Lavoro

1600 lecchesi ancora in Cassa integrazione

"Le problematicità legate ai rincari del prezzo dei beni energetici e le difficoltà di reperimento delle materie prime per le aziende potrebbero avere riflessi negativi sull’occupazione"

1600 lecchesi ancora in Cassa integrazione
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Il 3° rapporto UIL del Lario, marzo 2022, sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco rileva che nel mese di marzo 2022, rispetto allo stesso mese dell’anno 2021,  è in diminuzione la richiesta dell'ammortizzatore sociale su entrambe le sponde del Lario. Non solo, ma anche il  confronto tra le ore di cassa integrazione di marzo 2022  con quelle febbraio 2022 fa  registrare un segno meno.

1600 lavoratori lecchesi in Cassa integrazione

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Guardando la richiesta di cassa integrazione nei due distretti principali delle due Province nel periodo gennaio-marzo 2022 e confrontato con lo stesso periodo dell’anno passato si evidenzia una diminuzione nel settore metalmeccanico e nel settore tessile in entrambe le Province e lo stesso vale per tutti i settori produttivi, industria, artigianato e terziario.

1.602 i lavoratori in cassa a Lecco tra gennaio e marzi di quest'anno (12 mesi prima erano7.225 in più e a febbraio erano oltre 1800) mentre a Como sono 4.720. Anche le ore dei fondi di solidarietà diminuiscono nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato in Lombardia in tutti i settori tranne che nell’edilizia.

"Nel mese di marzo sembra che la situazione economica non abbia subito grosse conseguenze dalla guerra tra Russia e Ucraina, rispetto al resto del paese, ma se si valutano i dati del primo trimestre 2022, nello specifico le ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate, si assiste ad una crescita della richiesta di ore in entrambe le Province rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, più marcata a Como, ciò sta a significare difficoltà strutturali delle aziende -   sottolinea Salvatore Monteduro, Segretario Generale CST UIL del Lario   - Resta, quindi, una forte preoccupazione per il futuro, considerando anche le problematicità legate ai rincari del prezzo dei beni energetici e le difficoltà di reperimento delle materie prime per le aziende, una situazione che potrebbe avere riflessi negativi sull’occupazione".

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