Economia

Confindustria fa il punto sulla situazione economica lecchese

Un quadro in generale miglioramento rispetto ai livelli di febbraio: è quanto emerge dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido  sul mese di marzo.

Confindustria fa il punto sulla situazione economica lecchese
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Un quadro in generale miglioramento rispetto ai livelli di febbraio: è quanto emerge dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido  sul mese di marzo. Un'analisi, quella realizzata da Confindustria Lecco Sondrio che mette in luce che su fronte occupazionale, dove si registra la stabilità come indicazione prevalente, emerge una maggiore incidenza delle indicazioni di aumento, rispetto a quelle di riduzione.

Confindustria fa il punto sulla situazione economica lecchese

“Rispetto ai mesi precedenti l’indagine registra un miglioramento complessivo, anche se lo scenario continua ad essere disomogeneo e il sentiment, in larga parte positivo, che emerge dal campione di imprese deve fare i conti con le dinamiche distorsive che stanno interessando le materie prime di pressoché tutti i settori - sottolinea il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva. Aumenti dei prezzi anche molto significativi, scarsa reperibilità e ritardi nelle consegne delle commodities stanno generando non poche criticità per le aziende associate e rischiano di tramutarsi in un freno per la fase di recupero che si sta avviando”.

“L’avanzamento della campagna vaccinale, che ci auguriamo possa procedere in modo sempre più spedito anche grazie alla disponibilità garantita dalle imprese - continua Lorenzo Riva - sostiene la fiducia di tutto il sistema nella possibilità di un vicino ritorno alla normalità, con il conseguente impulso a consumi ed investimenti”.

“I miglioramenti degli indicatori che sono stati registrati in marzo - commenta il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - non si colgono ancora sul fronte dell’occupazione, che resta comunque orientata ad una diffusa stabilità. I giudizi, seppur qualitativi, rivelano comunque un miglioramento rispetto a quanto registrato nelle ultime edizioni dell’osservatorio congiunturale rapido e accanto alla stabilità fanno emergere una maggiore incidenza delle indicazioni di aumento, rispetto a quelle di riduzione. Inoltre il quadro complessivo è influenzato dall’utilizzo della cassa integrazione, alla quale le imprese stanno ancora ricorrendo. Alcuni comparti sono infatti più attivi di altri, condizionati sia dai periodi di chiusura determinati dalla pandemia, sia alla disponibilità di materie prime che impatta sui ritmi di produzione”.

Gli ordini

Per quanto attiene gli ordini, le realtà di Lecco e di Sondrio rivelano un quadro dai toni simili nel quale risulta però più marcata la differenza tra crescita della domanda, indicata da quasi la metà del campione, e rallentamento, che interessa circa una realtà su dieci.

Nel dettaglio gli ordini sul mercato domestico migliorano per il 48,7% delle imprese, sono stabili per il 41% mentre rallentano per il 10,3%.

La domanda estera cresce invece per il 46,4% del campione, si mantiene sui valori del mese precedente per il 43,7% e diminuisce per il rimanente 9,9%.

La produzione

L’indicatore associato alla produzione mostra per le aziende di Lecco e Sondrio un miglioramento, in linea con quanto esaminato per il campione dei tre territori globalmente considerati.

Il 44,7% delle realtà aderenti all’Osservatorio comunica un mantenimento dell’attività produttiva di febbraio, il 46,1% indica un aumento, mentre il restante 9,2% segnala una diminuzione.

Il tasso medio di utilizzo degli impianti risulta pari al 78,4%, in crescita di oltre tre punti percentuali rispetto al dato registrato lo scorso novembre (75,3%).

Le realtà di medie dimensioni confermano un tasso di utilizzo (82,5%) più marcato rispetto a quello registrato per le imprese fino a 50 occupati (75,1%). Considerando i settori merceologici di attività è riscontrabile un maggior impiego per le aziende metalmeccaniche (81,2%) rispetto a quelle degli altri settori (73,4%) e a quelle tessili (71,4%).

