Marco Ghezzi di Allianz 231: "Imprese, attente ai rischi catastrofali"
Il titolare dell’agenzia di Merate, ha fatto chiarezza su una norma contenuta nella Legge di Bilancio 2024, analizzando le ricadute per le aziende
Ogni imprenditore si trova oggi a fare i conti con il rischio catastrofale: si tratta di ipotesi che non possono essere trascurate da chi fa impresa, anche nel nostro territorio. La cronaca è piuttosto chiara e a mettere in moto possibili precauzioni è stato il Governo, con la Legge di Bilancio 2024, uscita il 30 dicembre 2023. In sostanza la norma afferma che «le imprese sono tenute ad assicurarsi contro tali rischi». Ma qual è la situazione odierna, a quasi un anno di distanza? A fare chiarezza è stato Marco Ghezzi, titolare dell’agenzia Allianz 231 di Merate, relatore dell’incontro «Rischi catastrofali: la Legge di Bilancio 2024 e le ricadute per le imprese», ultimo appuntamento del ciclo «Imprese e capitale umano. Il lavoro del domani», organizzato da Netweek con agenzia Allianz 231, Opiquad di Merate e Confapi Lecco e Sondrio.
Marco Ghezzi: «Imprese, attente ai rischi catastrofali»
Davanti a imprenditori e stakeholders intervenuti alla colazione di lavoro svoltasi lo scorso giovedì all’Hotel Promessi Sposi di Malgrate, Marco Ghezzi ha esordito riassumendo quanto successo negli ultimi undici mesi: «L’Italia è il paese in Europa che soffre di più il cambiamento climatico e la storia recente ci mostra ripercussioni non indifferenti, non possiamo far finta di nulla perché quello che prima era impossibile ora, purtroppo, è possibile. L’onere è quasi tutto sullo Stato e quando capita un evento catastrofico i tempi per rimettersi in moto sono lunghi. Ciò per le imprese significa chiudere. Con la Legge di Bilancio 2024, che “invita” le aziende ad assicurarsi su tali rischi, l’onere passa alle imprese, che si ritrovano dunque a fronteggiare un costo in più». Entriamo nel dettaglio: «In sostanza è stato introdotto un obbligo di assicurazione, perché è vero che “le imprese sono tenute ad assicurarsi”, ma è anche vero che, come riportato nell’articolo 1, comma 102, della legge, “un’azienda ha bisogno di contributi, sovvenzioni, agevolazioni, cassa integrazione, sarà tenuto conto se si ha l’assicurazione contro i rischi catastrofali. Siamo praticamente di fronte a un obbligo. Inoltre la legge rimanda ad un decreto attuativo, la cui prima bozza è uscita a fine estate: oggi siamo alla bozza definitiva approvata, ma potrebbero esserci ulteriori modifiche. Cosa significa tutto ciò? Che le idee non erano chiare sin dall’inizio, il Governo non si è confrontato a sufficienza con i player, ovvero imprese e compagnie di assicurazioni».
Soggetti e tempistiche
Passiamo poi a comprendere chi è tenuto ad assicurarsi: «Legge di bilancio e decreto attuativo si riferiscono ad ogni impresa, eccetto le aziende agricole, gli autonomi e i liberi professionisti - ha proseguito Ghezzi - serve assicurare il terreno, i fabbricati, i macchinari, mentre manca un riferimento alla merce. Personalmente consiglio di inserire anche i danni indiretti: se l’azienda resta ferma per 10 mesi chi mi ripaga il tempo perso?». E le tempistiche? «La legge dice 1 gennaio 2025 e 90 giorni dal decreto attuativo. Se ho già la copertura assicurativa mi dovrò adeguare alla prima scadenza annuale o semestrale del contratto. Suggerisco di confrontarsi con l’assicuratore, farsi fare un preventivo e nel caso mettere come decorrenza 31 dicembre 2024». Prosegue Ghezzi: «Sono convinto che oggi sia necessario assicurarsi su eventi che se accadono ci mettono in ginocchio e quindi mi riferisco ai rischi catastrofali. Penso anche che quando un imprenditore paga l’assicurazione debba pretendere che gli si apra un mondo: ci devono vedere come consulenti, in grado di fornire un aiuto. Purtroppo nel nostro paese la cultura assicurativa è pari a zero e spesso è colpa di noi assicuratori: serve iniziare ad interpretare il ruolo in modo differente».
