Valle San Martino

Presidio delle lavoratici ex Legler senza stipendio da aprile

La manifestazione di protesta è andata in scena questa mattina

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"Vogliamo i nostri soldi" si leggeva sul drappo bianco appeso fuori dallo storico punto vendita ex Legler di Calolzio questa mattina, martedì 2 agosto 2022,  durante il presidio organizzato dalla Cgil,  ma l'implorazione delle storiche lavoratici del negozio era anche e soprattutto "Ridateci il nostro lavoro, la nostra dignità". Sì perchè le 8 dipendenti da maggio, quando le serrande del market di corso Dante si sono abbassate, sono "a casa" e da aprile non vedono il becco di un quattrino. 

E' stato Rino Maisto,  funzionario sindacale della Filcams Cgil Lecco, a ricostruire la complessa vicenda della ex Cooperativa Legler che è stata messa in liquidazione nel 2021. La storica azienda, fondata nel 1901 a Ponte San Pietro dal proprietario del cotonificio Matteo Legler, era in concordato preventivo già  dal 2019. Legler ha chiuso  il comparto tessile (rilevato recentemente da una grossa società cinese) famoso e importante anche per Calolzio "tenendo  invece aperto, attraverso un trasferimento d'azienda, il ramo alimentare".

I passaggi di proprietà, la mancanza di merce, la chiusura

In particolare  il  punto vendita di Calolzio (così come quelli di Ponte San Pietro e quello di Treviolo) nel luglio del 2021 è stato rilevato dalla società Armonie Spa. Ma nel giro di poco tempo sono iniziate le prime criticità. Dall'inizio del 2022 i negozi sono rimasti vuoti e carenti di merce. Sono iniziati i  ritardi nei pagamenti  poi, nel maggio di quest'anno i punti vendita hanno abbassato le serrande, gli stipendi non sono stati più corrisposti e contemporaneamente Armonie ha ceduto ad un'altra società, la Sinergie Srl che ha il medesimo legale rappresentante. E non è finita qui perchè, come in un gioco di scatole cinesi,  c'è stato un ulteriore trasferimento dei tre punti vendita ad un'altra società denominata Mb Srl.

Ex Legler, lavoratrici a Calolzio dal 90

"Le lavoratrici  calolziesi sono impiegate in questo punto vendita dal 1990 - ha sottolineato Maisto - Oggi vogliamo pubblicamente denunciare la situazione surreale che stanno  vivendo queste persone. Speriamo che con questo presidio qualcosa si smuova e che Comune e istituzioni competenti ci diano un aiuto a salvaguardare l'occupazione di queste donne che hanno anche una certa anzianità di servizio e questo non rende certo facile una loro ricollocazione".

La testimonianza diretta delle donne senza lavoro

"Siamo senza lavoro, senza stipendio e non sappiamo cosa fare. Ci danno false speranze e continuano a rimandare le date della riapertura. Quando il negozio è stato chiuso ci avevano detto che le serrande si sarebbero rialzate entro 20 giorni, poi giugno e poi settembre. Ma di concreto non c'è nulla. In queste condizioni non possiamo nemmeno cercarci un altro posto di lavoro e noi abbiamo bisogno di lavorare".

Le difficoltà anche a Ponte San Pietro e Treviolo

Una situazione che, come detto che non riguarda solo Calolzio, ma anche i punti vendita della Bergamasca. 19 in tutto, come ha ricordato Matteo Errico, funzionario sindacale della Filcams Cgil Bergamo presente oggi al presidio, le famiglie che vivono con una grossa incognita sulla testa.  "Sosteniamo i 19 lavoratori che  tra Calolzio, Ponte San Pietro e Treviolo ancora oggi stanno aspettando gli stipendi arretrati da aprile e che dal 2 maggio, quando i negozi sono stati chiusi, sono senza un lavoro. Non hanno alcuna certezza. In teoria la ripartenza era fissata per il 20 lugli.  Oggi siamo ad agosto, queste persone non hanno i loro soldi, non sanno che ne sarà del loro futuro e noi non abbiamo alcuna risposta. Per altro non mancano difficoltà d avere una interlocuzione con la proprietà".

La solidarietà di Cambia Calolzio alle lavoratrici ex Legler

Presente alla manifestazione di oggi  per sostenere i lavoratori anche Giuliano Baracchetti in rappresentanza del gruppo Cambia Calolzio.

"Chiediamo alle istituzioni di  intervenite per garantire i diritti dei lavoratori, a partire dagli stipendi mancanti. Chiediamo a tutta la comunità una solidarietà forte e impegnata. Noi dal canto nostro continueremo a stare accanto ai dipendenti in difficoltà".

Mario Stojanovic

 

 

 

 

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