Il fatturato

 

Sul versante del fatturato le aziende lecchesi e sondriesi tracciano uno scenario caratterizzato da un aumento dell’intensità degli scambi che interessa entrambi gli ambiti geografici di riferimento. 

A livello domestico le vendite crescono per quasi tre realtà su cinque (58,2%), restano sui valori di febbraio per il 31,7% mentre rallentano per il 10,1%.

Le esportazioni sono considerate in espansione per il 45,1% delle aziende, stabili per il 39,4% mentre in diminuzione per il rimanente 15,5%.

Si riscontrano criticità legate all’insolvenza e a ritardi dei pagamenti da parte dei clienti per quasi un’azienda su cinque (19%).

 

Le previsioni

Le previsioni espresse per le prossime settimane dalle realtà di Lecco e di Sondrio delineano, coerentemente con quanto esaminato per il campione delle realtà delle tre province, una situazione di diffusa conservazione dei livelli di marzo a cui si accompagna però una maggior incidenza di indicazioni di crescita rispetto a quelle di diminuzione.

Nello specifico, in circa due casi su tre (65,8%) sono comunicate aspettative stabili, nel 25,3% è ipotizzato un aumento, mentre nel restante 8,9% una diminuzione.

Per quanto riguarda l’orizzonte temporale di visibilità sugli ordini, il 22,8% delle imprese lecchesi e sondriesi indica portafogli sufficienti a coprire poche settimane di attività, una realtà su due (50,6%) segnala un orizzonte temporale di pianificazione di qualche mese, il restante 26,6% indica livelli di domanda sufficienti per oltre un trimestre.

 

Le materie prime

Anche le imprese di Lecco e di Sondrio hanno dovuto far fronte a serie criticità nelle operazioni di approvvigionamento delle materie prime.

Nel corso degli ultimi mesi, nove realtà su dieci (89,5%) hanno registrato incrementi dei listini di acquisto, che hanno determinato impatti significativi sui costi di produzione nell’88,2% dei casi.

L’incremento delle quotazioni delle commodities ha causato un aumento dei prezzi di vendita per il 18,2% delle aziende, una contrazione del profitto per il 15,2%, mentre per il restante 66,7% si registrano entrambe le ricadute.

Oltre alla crescita dei prezzi le aziende hanno segnalato di aver dovuto far fronte a difficoltà di approvvigionamento che hanno riguardato l’estensione dei tempi di consegna nel 64,3% dei casi, la riduzione delle quantità approvvigionate nel 31%, nonché una diminuzione della qualità nel 4,8%.

Gli istituti di credito

 

L’analisi dei giudizi comunicati dalle aziende lecchesi e sondriesi con riferimento alle condizioni praticate dagli Istituti di credito conferma sostanzialmente quanto esaminato a livello congiunto. L’indicazione prevalente risulta essere la stabilità, segnalata dal 92,1% del campione, a cui si accompagnano giudizi di miglioramento per il 2,6% e peggioramento nel 5,3% dei casi.

Per quanto riguarda invece il giudizio formulato riguardo la liquidità aziendale, si registra soddisfazione per il 43,6% del campione, la situazione è considerata nella norma per il 48,7%, mentre per il rimanente 7,7% occorre intervenire.

 

Il quadro occupazionale

Il quadro occupazionale per le imprese lecchesi e sondriesi si mantiene anch’esso orientato ad una diffusa stabilità ma, a differenza di quanto esaminato congiuntamente, è rilevabile anche una maggior incidenza di indicazioni di aumento rispetto a quelle di riduzione.

Nel dettaglio la situazione è considerata stabile rispetto ai livelli di febbraio per il 78,5% del campione, in miglioramento per il 17,7%, in peggioramento per il rimanente 3,8%.

In marzo la quota di aziende che ha indicato di aver usufruito di ammortizzatori sociali si attesta all’11,4%.

Le previsioni per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi risultano orientate alla conservazione dei livelli per circa tre realtà su quattro (74,6%), indicano un aumento per il 20,3% e una diminuzione per il rimanente 5,1%.

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