Villa d'Adda

Icar: si apre la strada dell’amministrazione straordinaria

I sindacati chiedono una soluzione rapida per salvare gli oltre 200 posti di lavoro.

Icar: si apre la strada dell’amministrazione straordinaria
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Per Icar, la storica azienda brianzola in liquidazione, si apre la strada dell’amministrazione straordinaria.

Icar verso l’amministrazione straordinaria

Fare il possibile per salvare gli oltre duecento posti di lavoro distribuiti tra la sede di via Isonzo, a Monza (dove si trova la gran parte della forza lavoro) e quella di Villa d’Adda. La liquidatrice dell’azienda (attiva dal 1946 nella produzione di condensatori elettrici e sistemi in bassa e media tensione e ora in liquidazione) ha annunciato come sia stata inviata la richiesta di amministrazione straordinaria che coinvolgerà tutti i lavoratori dei siti produttivi. Una soluzione che era stata preannunciata dai sindacalisti della Fim Cisl e della Fiom Cgil che seguono la vicenda e che avevano indicato proprio nell’amministrazione straordinaria lo scenario più plausibile.

Problemi già in estate

I primi problemi, per le lavoratrici e i lavoratori della Icar, si erano manifestati a giugno quando l’azienda non aveva pagato ai dipendenti il premio produttività. Per poi aggravarsi a ottobre, quando ai lavoratori, nella busta paga di settembre, non era stata pagata anticipatamente la cassa integrazione. Infine sono arrivati i mancati pagamenti degli stipendi per mancanza di liquidità. Una situazione che i lavoratori non si spiegano visto che la produzione era continuata anche durante tutto il periodo del lockdwon. E le commesse non sono mai venute a mancare, nonostante, come hanno spiegato i lavoratori stessi durante il presidio che si è tenuto a fine novembre fuori dalla sede di via Isonzo, “le difficoltà nell’approvvigionamento dei componenti non mancano, visto che, con la situazione che si è venuta a creare, i fornitori ci pensano due volte prima di accettare ordinativi”.

“Soluzioni veloci per salvare i posti di lavoro”

L’amministrazione straordinaria comporterebbe l’individuazione di un commissario incaricato di individuare potenziali nuovi acquirenti. E per i lavoratori significherebbe la cassa integrazione straordinaria che potrebbe arrivare a due anni.

“Le lavoratrici e i lavoratori insieme alle organizzazioni sindacali interesseranno il Ministero dello Sviluppo economico e la Regione affinché si intraprenda un percorso che sia il più veloce possibile per una soluzione industriale positiva a salvaguardia dell’occupazione, delle competenze professionali e del reddito dei dipendenti”, hanno fatto sapere Gabriele Fiore e Patricia Lupi, rispettivamente di Fim Cisl e Fiom Cgil.

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