Gli interventi dei presenti
Le parole di Marco Ghezzi hanno stimolato domande e interventi dal pubblico. A partire da Marilena Vergani di Federmanager Lecco: «Opero nel settore automotive e fotografare l’esatto valore dello stampo è molto difficile, avendo picchi di produzione molto alti, come si può fare per avere un’assicurazione?», a cui Ghezzi ha risposto «serve studiare una polizza in cui si interviene sul valore in funzione di una precisa cadenza temporale. Ciò mi permette di aggiungere che ogni imprenditore deve pretendere dal proprio consulente assicurativo lo studio di una strategia». Ecco poi Paolo Busnelli, ex presidente di Acsm-Agam ed ex vice presidente di Acinque: «La legge è nata già zoppa, penso per esempio ad un aspetto: come riusciranno a convincere un imprenditore che si trova in una zona a rischio eruzione ad assicurarsi contro altre catastrofi? All’appello manca poi un attore, ovvero le aziende che lavorano sul fronte previsionale, elaborando modelli per le assicurazioni». Michele Ticozzi, responsabile finanziario di Confartigianato Lecco porta il focus sulle associazioni di categoria: «Il nostro compito è guidare l’associazione alla comprensione di questo fatto; non sempre è facile, perché in certi ambienti l’associato fa fatica, alcuni mondi non hanno grande empatia», mentre Simone Zanotti, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di APA Confartigianato Imprese ha aggiunto «dobbiamo far digerire alle PMI questa legge, aiutandoli nell’interpretazione, affidandosi a consulenti che rendano “potabile” questa legge. La figura del risk manager è molto importante in tal senso. Stiamo cercando di organizzare incontri consulenti per fare informazioni in quest’ottica».
“Creare un percorso di consapevolezza”
Continua Luigi Rosa di R4 Automazioni: «La maggior parte delle aziende associate a Confapi Lecco ha già questa assicurazione da anni, ora che è diventato un obbligo bisogna vedere come si comporteranno le compagnie». È stato poi il turno di Loretta Lazzarini, titolare del Centro Servizi Immobiliari: «Importante costruire una rete forte, io associato chiedo all’associazione di categoria di chiamare un alto esperto dell’argomento, proponendo riunioni illustrative conoscitive della norma. Noi imprenditori abbiamo bisogno di conoscenza e consapevolezza delle norme, solo così possiamo scegliere». L’avvocato Stefano Simonetti ha continuato: «Le norme devono creare un percorso di consapevolezza nel tutelare la propria azienda, la propria famiglia e quella dei collaboratori. Dobbiamo uscire dal paradigma dello spendere meno possibile con l’assicurazione». Natalino Anzalone, ceo di Green Eco Contract, non ha condiviso l’approccio delle associazioni di categoria: «I rischi non sono gli stessi di vent’anni, sono completamente diversi. Se voglio fare l’imprenditore devo capire qual è il mio rischio all’interno del mercato. Necessario affidarsi a professionisti in grado di valutare il rischio».
Il ruolo del risk manager
Avanti con Fabiano Sgheiz, vice direttore BCC Brianza e Laghi: «I rischi ESG partono dalla valutazione del rischio territoriale e nel nostro territorio è idrogeologico. L’introduzione del risk manager per noi è stata molto impattante sull’operatività, copre rischi che difficilmente si percepiscono, ma ciò è necessario perché l’impresa deve guardare a lungo termine». Infine Elena Viganò di Varo: «Sfido chiunque a leggere una polizza e comprenderla appieno, la figura dell’assicuratore è importante, deve spiegare nel dettaglio e permetterci di comprendere».