L'emergenza Coronavirus mette in ginocchio l'economia lecchese: cali considerevoli in tutti i settori I DATI
La nota positiva è che fino ad oggi l'occupazione nel suo complesso sembra aver tenuto, anche grazie al ricorso alla cassa integrazione
L'emergenza Coronavirus mette in ginocchio l'economia lecchese: cali considerevoli in tutti i settori
Industria
Per quanto riguarda il settore industriale, entrambi i territori dell’area lariana registrano variazioni pesantemente negative (Como è addirittura la provincia lombarda che vede calare maggiormente produzione e ordini):
per la provincia di Como produzione, ordini e fatturato calano di oltre 25 punti percentuali (rispettivamente -28%, -31% e -26,6%, contro il -20,7%, -21,2% e -19,6% lombardi). L’indice medio della produzione industriale comasca si è attestato a 72,8 (media 2010=100), contro il 91,9 lombardo; inferiori alla media regionale sono anche gli indici medi di fatturato e ordini (rispettivamente 84,7 e 81,2, contro 108 e 97,7 della Lombardia). Tutti i principali settori dell’economia locale evidenziano cali, sia pur di diversa entità: “tessile”, -15,9%;
- “legno-mobilio”, -20%; “meccanica”, -6%. Risulta in crescita di 6 punti percentuali la produzione del comparto “carta-stampa”, mentre più contenuti sono gli aumenti di “gomma-plastica”, “alimentari” e “mezzi di trasporto”(compresi tra il +0,5% del primo settore e il +1,3% dell’ultimo). Rispetto al secondo trimestre del 2019, anche l’occupazione industriale a Como risulta in calo (-1,7%, contro il -0,7% della Lombardia); l’indice medio si è attestato a 91,1 (media 2010=100); in Lombardia è a quota 100,4 .
Analizzando nel complesso il primo semestre 2020, produzione, ordini e fatturato delle aziende industriali comasche registrano variazioni medie in calo di oltre 18 punti percentuali (rispettivamente -18,8%, -21,2% e -18,5%): tutte diminuzioni superiori alla media della Lombardia, che ha visto scendere la produzione del 15,5%, gli ordini del 14,1% e il fatturato del 14,2%. L’occupazione industriale è diminuita dell’1,7% rispetto a fine giugno dello scorso anno (Lombardia -0,4%).
- Produzione, ordini e fatturato delle imprese industriali lecchesi evidenziano cali superiori ai 14 punti percentuali (rispettivamente -14,3%, -17,5% e -15,1%)2. Ciononostante, nel 2° trimestre 2020 gli indici medi si mantengono superiori a quota 100 (media 2010=100) e più alti della media regionale (a Lecco l’indice della produzione si è attestato a 111,8, quello degli ordini a 102 e quello del fatturato a 114,9). Solo per il comparto della “carta-stampa” si nota una crescita tendenziale della produzione (+5,5%), mentre i due comparti principali dell’economia lecchese fanno registrare cali significativi: “siderurgia” -15,2% e “meccanica” -15,4%3. La variazione tendenziale dell’occupazione industriale è stata anch’essa negativa (-0,4%) e l’indice medio si è attestato a 104,7 (media 2010=100), oltre 4 punti percentuali sopra la media regionale.
Focalizzando l’attenzione sul primo semestre 2020, produzione, ordini e fatturato delle aziende industriali lecchesi registrano variazioni medie in calo di oltre 9 punti percentuali (rispettivamente -9,5%, -11,7% e -11,4%), tutte diminuzioni inferiori alla media della Lombardia. L’occupazione industriale è diminuita dello 0,6% rispetto a fine giugno 2019.
Artigianato
Anche la produzione del comparto artigiano evidenzia cali significativi in entrambe le province lariane (Como -26,2%; Lecco, -23,9%); gli ordini evidenziano una diminuzione più marcata a Como (rispettivamente -23,7% e -16,7%), mentre il fatturato scende di oltre 25 punti percentuali in tutti e due i territori (-25,6% e -26%):
A Como i cali di produzione, ordini e fatturato sono più elevati rispetto alla media lombarda (pari rispettivamente a -24,3%, -22,3% e -23,5%). I tre settori principali dell’economia comasca hanno tutti registrato una diminuzione della produzione superiore ai 20 punti percentuali: “tessile” -51,8%; “meccanica” -27%; “legno-mobilio” -24%. L’indice medio della produzione artigiana nel 2° trimestre 2020 si è attestato a 83 (media 2010=100); quello degli ordini a 79,8 e quello del fatturato a 79,9. Nonostante i forti cali registrati, tutti e 3 i valori comaschi sono superiori alla media lombarda (produzione 76,1; ordini 74,4; fatturato 76,7). Rispetto a fine giugno dello scorso anno, l’occupazione è scesa del 2,9% e il numero indice si è attestato a 96,2 (contro il -1,9% lombardo; l’indice regionale è posizionato a quota 98).
Analizzando il primo semestre 2020, produzione, ordini e fatturato delle aziende artigiane comasche registrano variazioni medie in calo di oltre 16 punti percentuali (rispettivamente -19%, -16,4% e -17,6%); ordini e fatturato fanno registrate cali meno significativi rispetto alla media della Lombardia (rispettivamente -17,7% e -18,3%), mentre la produzione evidenzia una variazione peggiore (in Lombardia -18,8%). L’occupazione industriale è diminuita del 2,4% rispetto a fine giugno 2019 (contro il -1,3% della Lombardia).
