Intervento della Polizia di Stato

Vivevano a casa di un ragazzo disabile e gli rubavano la pensione: quattro arresti

Dopo mesi di sfruttamento la vittima ha allertato gli agenti della Polizia: arrestati tre giovani uomini tunisini e una donna

Vivevano a casa di un ragazzo disabile e gli rubavano la pensione: quattro arresti
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Una storia di fragilità e di dipendenza hai danni di un ragazzo disabile, vittima di un gruppo di cittadini extracomunitari che, grazie all'intervento della Polizia di Stato, ora sono in carcere. Una storia, riportata dai colleghi di Prima Monza, che andava avanti da mesi e finita poco dopo mezzanotte di martedì 10 luglio dopo che la vittima, un ragazzo con disabilità, ha trovato il coraggio di chiedere aiuto alla Polizia raccontando loro che all'interno della sua abitazione a Monza vi erano alcuni cittadini extracomunitari.

Vivevano a casa di un ragazzo disabile e gli rubavano la pensione: quattro arresti a Monza

Dal racconto fatto, gli agenti hanno appurato che le persone indicate si erano stabilite nel suo appartamento nel quale avevano occultato sostanza stupefacente utilizzata sia per il consumo, sia per la vendita. Con tutte le cautele necessarie per tutelare la vittima, gli operatori della Polizia hanno così concordato il ragazzo una modalità per poter entrare nell’appartamento.

Gli operatori di Polizia, hanno, quindi, fatto irruzione nell’appartamento nel quale sono stati bloccati, immediatamente, le quattro persone presenti, tre giovani uomini tunisini e una donna. Alla vista dei poliziotti, uno di loro si è scagliato contro uno degli operanti cercando di guadagnare la fuga, mentre un altro, approfittando della situazione, ha svuotato diversi involucri contenenti sostanza stupefacente spargendoli per l’intera abitazione.

Riportata la situazione sotto controllo, la successiva perquisizione domiciliare ha permesso di trovare in casa materiale che per gli agenti è fortemente connesso all’ipotesi che l’appartamento fosse utilizzato come centrale di spaccio. Le quattro persone fermate e condotte in Questura per i successivi adempimenti, sono risultate con numerosi precedenti per reati in materia di stupefacenti e contro la persona.

Una storia di fragilità e dipendenza

Dietro al fatto di cronaca, come detto, una storia di fragilità e dipendenza sfruttata dal gruppo che, approfittando della tossico dipendenza della vittima, gli ha dapprima venduto la sostanza stupefacente, per arrivare – in virtù di presunti debiti non pagati per la cessione – a impadronirsi della sua vita, entrando nella sua casa e sottraendogli anche quel poco di denaro che gli serviva per sopravvivere, privandolo addirittura del cibo.

Questa “brutta storia”, che andava avanti da mesi, la vittima è riuscita a raccontarla tutta intera sentendosi protetto e non giudicato dai poliziotti ai quali si era rivolto, i quali hanno raccolto prove sufficienti per “incastrare” i carnefici e sottoporli alla misura della custodia cautelare in carcere.

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