Confartigianato: “Sostegni alle Pmi per tutto il 2021 e riforme strutturali”
Riva: “Confidiamo che il prossimo Decreto Legge Imprese preveda la dotazione finanziaria adeguata a sostenere gli imprenditori anche nel 2021"

Confartigianato Imprese in all’audizione IERI sul DEF presso le Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera. “I nostri rappresentanti – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – come già avvenuto con il DL Sostegni, stanno portando avanti le istanze degli imprenditori artigiani affinché le MPMI vengano tenute in considerazione nella destinazione degli aiuti economici. Siamo convinti che le leve finanziarie nazionali ed europee devono essere usate per il sostegno e il rilancio delle piccole e medie imprese, che rappresentano il 99,4% del sistema produttivo, e per imprimere una svolta cambiando ciò che non va nel Paese con riforme strutturali del fisco, della Pa, del mercato del lavoro, del welfare, della giustizia civile”.
Confartigianato: “Sostegni alle Pmi per tutto il 2021 e riforme strutturali”
“Confidiamo – prosegue Riva – che il prossimo Decreto Legge Imprese preveda la dotazione finanziaria adeguata a sostenere gli imprenditori anche nel 2021 con nuovi contributi a fondo perduto e misure per coprire le spese fisse, in particolare attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta sugli affitti e sulla sanificazione. Va superato il criterio del ristoro circoscritto alla perdita di fatturato media di un solo mese del 2020 e il limite del 30% di calo di fatturato per accedere al contributo a fondo perduto, poiché secondo elaborazioni su un panel di nostri associati, circa il 40% delle imprese presenta una perdita di fatturato inferiore alla soglia del 30%. E’ indispensabile, quindi, introdurre uno spostamento che permetta di godere del beneficio, seppur in misura più ridotta, alle imprese con un calo del fatturato almeno del 15%”.
Altrettanto necessarie, secondo Confartigianato, nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e la proroga per tutto il 2021 di quelle in essere, senza l’obbligo per le banche di riclassificare il debitore in ‘negativo’ o in ‘insolvente’ e riattivando la flessibilità che l’EBA aveva concesso alle banche europee all’inizio della crisi economica. Va anche estesa la durata della garanzia pubblica da 6 anni ad almeno 15 anni per permettere alle imprese di diluire il proprio impegno finanziario su un arco di tempo più lungo.