativamente.
Cosa significa votare sì
Se dovesse vincere il sì sarà necessario modificare la legge elettorale che è in vigore attualmente, ovvero Rosatellum. Perchè? Perchè andranno ridisegnati i collegi visto il minor numero dei parlamentari da eleggere.
Cosa significa votare no
In caso di vittoria del no rimarrebbe inalterata l'attuale composizione numerica del Parlamento composto da 630 deputati e 315 senatori elettivi escludendo quelli a vita.
E i politici lecchesi?
Cosa ne pensano i politici lecchesi? Al momento sono pochi ad aver preso pubblicamente posizione.
E' un sì senza se e senza ma quello espresso in rete dal pentastellato Massimo Riva.
"Abbiamo ascoltato per anni le promesse dei vecchi partiti sul taglio degli eletti. Il MoVimento 5 Stelle invece è riuscito a farlo mantenendo la parola.Con il Referendum del 20 e 21 settembre i cittadini avranno la possibilità di scegliere nel modo migliore se continuare ad avere il più alto numero di rappresentanti eletti d’Europa o se invece cambiare strada: con un Parlamento più efficace e veloce.A chi ci accusa di voler tagliare la rappresentanza noi rispondiamo che invece così ne avremo di più. Perché per noi la vera rappresentanza è avere in Parlamento degli eletti che difendono realmente gli interessi del territorio di appartenenza.Con il taglio di 345 poltrone tra Camera e Senato ora abbiamo l’opportunità di farlo!"
Decisamente più tiepido il centrista Filippo Boscagli che su fb mette un punto interrogativo sul futuro di Lecco e dei lecchesi in Parlamento...
" Il Consiglio dei Ministri ha deciso. Si vota domenica 20 e lunedì 21 settembre per Comuni, Regioni e Referendum Costituzionale.Per casa nostra, e gli altri comuni, lo spoglio sarà presumibilmente martedì mattina 22. Dato positivo, finalmente si vota, anche se ben pochi metteranno la testa su un referendum che cambia completamente la rappresentanza nazionale (e LC scompare da Roma). Tutto questo con le ovvie ripercussioni sulle scuole appena riaperte..."
Un no netto quello dichiarato nel post del leghista Giovanni Pasquini