Nell'hub ex Philips (ora chiuso)

Vaccini scomparsi e ritrovati nella spazzatura: denunciata un'infermiera

Le fiale erano state ritrovate nel cestino dei rifiuti speciali

Vaccini scomparsi e ritrovati nella spazzatura: denunciata un'infermiera
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Settantasei fiale di vaccino sparite all’improvviso nell'hub ex Philips di Monza (ora chiuso) e ritrovate il giorno stesso nella spazzatura.

Vaccini scomparsi e ritrovati nella spazzatura

Un fatto che, quando accaduto - a fine maggio dello scorso anno e dunque nel pieno della campagna di immunizzazione - aveva indignato e destato non poche polemiche.

Ma la responsabile è stata identificata, come raccontano i colleghi di primamonza.it. Si tratta di una delle infermiere all’epoca in servizio al centro vaccinale di via Philips (chiuso a inizio marzo di quest’anno) e che è stata denunciata. Il reato configurato è quello di interruzione di pubblico servizio e danneggiamento aggravato.

"Stressata dal lavoro e dal dibattito sui sieri"

Secondo quanto ricostruito, a spingere l’infermiera a sbarazzarsi delle fiale sarebbe stato - secondo quanto da lei stessa riferito agli agenti della Polizia di Stato - l’esacerbarsi del dibattito tra chi era favorevole al vaccino e chi invece era contrario.

L’intensificarsi delle divisioni, insieme a problemi personali e allo stress legato al lavoro che stava svolgendo, avevano dunque portato la donna a sottrarre i sieri dal frigorifero in cui erano conservati per poi sbarazzarsene buttandoli in uno dei cestini delle postazioni dedicate proprio alla somministrazione.

Le indagini della Polizia di Stato

A condurre le indagini erano stati gli agenti della Questura di via Montevecchia, intervenuti sul posto non appena il personale del centro vaccinale si era accorto dell’ammanco.

Le fiale Pfizer sparite (e ancora integre) erano state ritrovate il giorno stesso in uno dei cestini destinati ai rifiuti speciali. Non solo avevano ancora il sigillo intatto ma al momento del ritrovamento erano ancora piuttosto fredde e dunque gli agenti erano giunti alla conclusione che il fatto risaliva a non molte ore prima.

Le indagini hanno poi condotto all’infermiera italiana che era in servizio quella mattina e che, messa davanti all’evidenza, non ha potuto fare altro che confessare.
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