Un natale Nero

Crisi alla Voss di Osnago, la lettera aperta dei dipendenti

70 posti di lavoro sono fortemente a rischio per i lavoratori dell'azienda di via Stoppani a Osnago.

Crisi alla Voss di Osnago, la lettera aperta dei dipendenti
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei dipendenti della Voss (ex Larga) di Osnago che da ormai un paio di settimane stanno protestando fuori dai cancelli dell'azienda di via Stoppani dopo la decisione annunciata dalla proprietà tedesca di voler chiudere e smantellare il sito produttivo.

La lettera dei dipendenti della Voss di Osnago

Alla cortese attenzione del comune di Osnago, nella persona del primo cittadino Paolo Brivio, agli assessori che hanno visitato il picchetto di protesta davanti ai cancelli della Voss di via Stoppani. Ai sindacati FIM-CISL Monza Brianza Lecco e FIOM CGIL Lecco che ci stanno sostenendo.
Al circolo Arci che ci ha supportato con pasti caldi.
Alle forze dell'ordine che svolgono il loro prezioso lavoro con rigore, umanità e rispetto per la situazione.
Da parte dei lavoratori VOSS di via Stoppani un sentito GRAZIE!
È un duro colpo quello che la VOSS FLUID ci ha inferto poco prima di Natale.
Beh pensandoci bene un colpo così non è che alla befana avrebbe fatto meno male... però dopo l'immacolata è proprio una scelta infame!
Un po' come le persone che hanno tenuto nascosta la realtà, negato l'evidenza che era chiara a molti!

Da mesi ormai (Luglio 2020) i materiali erano spediti in Germania in casa madre invece che ai clienti, e con quanta fretta! Questo creava non pochi sospetti... noi lavoravamo, ci speravamo, ma non potevamo non pensarci. Un po' come i bambini quando vedono che i pacchi regalo sotto l'albero sono tutti incartati con la carta regalo che hanno visto 365 giorni l'anno sul mobile della camera di mamma e papà... è un grosso indizio, ma non ci vuoi credere, perché in fondo ci speri.
E noi ci speravamo. Non solo per ingenuità autoimposta, FORSE anche perché a domanda specifica “ci dobbiamo preoccupare?” qualcuno dei suddetti “manager” diversamente trasparenti rispondeva “Ma va, figurati. Se fosse così sarei il primo ad andarmene”.
Bravi attori. Come manager mica tanto, ma come attori... Stanislavsky levati. Indiscrezioni dicono che Scorsese sia già sulle loro tracce. Anche perché, visto come hanno gestito l'azienda negli ultimi 4 anni, non penso ci sia la fila di aziende per accaparrarseli.
Ora quegli stessi “manager” siedono in azienda (in 5) non si sa bene a fare cosa. Gestiscono se stessi, dato che sotto di loro non ci sono più riporti, come 5 particelle di sodio in acqua Lete.
E tra un togliersi il nero dalle unghie col bordo del fermaglio e uno screen watching... credo proprio stiano leggendo attentamente il CARTELLONE (va scritto grande, sempre).
Sì, perchè in OGNI ufficio dei responsabili di funzione era affisso il CARTELLONE con il decalogo del bravo manager. Il CARTELLONE recitava a caratteri cubitali “Gestiamo le persone con LEALTA’ e RISPETTO”. E meno male!!! Lealtà, beh...
Diciamo che ci può bastare quello che abbiamo visto da Luglio ad oggi! Hanno dato prova di saperla gestire, la lealtà. Sfavillanti in ogni loro movenza. Senza mai perdere nemmeno una occasione per brillare. In negativo.
Questi 6 mesi ci bastano. Non sforzatevi oltre, per carità. Grazie.
Ora sarebbe il momento del RISPETTO.
Sarebbe il momento di difendere i più deboli, di salvaguardare il benessere delle famiglie che sullo stipendio della Voss vivono.
Sarebbe il momento di riconoscere la dignità del lavoro svolto da 70 persone in anni di servizio (ma solo gli ultimi 5 in perdita), invece di mandarli a casa con un piatto di lenticchie.
Sarebbe il momento di sedersi al tavolo delle trattative senza arroganza, ma con spirito di umanità, perchè questo fa la differenza tra essere un leader o essere un quaqquaraquà (per dirla alla Totò).
INTANTO...
In questa situazione angosciante, con grossi dubbi sul futuro e incertezza sul da farsi c'è stato un piccolo miracolo, un insieme di tanti piccoli gesti che sommati ci hanno infuso speranza. Speranza innanzitutto nell'umanità. Nel buono che c'è in ognuno di noi.
I sindacati ci hanno sin dal principio supportato in questa lotta, stando sempre al nostro fianco, e questo è un ausilio preziosissimo.
E poi piano piano il tam tam mediatico è partito.
Piano piano il numero di sindacalisti che hanno a cuore le nostre sorti è cresciuto.
Piano piano sono arrivati i pensionati che lavoravano lì quando l'azienda si chiamava ancora “LARGA” a dimostrarci solidarietà.
Piano piano sono arrivati altri lavoratori che stanno subendo lo stesso tipo di trattamento per condividere lo sconforto.
Piano piano sono arrivati bancali e legna da ardere, per scaldarci in queste fredde giornate.
Piano piano sono arrivate le televisioni, per dare voce alla protesta.
Piano piano sono arrivati gli “OTTONI A SCOPPIO” una banda di strumenti a fiato a suonare fuori dai cancelli, per allietare la serata e farci forza.
Piano piano sono arrivati i lavoratori di un'azienda vicina, che hanno portato 70 panettoni.
Piano piano il circolino si è offerto di prepararci dei pasti caldi per pranzo a Natale.
E piano piano, piano piano come una palla di neve diventa valanga, il piano piano è diventato forte forte.
La strada è ancora lunga, non si risolverà facilmente e si dovrà lottare ancora a lungo per ciò che è giusto. Ovvero in primis il rispetto del lavoro e della dignità dei lavoratori.
Non vorrei addentrarmi in metafore più grandi di me, ma quello che è successo mi fa pensare alle parole di un prete che tempo fa mi disse “Gesù si manifesta in simboli umili e indifesi”.
Ora noi lavoratori non siamo certo un bambinello, abbiamo 20 anni per gamba (almeno), e non ricorriamo a bue e asinello per scaldarci, abbiamo giacche e bruciamo i pallet... però al momento siamo la parte debole, la parte che viene lasciata a casa senza discussione, la parte che deve fare gruppo e fare squadra per opporsi all'ingiustizia di una multinazionale.
Molta gente lo è venuta a sapere e non ci sta, e quello spirito di umanità così potente di cui parlava il prete ora lo comprendo: è ciò che ha spinto tutti a sostenerci, a difenderci contro l'ingiustizia e la prevaricazione, quello spirito che è Amore, di cui parla la nostra tradizione cristiana, ed è il combustibile che ci ha regalato la solidarietà di così tante persone.
Sono pressoché certo che nessuno delle perone che ha manifestato la propria vicinanza abbia il CARTELLONE appeso in casa!
Non ne hanno bisogno.
I valori da seguire, se ci sono, ce li abbiamo nell'anima, te le insegna la famiglia, la scuola, gli amici, l'oratorio, la vita, il baretto... non serve un CARTELLONE.
GRAZIE.

I lavoratori VOSS di via Stoppani

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