Piano Marshall della Regione, deputati Pd: "È squilibrato intervenga il governo"
Tra i firmatari dell'interrogazione al ministro Boccia anche il brianzolo Gian Mario Fragomeli, eletto nel Collegio Monza-Seregno.
Piano Marshall della Regione, deputati Pd: “E’ squilibrato, intervenga il Governo”. Tra i firmatari dell’interrogazione al ministro Boccia anche il brianzolo Gian Mario Fragomeli, eletto nel Collegio Monza-Seregno. A raccontare l'accaduto sono i colleghi di primamonza.it.
Piano Marshall della Regione, deputati Pd: “E’ squilibrato, intervenga il Governo”
Il deputato del Pd Gian Mario Fragomeli, brianzolo, eletto nel Collegio Monza-Seregno, ha presentato un’interpellanza al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere chiarimenti sul Piano Marshall di Regione Lombardia.
Il documento è stato sottoscritto anche da Lia Quartapelle, Emanuele Fiano, Maurizio Martina, Barbara Pollastrini, Chiara Braga, Alfredo Bazoli, Marina Berlinghieri, Elena Carnevali.
“Come è possibile – viene scritto nero su bianco – che dall’esito della ripartizione del piano di investimenti per fronteggiare l’emergenza sanitaria pari a circa 3,5 miliardi di euro, risulterebbe che su 1.507 comuni della Lombardia, i beneficiari degli interventi sono 411 di cui il 77% amministrato da partiti del centro destra o di liste civiche ad essi collegati e quindi della maggioranza?”
Le perplessità dei Dem
Una questione già sollevata dal Pd di Monza e Brianza, che aveva anche disertato la presentazione del Piano Lombardia, o Piano Marshall, che si era tenuta in Autodromo a Monza. Il tema era stato poi affrontato in una conferenza stampa in Regione alla presenza del consigliere regionale dem Gigi Ponti ed ora approda in Parlamento.
“Di fronte ad un Piano di investimenti così rilevanti, tanto da essere definito addirittura ‘Piano Marshall – si legge nell’atto parlamentare – si sarebbero dovute delineare linee di indirizzo da parte del Consiglio regionale per l’individuazione di una strategia globale di intervento per la Regione Lombardia per i prossimi anni o, quanto meno, la definizione di criteri per l’utilizzo di tali fondi con l’approvazione di bandi affinché tutti i soggetti dei diversi territori vi potessero partecipare o potessero formulare proposte per l’individuazione dei progetti più interessanti per le diverse Province lombarde”.
Agli interroganti risulta invece che “i fondi siano stati assegnati mediante la distribuzione dei fondi a pioggia secondo l’unico criterio di giudizio della totale discrezionalità dei consiglieri di maggioranza di ogni territorio”, criterio che avrebbe determinato l’esito “ingiusto e “squilibrato” di tale ripartizione.
Tanto che Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) Lombardia ha denunciato che: “molti comuni sono esclusi dalla partecipazione a questa seconda fase di finanziamento di interventi. Per questo avremmo voluto avere occasione di confrontarci sulle nuove scelte compiute e vorremmo comprendere quali siano stati i criteri e gli atti di programmazione/pianificazione o di ascolto territoriale, i bandi o gli avvisi, che hanno condotto alla identificazione di opere e di relativi destinatari”.
Le richieste al premier Conte
Per gli esponenti del Partito democratico “trattandosi invece di ricorso all’indebitamento, e per di più per risorse ingenti, si sarebbe dovuta effettuare un’attentissima valutazione di carattere strategico, per bilanciare interventi che portano benefici immediati con altri destinati a garantire la crescita necessaria a sostenere il debito stesso”.
I dem hanno chiesto pertanto al ministro Boccia e direttamente al presidente Conte “quali urgenti iniziative intendano adottare per garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini e la tutela dell’unità economica, data anche l’ingente mole di risorse che la Regione Lombardia sta mobilitando a debito e che dovrebbero pertanto essere investite in interventi attentamente valutati soprattutto alla luce del potenziale ritorno in termini di crescita del Pil (Prodotto interno lordo), verificando la sussistenza dei presupposti per l’esercizio dei poteri sostitutivi di cui all’articolo 120 della Costituzione.”