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Quo Vadis Impresa e i «superpoteri dell’AI»

I tre speaker hanno offerto uno sguardo privilegiato sull’intelligenza artificiale e il suo impatto sul tessuto produttivo locale

Quo Vadis Impresa e i «superpoteri dell’AI»

Si è svolto martedì 11 novembre, al Varo Loft di Valmadrera, il secondo appuntamento del ciclo «Quo Vadis Impresa? Tre incontri per accendere il futuro», promosso da Clinica San Martino e Varo. L’evento, dal titolo «I superpoteri dell’AI – Capire l’intelligenza artificiale: dalla teoria all’impatto sulle piccole imprese», ha offerto uno sguardo concreto sull’innovazione e sul ruolo che l’intelligenza artificiale può avere per le piccole e medie imprese del territorio. «Il metodo di questi incontri è il dialogo e la partecipazione – ha sottolineato Marta Rota di Varo – perché solo attraverso il confronto si possono comprendere le sfide del presente e costruire insieme il futuro». Sulla stessa linea Alberto Pedretti di Clinica San Martino: «l’intelligenza artificiale è un tema molto discusso, ma oggi abbiamo voluto affrontarlo in modo stimolante e utile per la nostra attività quotidiana».

Quo Vadis Impresa e i «superpoteri dell’AI»

Protagonisti della serata sono stati Nicola Pedretti, Andrea Calcagni e Alyssa Evans, tre esperti che hanno offerto una lettura diversa ma complementare del tema, spaziando dalla teoria alle applicazioni concrete fino alla visione internazionale. Nicola Pedretti, oggi Chief Technology Officer di Clinica San Martino, con alle spalle un’esperienza di sei anni in Amazon, ha spiegato, con un linguaggio chiaro e accessibile, che «stiamo insegnando a una funzione matematica molto complessa a replicare la realtà». L’intelligenza artificiale, ha sottolineato, «non è magia ma un calcolatore di probabilità che impara dai dati». Per le imprese, il vero valore sta nella capacità di individuare i problemi e tradurli in modelli basati su dati corretti, «perché solo così l’IA può davvero diventare uno strumento al servizio del lavoro umano».

Andrea Calcagni e Alyssa Evans

Andrea Calcagni, fondatore e Ceo della startup lecchese Neural Factory, ha mostrato come l’IA possa già oggi interagire con i software gestionali aziendali, riconoscere gli strumenti disponibili e scegliere autonomamente come impiegarli per ottimizzare tempi e processi. «Non credo in un futuro dominato solo dall’intelligenza artificiale – ha detto – perché il ruolo dell’uomo resta centrale: è l’addestratore, colui che scrive le regole e trasferisce conoscenze alla macchina». Alyssa Evans, con un background nelle startup e nelle big tech statunitensi e oggi Director of Operations per Allie K. Miller, ha illustrato i trend globali: la spesa mondiale per l’IA è in forte crescita e l’adozione di queste tecnologie è passata, in un solo anno, dal 55 al 78%. «Sviluppate la vostra intuizione – ha suggerito -: l’obiettivo non è solo ridurre i tempi, ma creare valore e nuove entrate. E se il vostro competitor usa l’IA e voi no, è tempo di svegliarsi: siete già rimasti indietro».

Gli interventi dei presenti

Ampio spazio è stato dedicato al dibattito, con interventi che hanno reso l’incontro un vero momento di confronto tra imprese, scuola e professionisti. Marta Rota ha spiegato come Varo stia già lavorando alla raccolta e gestione dei dati «per creare chatbot in grado di assistere i clienti e di trasmettere il sapere aziendale tra le generazioni». Andrea Pontiggia di Creeo Studio ha invitato a «smitizzare l’IA mostrando esempi pratici», mentre Giuseppe Giussani di Elettrosystem ha parlato di «un cambiamento radicale nel modo di operare quotidiano». Nel settore finanziario, Giuseppe Antonelli di Allianz Bank Lecco ha evidenziato che l’IA può gestire le attività ripetitive, «ma le relazioni umane restano insostituibili». Più cauto Mauro Califano di Rodacciai, che ha espresso «timore di perdere la capacità di discernere e di leggere le persone negli occhi», mentre Simone Redaelli di Digitec ha tracciato un parallelo con l’uso del navigatore: «non si torna indietro, il punto è capire come questi strumenti ragionano».

Nuove opportunità

Dal mondo-scuola è intervenuta Laura Arrigoni dell’Istituto Maria Ausiliatrice, che ha sollevato la necessità di «insegnare ai ragazzi a sviluppare la propria intelligenza accanto a quella artificiale». Gli studenti presenti hanno sottolineato l’utilità dell’IA «per risolvere problemi e svolgere più velocemente le mansioni lavorative». Giorgio Panzeri di Bgm Elettronica ha richiamato l’attenzione sulla legislazione, mentre Lorenzo e Stefano Della Bella hanno visto nell’IA «una fonte di nuovi ricavi e un’occasione per restare utili ai clienti». Valeria Cola di Opiquad ha parlato di «un’enorme opportunità per gestire i dati nei processi e nei servizi», e infine Paolo Galbiati, consulente d’impresa, ha ricordato che «ogni modello va adattato alla singola azienda».