Giornata internazionale

Violenza sulle donne, a Merate 120 vittime in meno di un anno

L'anno della pandemia è stato il più difficile anche per decine di donne, che nel territorio meratese hanno chiesto aiuto al centro gestito dalle volontarie dell'associazione L'altra metà del cielo.

Violenza sulle donne, a Merate 120 vittime in meno di un anno
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Oggi, mercoledì 25 novembre 2020, ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E l'anno della pandemia è stato il più difficile anche per decine di vittime, che nel territorio meratese hanno chiesto aiuto al centro gestito dalle volontarie dell'associazione L'altra metà del cielo, che ha tratteggiato un quadro a dir poco inquietante.

Amalia Bonfanti

Violenza sulle donne, nel Meratese 120 vittime nel 2020

Sono numeri impressionanti, seppur parziali visto che alla fine dell’anno manca ancora un mese abbondante, quelli registrati in questi mesi dal sodalizio fondato nel 1997: alla metà di novembre le vittime accolte attraverso lo sportello di Merate sono state 120. Un numero destinato a crescere e a superare le cifre degli anni scorsi.  «Nel 2019 sono state 128, quest’anno sicuramente raggiungeremo una sorta di triste record, perché abbiamo già alcuni incontri in agenda per i prossimi giorni e poi c’è ancora tutto il mese di dicembre - racconta la presidente Amalia Bonfanti - Il 68% delle vittime, quindi di fatto due su tre, sono italiane. Un dato, questo, che è in costante crescita».

Marzo e aprile i mesi più duri

I mesi più complicati nella gestione delle donne vittime di maltrattamenti sono stati marzo e aprile, quelli caratterizzati dal lockdown totale provocato dalla prima ondata del Covid. «Noi offriamo ormai da anni il servizio di supporto telefonico, ma ovviamente nella maggior parte dei casi queste donne hanno bisogno anche di un incontro, di scambiare due parole dal vivo con le nostre volontarie, perché anche la presenza fisica è importante - spiega la presidente Bonfanti - Durante le settimane di isolamento è stato difficile organizzarsi con le telefonate. Spesso avvenivano in orari anomali, nonostante il nostro numero (lo 039-990067, ndr) sia attivo 24 ore su 24: si approfittava dell’uscita per la spesa, oppure di una breve assenza del marito o compagno, cercando di ottimizzare quei pochi minuti per scambiarsi tutte le informazioni necessarie».

Ben 24 minori ospitati

Ancor più difficile è stata la gestione delle case rifugio. «Durante i mesi del lockdown avevamo esaurito i posti, a oggi da inizio anno abbiamo ospitato 15 donne e 24 minori - continua la presidente - Quest’ultimo dato è spaventoso: di solito arrivavamo a occuparci al massimo di una decina di bambini all’anno, nel 2020 sono più che raddoppiati, il che ci ha costrette a un grosso sforzo, perché questi minori durante il lockdown avevano la necessità di prendere parte alle lezioni a distanza». E anche in questo senso le volontarie hanno fatto un mezzo miracolo. «Nel giro di pochi giorni abbiamo dovuto acquistare diversi computer per consentire ai bambini di non perdere le lezioni di scuola e per questo voglio ringraziare di cuore le tante persone che ci hanno aiutato, oltre ovviamente ai nostri riferimenti in Regione che ci hanno dato sostegno». Per non parlare dei tamponi. «Prima di ospitare le donne nelle case rifugio andavano eseguiti i tamponi e nei giorni del picco della pandemia non è stato facile ottenerli. Fortunatamente non abbiamo riscontrato nessun caso positivo».

Molti gli aiuti ricevuti

Un anno veramente complicato, insomma, in cui le volontarie hanno operato quasi esclusivamente in situazioni di emergenza. «Con un incremento così importante dei casi abbiamo dovuto spendere molte risorse per le scorte a magazzino, le spese sono state elevate anche se gli aiuti non sono mancati. Una cosa ci è mancata e continua a mancarci: non poter andare nelle scuole a svolgere attività di sensibilizzazione. In questo crediamo molto e speriamo di poter tornare a farlo al più presto».

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