A Lecco si verificano cali di produzione, ordini e fatturato meno elevati rispetto alla media lombarda. I settori con il maggior numero di interviste rilevano diminuzioni della produzione superiori agli 11 punti percentuali: “meccanica” (-28,3%); “carta stampa” (-20,9%); “tessile” (-11,7%). Da segnalare anche il -41,7% del legno-mobilio e il -22,5% dell’abbigliamento.
Commercio e servizi
Nel secondo trimestre 2020, in entrambi i territori dell’area lariana sembra ancora tenere l’occupazione nel commercio, mentre si registra una diminuzione nei servizi; in forte calo il volume d’affari di tutti e due i settori del terziario:
- il territorio comasco evidenzia un calo del volume d’affari del 10,6% nel commercio e del 29,1% nei servizi (la media regionale si è attestata a -13,9% per il primo comparto e a -23,5% per il secondo). L’indice medio è stato pari a 80,9 per le imprese del commercio e a 68,5 per quelle dei servizi (a livello regionale, rispettivamente 75,6 e 80,3). Valori positivi per l’occupazione del commercio: la variazione tendenziale del 2° trimestre 2020 è stata del +1,2%, (contro il +0,8% regionale), mentre si è registrato un calo nei servizi (-1,2%, contro il -0,5% della Lombardia); il numero indice ha raggiunto quota 103,5 per il commercio e 132,2 per i servizi (i dati regionali sono rispettivamente pari a 100,8 e 110,1).
Analizzando il primo semestre 2020, le imprese comasche del commercio hanno evidenziato un calo del volume d’affari (-9,3%, contro il -10,6% regionale) e una crescita dell’occupazione (+1,6% contro il +1,1% della Lombardia). Nei servizi, a Como, si è registrato un forte calo del volume d’affari, mentre è restata pressoché stabile l’occupazione (rispettivamente -18,9% e +0,1%, a fronte del -16,8% e del -0,6% regionali).
- In provincia di Lecco la variazione del volume d’affari è negativa sia per il commercio (-2,3%), sia soprattutto per i servizi (-19,1%). L’indice medio del volume d’affari nel 2° trimestre è stato pari a 81 per le imprese del commercio e a 81,4 per quelle dei servizi. Per il commercio si evidenzia un incremento dell’occupazione (+4,1%), mentre nell’altro comparto del terziario risulta un leggero calo (-0,3%). I numeri indice di entrambi i comparti risultano superiori all’anno base (commercio 105,1 e servizi 104,6).
Prendendo in considerazione il primo semestre 2020, le imprese lecchesi del terziario hanno evidenziato cali significativi del volume d’affari sia nel commercio (-4%) che nei servizi (-17,1%). Nonostante ciò, si registra una crescita dell’occupazione in entrambi i comparti: +3,6% nel commercio e +0,4% nei servizi.
Le aspettative
Pur con saldi tra ottimisti e pessimisti negativi, migliorano decisamente le aspettative degli imprenditori lariani per il 3° trimestre 2020.
Per Como il saldo tra imprenditori industriali ottimisti e pessimisti relativo alla produzione passa da -52,8% della precedente indagine a -10,9%; quello della domanda interna da -63,6% a -17,4%; quello della domada estera da -50% a -8,5%. Anche per l’andamento dell’occupazione la differenza migliora, passando dal -29,6% dell’indagine precedente al -22,8%. Le aspettative del comparto artigiano rimangono anch’esse negative, ma in miglioramento: il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo all’occupazione passa da -21,1% a -20,4%; quello della produzione da -60,9% a -47,8%; quello della domanda interna da -62,9% a -56,5%. In peggioramento, invece, le aspettative sulla domanda estera: il saldo passa da -24,6% a -27,9%. Secondo gli intervistati, gli effetti dell’emergenza Coronavirus continueranno a farsi sentire anche nel terziario, con aspettative negative su volume d’affari e occupazione (seppure in miglioramento rispetto all’indagine precedente). Nel commercio il saldo tra pessimisti e ottimisti relativo alle vendite del 3° trimestre 2020 passa da -44,8% a -20,8% e quello dell’occupazione da -19,8% a -12,9%. Nei servizi le differenze tra ottimisti e pessimisti passano da -70,1% a -21,4%, mentre per l’occupazione da -21,7% a -11,1%.
Anche a Lecco, nell’industria i saldi tra imprenditori industriali ottimisti e pessimisti registrano un significativo miglioramento: domanda interna da -58,6% a -27,7%; domanda estera da -50,5% a -23,2%; produzione da -51,5% a -24,4%; occupazione da -17,2% a -14,5%. Anche i saldi dell’artigianato, pur restando negativi, fanno intravedere un miglioramento per produzione, domanda e occupazione. La differenza relativa alla prima si attesta a -52,6% contro il -65% dell’indagine precedente; quella della domanda interna passa da -70% a -52% e quella estera da -42,6% a -22,5%. Anche il saldo dell’occupazione migliora, attestandosi a -11,7% contro il -20,2% della precedente rilevazione. Nel terziario, le aspettative degli imprenditori del commercio sul volume di affari e sull’occupazione confermano i saldi negativi rilevati nella scorsa indagine, ma pure in questo caso con valori in miglioramento: per le vendite la differenza passa da -26,2% a -8,8%, per l’occupazione da -14,8% a -4,5%. Anche nei servizi le aspettative su volume d’affari e occupazione migliorano: il saldo relativo al volume d’affari passa da -70,1% dell’indagine precedente a -34,1%, mentre quello dell’occupazione da -23,3% a -12,9%.