Economia

Technoprobe continua a crescere anche all’estero

La multinazionale è presente in Francia, Corea, Singapore, Filippine, Cina con strutture commerciali e di assistenza. Negli Usa invece ha due presenze nella Silicon Valley.

Technoprobe continua a crescere anche all’estero
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La multinazionale tascabile leader nella produzione di apparecchiature per testare i chip dei colossi dell’hi-tech mondiale  continua  a crescere anche all'estero. Technoprobe infatti è presente all'estero in Francia, Corea, Singapore, Filippine, Cina con strutture commerciali e di assistenza. Negli Usa invece ha due presenze nella Silicon Valley, compresa un'unità produttiva rafforzata anche dalla recente acquisizione della Microfabrica Inc. Complessivamente occupa altre 500 persone, oltre ai 700 dipendenti presenti nell'headquarter di Cernusco Lombardone.

Come stanno andando le attività estere e in particolare Microfabrica?

«La nostra presenza estera oggi è ben organizzata e ci permette di mantenere rapporti molto stretti con i clienti asiatici e americani - spiegano Roberto e Cristiano Crippa - . L'acquisizione dell’azienda che fatturava 10 milioni e occupava 70 persone si è rivelata azzeccata. La sua attività, specializzata nella produzione di stampe 3D miniaturizzate, risulta particolarmente strategica anche per le nostre aziende italiane: è un know how che non avevamo, che ben si integra con i prodotti di Technoprobe e il cui processo di integrazione verrà implementato entro fine anno».

Come chiuderete i bilanci 2020?

«Pensiamo di fare un +30% rispetto al 2019 con l’obiettivo di arrivare a un fatturato vicino ai 240 milioni. Una crescita analoga contiamo di farla anche nel 2021, quando i nuovi plant di Cernusco e Agrate entreranno in funzione».

Un gioiello come Technoprobe avrà ricevuto qualche offerta…

«Sì. Diversi fondi si sono fatti avanti, ma non siamo interessati a vendere. C'è stata anche una proposta di fusione da parte di un concorrente molto vantaggiosa per gli azionisti, ma non era conciliabile con la nostra visione di creare un polo tecnologico in Brianza».

L'ipotesi della Borsa, invece, è percorribile?

«E' un'opportunità che stiamo considerando. La  valuteremo tra fine 2021 e inizio 2022. Ci piacerebbe uscire dalla logica della famiglia, avere una visione ancora più completa, rafforzare la struttura manageriale, disporre di maggiori risorse per fare investimenti in modo che l’azienda possa continuare a crescere autonoma e indipendente».

Technoprobe continua a crescere  ma è molto legata anche al suo territorio. Tra le iniziative più belle c’è l’orto sociale che avete affidato alla cooperativa Paso Lavoro di Paderno. Come sta andando?

«Va bene, l’attività coinvolge una decina di persone compresi gli operatori della cooperativa, il fatturato cresce di anno in anno e l’obiettivo di rendere autonomo questo progetto si sta avvicinando. Ai 20 mila mq di terreno iniziale quest’anno ne abbiamo aggiunti altri 30 mila in modo che possa crescere la coltivazione dei prodotti grazie a un’agricoltura produttiva e sostenibile».
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