I nostri consigli

Spinacio Merlo Nero: crudo o bollito, cambia la semina

La pianta predilige il freddo, coltiviamolo subito o aspettiamo l’autunno.

Spinacio Merlo Nero: crudo o bollito, cambia la semina
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Per i nostri lettori ortisti questa settimana regaliamo una bustina di semi di Spinacio Merlo Nero. Gli spinaci sono una coltivazione antica e rustica, adatta per i neofiti dell’orto perché sono facili da coltivare e hanno un ciclo breve. In più, godono di un’ottima resistenza al freddo e hanno bisogno di poco spazio per crescere.
Il nome di questa varietà di spinaci deriva dal colore delle foglie, che sono di un ricco verde tendente al nero: la loro superficie è bollosa e ampia, con lembi tondeggianti e un portamento eretto, dato dal picciolo corto e dritto.

Spinacio Merlo Nero: i nostri consigli

La semina

La coltivazione degli spinaci richiede un clima abbastanza fresco, quindi consigliamo di seminarli subito o ti attendere l’autunno, almeno da metà settembre. Infatti è una pianta che resiste bene all’inverno e può arrivare fino a primavera, ma col caldo dell’estate non produce bene: i semi maturano molto rapidamente senza darci le foglie commestibili. Il ciclo in effetti è abbastanza rapido, con le condizioni ottimali gli spinaci saranno pronti in circa 40 giorni.
E’ poi una pianta che non richiede grandi spazi, basta pertanto un vaso poco profondo, anche solo 15-20 centimetri, e la larghezza dipende da quanti semi vogliamo utilizzare. Anche il tipo di semina dipende dal consumo che si vuole fare del prodotto. Se vogliamo il classico cespo da bollire, con lo spinacione ben formato, dobbiamo mettere un seme, per sicurezza due, ogni 7 cm, su file distanti 15 cm. Poi andremo a lasciare la pianta migliore che produce le foglie migliori. Se invece vogliamo uno spinacino fresco e tenero da mangiare crudo dovremo seminare a spaglio, cioè a getto, ma non troppo densamente.
Il terreno dovrà essere sempre abbastanza umido, tenendo il vaso al riparo dal sole.

La crescita

La gestione successiva è abbastanza semplice, basta aspettare e mantenere il terreno umido e il vaso non dovrà essere troppo esposto al sole diretto, meglio alternare ombra e luce. Non dobbiamo preoccuparci di bagnare anche le foglie, poiché resistono bene alle malattie ma non quando il sole picchia diretto perché potrebbero scottarsi. E non temono il freddo e le gelate. Possiamo magari coprire la pianta con un tessuto non tessuto, adagiandolo delicatamente sopra senza ancorarlo, sarà la pianta stessa a sollevarlo crescendo.

La raccolta

La raccolta dipenderà, come detto, dall’utilizzo che vogliamo farne e quindi da come avremo seminato. Se abbiamo seminato per avere il cespo maturo in 40 giorni potremo raccogliere le nostre foglie, che saranno scure e dalla superficie bollosa e ampia. Se lasciamo passare più tempo le foglie diventeranno più legnose, ma potranno essere consumate lo stesso se bollite. Si taglierà tutto il cespo, ma nel caso volessimo provare a fare una seconda raccolta, opzione che risulta più facile in autunno, ricordiamoci di fare un taglio ben netto. Invece, se puntiamo allo spinacino da insalata, taglieremo le foglioline quando avranno una lunghezza di circa 4-5 cm, così che siano belle tenere. Anche in questo caso se effettuiamo un taglio netto potremo provare a fare una seconda raccolta. Ovviamente, in generale, con le successive crescite il prodotto perde di qualità, soprattutto dal punto di vista estetico.

Valido alleato per la salute di intestino, muscoli, cuore e occhi

Lo spinacio (Spinacia oleracea) è una pianta erbacea della famiglia delle Amaranthaceae, sottofamiglia delle Chenopodioideae. Originario dell'Asia sudoccidentale (il suo nome deriva dal persiano aspanahk, che vuol dire “incrociato con la spina”) è stato introdotto in Europa attorno al 1000.
Gli spinaci sono validi alleati per la salute di intestino, muscoli, cuore e occhi.
Nonostante la convinzione diffusa grazie al fumetto “Braccio di Ferro”, gli spinaci sono ortaggi con un basso contenuto di ferro, il cui assorbimento da parte dell’organismo è facilitato in combinazione con la Vitamina C, per cui è consigliabile consumare gli spinaci conditi con limone. Gli spinaci sono invece ricchi di vitamina A e di acido folico.
Di questa pianta si consumano le foglie spesse e verdi sia come ortaggio fresco sia per l'industria conserviera.
Può essere consumato cotto o crudo e il gusto differisce notevolmente; l'alto contenuto di ossalato può essere ridotto mediante cottura a vapore. Tuttavia, una volta lessati, gli spinaci perdono circa la metà delle proprietà nutritive, se ne consiglia dunque l’utilizzo a crudo, magari nella preparazione di ricche insalate. Per esempio, si possono abbinare a parmigiano e noci e condire con olio extravergine di oliva e un pizzico di sale, oppure si può fare un’insalata di spinaci e arance, sempre a crudo, in questo modo, la vitamina C degli agrumi aiuterà all’assorbimento del ferro contenuto negli spinaci.
Paolo Godina (Cab Polidiagnostico)

Lo chef Stefano Riva propone: Ravioli agli spinaci ripieni di ricotta al pepe verde e formaggio di malga

Questa settimana, grazie a Molino Colombo, ospitiamo una ricetta classica ma davvero speciale per gustare i vostri spinaci, proposta dallo Chef Consultant e Maestro di Farine Stefano Riva: Ravioli agli spinaci ripieni di ricotta al pepe verde e formaggio di malga.
Ingredienti per 4 persone:
80 g Spinacio merlo nero
100 g Farina tipo “00” per pasta fresca di Molino Colombo
100 g Semola per pasta di Molino Colombo
1 Uovo
1 Cucchiaio di olio EVO
Sale fino q.b.
400 g Ricotta vaccina
10 g Pepe verde
20 g Parmigiano reggiano
200 g Formaggio di malga di media stagionatura
50 g Burro
Procedimento
Lessare gli spinaci in poca acqua. Strizzarli con cura, lasciarli raffreddare e tritare.
Preparare la pasta
In una ciotola, amalgamare con l’aiuto di una forchetta la farina, la semola le uova e gli spinaci. Impastare per 5 minuti fino ad ottenere un panetto omogeneo e vellutato, quindi coprire e lasciare riposare per 30 minuti.
Preparare il ripieno
In un recipiente amalgamare la ricotta, il parmigiano, l’olio evo e il pepe verde tritato, regolare di sale e riporre in una sacca da pasticceria. Con l’aiuto di una sfogliatrice, stendere l’impasto sottile e ricavare dei dischi da 8 cm di diametro. Farcire ciascuno con il ripieno, richiudere a mezzaluna e unire le due estremità formando dei ravioli.
Portare a bollore una pentola di acqua salata. Cuocere i ravioli per 2/3 minuti fino a che la pasta risulterà cotta al dente. Scolare i ravioli e disporli nei piatti, grattugiare a julienne il formaggio di malga e terminare con il burro fuso.

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