Il commento

Liti. Trame. Tradimenti... Il film del rinnovo delle cariche nelle partecipate

Poltrone, si sarebbe detto una volta, con una lingua tanto ruvida quanto chiara.

Liti. Trame. Tradimenti... Il film del rinnovo delle cariche nelle partecipate
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Lo spiffero

Liti. Trame. Tradimenti. Parrebbe il Macbeth, e si tratta soltanto del rinnovo delle cariche nelle società partecipate lecchesi. Poltrone, si sarebbe detto una volta, con una lingua tanto ruvida quanto chiara. Una procedura, come le tante della politica, che qualche anno fa si sarebbe risolta in poche ore. E oggi, al contrario, scomoda articolesse in fotocopia, manifesti e contro appelli, dichiarazioni dove non c’è parsimonia di termini altisonanti come “valori, ideali e principi”, i termini che, a voler essere cattivi, quel tale avrebbe chiamato le coordinate del rifugio delle canaglie.

Vorremmo modestamente segnalare, senza proclami, che aldilà del gioco dei nomi e delle bandierine che viene coperto con i fumogeni delle anime belle, la politica e gli amministratori locali potrebbero spendere più energie per meglio coordinare le attività delle aziende pubbliche lecchesi. Le persone che sono stare scelte da partiti e sindaci per gestire Lario Reti Holding e Silea negli ultimi anni sono riuscite a conseguire ottimi risultati, rendendo queste aziende solide e prospere. Non ci aggiungiamo quindi al coro dei denigratori della politica un tanto al chilo, preferendo guardare la realtà dei fatti e giudicarla per ciò che è. Non c’è nessuno scandalo al quale urlare se le forze politiche trovano un compromesso valido che rappresenti le diverse sensibilità (pensiamo ad esempio sul tema ambientale!) attraverso persone capaci. Tuttavia ci pare che a volte emergano elementi di scoordinamento e sovrapposizione tra le aziende che dovrebbero essere mitigati e gestiti dalle forze politiche e dai comitati di controllo formati dai sindaci. Lrh e Silea sembrano parlarsi poco su alcune scelte di carattere industriale, dando l’impressione di schiacciarsi i piedi.

È ancora fresco l’interessamento di Silea nei confronti dell’inceneritore di Trezzo d’Adda, una mossa che ha fatto storcere il naso ai vertici di Acsm Agam (società partecipata da Lrh) e della galassia A2A. E già si profila un nuovo “schiacciamento di piedi” sulla ex cava Holcim di Cesana Brianza, un recupero ambientale che vedrebbe l’installazione - fra l’altro - di un campo di produzione fotovoltaica, e dove aveva già fatto la bocca qualche società della galassia Acsm che oggi si trova davanti ad interessamenti diretti di Silea per lo stesso progetto. Facile, anche in questo caso, immaginare le irritazioni reciproche. Sono solo due esempi, ai quali per onestà di cronaca ne potremmo contrapporre altrettanti nel segno di una sinergia tra le due aziende, che danno però il polso di una situazione da monitorare di più e meglio. E che soprattutto permettono di intravedere una questione di scenario ben più rilevante di qualche scaramuccia e di due nomine sociali: il tema della fusione o meno tra Lrh e Silea nel prossimo futuro. Un tema che va affrontato con lungimiranza, senza pregiudizi politici e soprattutto con approfonditi studi che mettano a confronto rischi e benefici per il nostro territorio. Noi riteniamo, e speriamo, che possano essere più i secondi dei primi, sempre pronti a ricrederci davanti a dati e dossier specifici e autorevoli.

Quello che non ci piace invece è una strisciante contrarietà “a prescindere” verso la fusione, spesso dissimulata dietro gli intenti di “massima sinergia” che vogliono dire tutto e niente come ci dimostrano gli inciampi di cui abbiamo parlato sopra. Non vorremmo che sia semplicemente il caso in cui, dopo aver issato le vele di “valori e principi”, la politica nostrana si ritrovi compatta sottocoperta a remare contro il vento per paura di perdere qualche poltrona nel momento in cui da due consigli di amministrazione si passasse ad uno. A pensar male si fa peccato. Ma tanto non è il più grave che facciamo.

Lo spiffero

 

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