Bassani, Mostra Artigianato: «Un’edizione nel segno del rinnovamento»
Il nuovo presidente del Comitato promotore spiega la sua innovativa visione, fra arte e digital
E’ tutto pronto per l’edizione 2024 della Mostra Artigianato: la tradizionale manifestazione sarà di nuovo protagonista a Lariofiere di Erba da mercoledì 30 ottobre a domenica 3 novembre. Per l’occasione abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Flavio Bassani, imprenditore e nuovo presidente del Comitato promotore della Mostra Artigianato.
La Mostra Artigianato quest’anno porta una dicitura particolare, ovvero «50+1». Ci può spiegare il significato di questa scelta?
Siamo alla 51esima edizione e per una precisa scelta stilistica e logica abbiamo voluta chiamarla «50+1», per evidenziare il nostro cinquantesimo anniversario, celebrato l’anno scorso, ma anche perché il «più» richiama all’innovazione. L’imminente Mostra sarà infatti qualcosa di diverso: non vogliamo «archiviare» i cinquant’anni appena trascorsi, ma aggiungere qualcosa in più. Sarà un’edizione nel segno del rinnovamento, un’occasione per riportare alcune tematiche essenziali, che nel tempo sono rimaste un po’ nell’ombra, complice la frenesia quotidiana. Ripartiamo dunque dalla parola «artigianato».
Qual è la visione dietro il termine «artigianato» oggi?
Artigianato ha come radice la parola «arte» e i due termini si sposano spontaneamente. I nostri artigiani non sono semplicemente produttori, ma esprimono la loro anima, il loro cuore e la loro mente attraverso il lavoro. Questo connubio tra arte e artigianato dà vita a prodotti e servizi unici, che raccontano storie, tradizioni e innovazione. Il mondo dell’artigianato è cambiato: oggi non parliamo solo di falegnami e sarti, ma di artigiani digitali, esperti di nuove tecnologie, artisti emergenti. È un settore che si evolve per rispondere alle nuove esigenze e alle nuove opportunità.
Ci saranno quindi novità che vanno oltre l’artigianato tradizionale?
Assolutamente sì, all’interno della Mostra ospiteremo un’esposizione d’arte realizzata da giovani artisti emergenti. Perché chi sceglie di vivere della propria arte dovrebbe avere più difficoltà rispetto, per esempio, a un falegname? Inoltre vogliamo dare voce e visibilità anche a chi lavora con mezzi digitali, che non sempre sono considerati al pari dell’artigianato tradizionale. Avremo varie forme d’arte, dalla pittura e scultura alle tecnologie digitali più avanzate, come la digitalizzazione e i filmati, fino a dispositivi studiati per supportare chi affronta problematiche di salute. Qui entra in scena l’artigiano digitale.
Ci illustra meglio cosa intende per «artigiano digitale»?
Un artigiano digitale è chi, con creatività, manualità e competenze tecnologiche, crea prodotti o servizi che possono essere personalizzati e che nascono dalla passione e dal talento. È una figura che investe il proprio tempo e le proprie abilità per realizzare un lavoro su misura, e per questo va considerato artigiano a tutti gli effetti. Questo tipo di artigianato comprende, ad esempio, chi sviluppa applicazioni, chi crea contenuti digitali, ma anche chi progetta soluzioni tecnologiche per rispondere a bisogni specifici, come quelli della salute.
Un’altra parola chiave di questa edizione è «famiglia», giusto?
Sì, vogliamo mettere in luce la dimensione familiare delle imprese artigiane. Molte sono a conduzione familiare e i collaboratori sono spesso considerati parte di un nucleo più ampio. Il lavoro artigianale, quindi, non solo crea posti di lavoro, ma ha anche un impatto sul tessuto sociale e territoriale, perché è radicato nella comunità e spesso collabora con realtà locali. Queste aziende artigiane sentono l’esigenza di dare qualcosa in cambio alla società e di contribuire allo sviluppo locale.
Ci può raccontare come è iniziato il suo coinvolgimento con la Mostra?
Faccio parte del comitato della Mostra da tre anni, sono stato coinvolto da Confartigianato Lecco per dare il mio contributo alle edizioni 49 e 50. Quest’anno mi è stato proposto di assumere la presidenza, un’esperienza che ho accettato con entusiasmo e con l’obiettivo di portare novità. La mia idea è introdurre innovazione senza perdere di vista le tradizioni e le pratiche che funzionano. Con Lariofiere, ad esempio, abbiamo lavorato per attirare nuovi artigiani alla fiera e offrire una rappresentanza di aziende che potesse essere più ampia.
Quali saranno alcune delle novità più attese della 50+1 edizione?
Sicuramente non ci si potrà perdere l’inaugurazione: sarà presente Afran, artista camerunense, che eseguirà una performance speciale. Sabato, inoltre, sarà una giornata dedicata alle famiglie, con laboratori per ragazzi e bambini dai 3 ai 14 anni, attività creative, lavorazione del miele e tanto altro. Ci saranno poi altre esibizioni artistiche durante il giorno, pensate appositamente per la Mostra. Come accennato in precedenza, ci sarà anche la partecipazione di nuove aziende, con cinque artigiani lecchesi che saranno presenti per la prima volta, aumentando il numero complessivo dei partecipanti a circa 170.
Cosa si augura che i visitatori portino a casa da questa edizione?
Il nostro obiettivo è far incontrare le persone, far sì che si parlino e scoprano le tante opportunità che offre il nostro territorio. È un invito a valorizzare le attività locali, a conoscere i professionisti che rendono speciale il nostro tessuto sociale. Vogliamo che il pubblico viva questa Mostra come un’occasione di scoperta, socialità e connessione con l’artigianato nelle sue mille sfumature.