Futuro roseo

Salumificio Vismara, confermati gli investimenti: si produrrà anche il bacon

Incontro della proprietà con le sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil. I 12 milioni verranno spesi per la realizzazione di una nuova centrale termica, una nuova centrale frigorifera, impianti per cotti e salami, linee di affettamento e fine linea

Salumificio Vismara, confermati gli investimenti: si produrrà anche il bacon

Un pareggio di bilancio conseguito nei primi cinque mesi del 2025 dopo diversi anni di perdite, investimenti per 12 milioni di euro e l’implementazione futura della produzione, oltre che del prosciutto cotto, anche della pancetta, della coppa e del bacon.

Sono decisamente interessanti i dati della «nuova» Vismara di Casatenovo, oggi ufficialmente denominata Vismara 1898 dopo l’acquisizione da parte del gruppo valtellinese Pini Italia avvenuta a gennaio con assorbimento dell’ex Vismara Spa nella «galassia» del colosso delle bresaole di Grosotto.

Vismara, confermati gli investimenti

Dopo aver incontrato il sindaco Filippo Galbiati e parte del Consiglio comunale, annunciando investimenti e nuove assunzioni nello stabilimento casatese, i vertici societari rappresentati da Roberto Pini e Anna Giovanelli si sono confrontati a Reggio Emilia con le segreterie nazionali delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che a loro volta hanno ragguagliato i segretari provinciali che nello specifico seguono le vicende della Vismara.

Dal punto di vista delle cifre, nettamente positivi sono i dati dello stabilimento ex Ferrarini di Reggio Emilia, che ha chiuso il 2024 con un fatturato a 182 milioni di euro (+30% rispetto all’anno precedente); quello di Casatenovo si è ripreso nei primi mesi del 2025, anche se «permane una significativa quota di interscambio produttivo con il gruppo Ferrarini», commentano le sigle sindacali.

Confermati per la Vismara 12 milioni di euro di investimenti: nello specifico riguarderanno la realizzazione di una nuova centrale termica, una nuova centrale frigorifera, impianti per cotti e salami, linee di affettamento e fine linea.

«L’azienda ha comunicato di aver deliberato un aumento di capitale di 10 milioni di euro portando al controllo del 100% di Ferrarini e avviando il percorso per l’ingresso di Amco, secondo quanto previsto dal piano concordatario – spiegano le sigle sindacali congiunte – Nonostante la pendenza giudiziaria sull’omologa del concordato, l’azienda ha confermato la volontà di proseguire nell’attuazione del piano. Per quanto riguarda i crediti dei lavoratori, l’azienda si impegna a liquidare l’intero ammontare entro la prima data di riparto (gennaio 2026). In caso di anticipato ingresso di Amco, le spettanze saranno liquidate in anticipo per tutti i lavoratori attualmente in forza. Le ferie maturate e iscritte a passivo nel concordato saranno restituite ai lavoratori, ricalcolando le giornate sulla base della tariffa oraria attuale. Le eventuali giornate non convertibili saranno conservate come permessi volontari non retribuiti, nella disponibilità individuale».

In futuro si produrranno pancetta, coppa e bacon

Molto si è discusso anche di futuro e della volontà di Pini di differenziare i brand: Ferrarini orientato all’alta gamma, Vismara alla gamma media, riprendendo un po’ quella che è sempre stata la sua storia «popolare».

Grosso il potenziale di Reggio Emilia, dove si prevede «una notevole espansione della capacità produttiva: il sito produrrà prosciutti cotti, wurstel, salami e specialità di alta gastronomia (cotti legati a mano, roast-beef, tacchino, pollo), con 13 linee di affettamento», ma molto interessante anche lo sviluppo della Vismara «incentrato su prosciutti cotti da mercato, e in una seconda fase su pancetta, coppa e bacon».

Prospettive decisamente interessanti, che ai lavoratori casatesi lasciano intravedere il sereno dopo tanti anni di vacche magre.

Le sigle sindacali hanno tuttavia precisato di «continuare a a monitorare, insieme alle Rsu, con attenzione gli sviluppi legati al piano industriale, alla realizzazione degli investimenti e alla tutela dei crediti dei lavoratori».

Matteo Scerri