L'intervista

“Ripartiamo subito! Totale sicurezza per i collaboratori”

Fontana Group conta 9 stabilimenti nel mondo, solo i 7 italiani sono ancora fermi.

“Ripartiamo subito! Totale sicurezza per i collaboratori”
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“C’è una paura diffusa e comprensibile per questa pandemia, ma oggi le fabbriche si possono riaprire in condizioni di sicurezza. L’imprenditore tiene a se stesso ma tiene soprattutto ai suoi collaboratori. Dobbiamo ripartire!”. È questo l’accorato appello di Walter Fontana, Ceo e presidente di Fontana Group, la “boutique delle auto di lusso”, una straordinaria realtà manifatturiera presente in Italia con 9 stabilimenti (7 a Calolzio, 1 a Galbiate e 1 a Maranello) e 2 all’estero (Turchia e Romania) dove lavorano 1.200 persone e vengono realizzate le carrozzerie di Rolls Royce, Ferrari, Mc Laren, Lamborghini, Porsche, Audi…

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Il Governo Conte ha prorogato il lockdown fino al 3 maggio.

“È una scadenza troppo lunga, fermare le attività per oltre due mesi è esagerato. Capisco che l’emergenza sanitaria non è ancora risolta, ma la curva dei contagi sta scendendo, le Terapie intensive non sono più sotto pressione, adesso conosciamo meglio questa pandemia e siamo in grado di adottare tutte le misure per contrastare il Covid 19. C’è il rischio che molte aziende non riaprano più”.

La ripresa sarà complicata?

“Certo. Molto complicata e difficile. Noi lavoriamo in un settore privilegiato, abbiamo ordini fino al 2023, le auto di lusso continueranno ad avere un buon mercato, ma non posso pensare solo a me stesso. Ci sono tante aziende che faranno fatica, c’è un sistema Italia da difendere…”.

Questa pandemia sta facendo vedere anche aspetti positivi, ha messo in risalto tanta solidarietà, una partecipazione numerosa e generosa nelle varie raccolte fondi, una diffusa disponibilità a dare una mano agli altri. Fontana Group cosa ha fatto su questo fronte?

“Non mi piace pubblicizzare quello che faccio”.

Gli esempi positivi devono essere raccontati in modo che possano diventare  virtuosi.

“Abbiamo fatto quello che hanno fatto tanti altri e devo dire questa voglia di mettere davanti il noi all’io mi ha favorevolmente sorpreso. Abbiamo collaborato all’iniziativa dei pranzi sospesi per medici, infermieri e personale sanitario dei nostri ospedali. Fatto una donazione all’ospedale di Lecco e di Merate, e sostenuto Telethon per la ricerca. Continueremo ad aiutare chi ha bisogno. E abbiamo donato una colomba ad ogni medico e infermiere impegnati negli ospedali di Lecco, di Merate e nel nuovo presidio realizzato dagli alpini di Bergamo; un modo per ringraziare chi lavora nel pericolo rischiando la propria vita per salvare altre vite. Una colomba l’abbiamo omaggiata a tutti i nostri dipendenti, un piccolo gesto per testimoniare tutta la nostra stima e affetto nei loro confronti”.

C’è stato un gesto, un ringraziamento che l’ha colpita?

“Tanti. Uno su tutti quello di un’infermiera che ci ha scritto dicendo “Siamo contenti perché questa sera abbiamo avuto un piatto caldo. Grazie”. Persone che mettono a rischio la loro vita per gli altri, che lavorano 14 ore al giorno in condizioni difficili, che di ringraziano? Impagabile…”. 

L’intervista integrale  si può leggere sul Giornale di Merate, in edicola da martedì 21 aprile .  Da pc c’è anche la versione sfogliabile (CLICCA QUI)

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