Crisi Retesalute, sindacati suonano l’allarme
Cgil, Cisl e Uil prendono posizione sul buco da 4 milioni: "Preoccupati per i lavoratori e i servizi erogati ai cittadini"
Crisi Retesalute, i sindacati suonano l'allarme: "Preoccupati per i lavoratori e i servizi erogati ai cittadini".
Da ripianare un disavanzo di quasi 4 milioni di euro
La crisi finanziaria di Retesalute preoccupa non solo i Comuni chiamati a mettere mano alle proprie casse per ripianare un disavanzo di quasi 4 milioni di euro, maturato dal 2015 ad oggi, ma anche i sindacati.
In settimana Cgil, Cisl e Uil hanno preso posizione sulla situazione finanziaria della società pubblica che eroga Servizi sociali ai 27 Comuni soci del Meratese, Casatese e dell’Oggionese (tra cui Oggiono ed Ello entrati nell’azienda consortile lo scorso marzo), esprimendo preoccupazioni sul futuro delle 83 persone che operano per Retesalute e anche dell’erogazione dei servizi ai cittadini.
Crisi Retesalute, il comunicato di Cgil, Cisl e Uil
"CGIL CISL UIL unitamente alle categorie della Funzione Pubblica e dei
Pensionati, esprimono una viva e profonda preoccupazione per le sorti
occupazionali delle ottantatre persone che operano per Retesalute, nonché
per l’erogazione dei servizi alla cittadinanza ad oggi garantiti dall’Azienda
consortile. Ciò nasce da una situazione a dir poco nebulosa, come risulta
anche dagli incontri che abbiamo recentemente svolti con la presidenza
dell’Azienda Speciale.
È quantomeno singolare che di fronte ad una conclamata crisi di gestione
finanziaria, conseguente alla rilevazione di un debito maturato dall’azienda
dal 2015 ad oggi pari a €. 4.000.000 manchino riscontri documentali quali il
bilancio consuntivo 2019 e il bilancio preventivo 2020 ed è lontano dall’essere
elaborato un piano di rilancio aziendale per il futuro.
Così come ci lasciano perplesse le ipotesi di salvataggio che nascono e
muoiono nel giro di poche ore.
Al centro del problema vi sono poi i cittadini che oltre a rischiare di vedere
messi in discussione i servizi fin qui erogati da Retesalute, saranno poi
coloro, qualunque soluzione si trovi, a doversi far carico dell’onere economico
per ripianare il bilancio dell’azienda.
È fuori discussione il ruolo svolto in questi anni da Retesalute nel Meratese,
nel Casatese, oggi anche nell’Oggionese, dove ogni giorno migliaia di nostri
concittadini si avvalgono dei servizi erogati.
L’azienda ha rappresentato un nuovo modello organizzativo pienamente
aderente alle necessità delle nostre realtà locali, ha garantito la gestione
unitaria e integrata dei servizi alla persona e alla famiglia, qualificando e
formando, incrementando le competenze di una pluralità di operatori. Ha
favorito la condivisione di buone prassi, l’identificazione di modelli di
intervento, lo sviluppo e la sperimentazione di servizi.
Non va dimenticato che la nascita dell’azienda consortile ha consentito di
continuare a gestire i servizi sociali ed assistenziali in ambito pubblico
evitando le pericolose esternalizzazioni così di moda negli ultimi venti anni.
CGIL CISL UIL ribadiscono il timore che quanto fino a oggi garantito possa
inopinatamente mutare di segno, finendo per dare vita ad inaccettabili
disparità di trattamento economiche e di servizio per i cittadini.
Sui problemi economici e gestionali si faccia chiarezza, si individuino le
responsabilità, si prospettino le soluzioni adeguate nel più breve tempo
possibile o si rischia che l’azienda, nel limbo in cui si trova ad operare, non
sia più in grado di operare nella gestione dell’ordinario, tantomeno nella
pianificazione delle attività scolastica, della possibile riapertura dei centri di
aggregazione e della rispondenza al bisogno per quanto riguarda i servizi
domiciliari così come della tutela dei minori.
Noi continueremo a offrire la garanzia di un impegno per la tutela dei diritti dei
cittadini a servizi sociali e assistenziali efficienti, erogati in ambito pubblico,
da personale qualificato. Il cosiddetto modello meratese di Retesalute resta un progetto di valore, una realtà aggregante capace di offrire servizi paritari anche ai cittadini dei
comuni più piccoli, ovviamente tutto questo permane se adeguatamente
supportato dai comuni del territorio".