Confindustria Lecco Sondrio

Questa Europa non piace agli industriali lecchesi, provvedimenti discutibili e costi rilevanti

L’assemblea, svoltasi venerdì scorso a Lariofiere, ha fatto il punto su «Asimmetrie. Il mondo di oggi e i nuovi equilibri». Presente Orsini

Questa Europa non piace agli industriali lecchesi, provvedimenti discutibili e costi rilevanti
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Questa Europa non convince gli industriali. Lo ha ribadito a chiare lettere Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, venerdì pomeriggio, durante l’assemblea svoltasi a Lariofiere insieme ai colleghi di Confindustria Como, che ha esordito con una premessa («Oggi ci confrontiamo con un pensiero unico dominante, una narrazione a senso unico»), per poi affondare il colpo: «La Commissione Europea e i Governi hanno preso provvedimenti molto discutibili i cui costi sono stati molto rilevanti per cittadini e imprese. E’ surreale evidenziare l’importanza dell’ecologia , tutti noi vogliamo vivere in un mondo più green e più sostenibile, ma è un problema globale e che ha bisogno di risposte globali. Qui invece assistiamo a un integralismo dogmatico che sabota l’economia. L’Europa sul clima ha fatto errori gravi, preso provvedimenti che non hanno prodotto risultati significativi  a fronte di costi rilevantissimi». Questa politica, secondo Campanari, «sta distruggendo filiere industriali importanti come l’automotive, la siderurgia, la chimica, la ceramica, la carta... La lotta al cambiamento climatico non funziona e i nostri sforzi – costosissimi – producono risultati insignificanti».

Questa Europa non piace agli industriali lecchesi, provvedimenti discutibili e costi rilevanti

Un cahier de doleance  condiviso dal presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna: «Viviamo in un’epoca di cambiamento di grande discontinuità che è sistemica, intersettoriale e che tocca tutti. I comportamenti dei consumatori sono cambiati con il Covid ed è cambiato pure il rapporto delle persone con il lavoro. Ora l’Intelligenza Artificiale porterà a nuovi cambiamenti, che saranno pervasivi».  Poi, sottolineando la discontinuità introdotta da Uber e Ryannair, ha ammonito: «Il nostro rischio è di essere tassisti in un’epoca di Uber…».
Brenna ha poi lanciato un segnale di speranza per superare questa fase complessa e delicata: «Dobbiamo fare rete e lavorare tutti insieme nella stessa direzione. Como, Lecco e Sondrio lo stanno facendo con il masterplan affidato a The European House Ambrosetti. Noi abbiamo investito in questo progetto ma non è il progetto di Confindustria: dobbiamo lavorare affinchè questo percorso veda coinvolti tutti, dalle imprese alle istituzioni locali».
«Lecco, Sondrio e Como rappresentano un’area vasta che ha enormi punti in comune ed è doveroso metterci in gioco», ha aggiunto Campanari. Il presidente lecchese ha poi stigmatizzato l’Italia dei pregiudizi, dell’autolesionismo mediatico, dell’economia che continua ad arrancare, che va tutto a catafascio. «Questa narrazione è molto potente – ha precisato Campanari – ma bisogna dire con forza che c’è anche un’Italia delle Pmi che producono, innovano e conquistano il mondo. Un’Italia uscita a razzo dalla pandemia, che da quattro anni consecutivi cresce di più di Francia e Germania, che ha un Pil migliore di molti Paesi europei e che ha sorpassato il Giappone diventando il quarto Paese al mondo per l’export. Tutto ciò non è avvenuto per caso, ma per una combinazione di fattori come l’Industria 4.0, la capacità delle Pmi di fare rete, di organizzarsi in distretti e di essere flessibili».
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