Una panchina rossa in ricordo delle vittime di femminicidio durante il lockdown
Si chiamavano Larisa, Barbara, Bruna, Rossella, Lorena, Gina, Viviana, Maria Angela, Alessandra, Marisa, Susy. Sono state uccise mentre l’Italia era in quarantena: per loro la casa è stata una trappola mortale.
Anche a Solza è stata posizionata una panchina rossa per ricordare tutte le vittime del femminicidio e invitare la comunità a riflettere sulla violenza contro le donne.
L’inaugurazione era prevista per l’8 marzo, in occasione della Festa della Donna, e doveva essere accompagnata dalla mostra “Femminile singolare” al Castello Colleoni dedicata alla creatività al femminile.
Una panchina rossa in ricordo delle vittime di femminicidio durante il lockdown
Gli eventi sono saltati a causa del lockdown ma l’Amministrazione Comunale ora ha voluto comunque simbolicamente inaugurare la panchina, posizionata lungo la nuova pista ciclabile che porta al centro sportivo di via Rossini: "I numeri sono la drammatica fotografia di una strage nascosta: nel 2020 in Italia, da inizio gennaio ad oggi, le vittime di femminicidio sono state 34. Dati che nascondono terribili storie perché, dietro ad ogni numero, dietro ad ogni gelida statistica, ci sono un nome e un cognome, e un epilogo di sangue. Oltre l’85% dei femminicidi avviene tra le mura domestiche, per mano di un compagno o ex compagno della vittima e in un caso su quattro sono stati riscontrati precedenti maltrattamenti quali violenze fisiche, stalking e minacce. Soltanto nel mese di gennaio del 2020 nell’arco di una settimana, sei donne sono state brutalmente uccise. Quasi una al giorno" commenta la sindaca Maria Carla Rocca.
Aumento delle richieste di aiuto
Le violenze nei confronti delle donne non si sono fermate nemmeno durante il lockdown. In questo periodo i centri antiviolenza hanno continuato la loro attività registrando un aumento del 73% delle richieste d’aiuto ma, nonostante questo, da marzo a maggio molte donne si sono ritrovate sole con il proprio aguzzino, senza poter uscire a cercare aiuto e senza potersi rivolgere ai centri d’ascolto perché sorvegliate giorno e notte dal partner violento.
Troppe vittime
Proprio per questo la panchina è dedicata a tutte le donne che subiscono violenza ma in particolare proprio alle 11 vittime di femminicidi avvenuti in Italia nel periodo della quarantena: "Si chiamavano Larisa, Barbara, Bruna, Rossella, Lorena, Gina, Viviana, Maria Angela, Alessandra, Marisa, Susy. Sono state uccise mentre l’Italia era in quarantena: per loro la casa è stata una trappola mortale. Assassinate da mariti, compagni, padri, fratelli, addirittura figli e nipoti. Undici femminicidi in undici settimane. La violenza sulle donne ha molti volti. Si tratta di un crimine contro cui tutti, gli uomini per primi, sono chiamati a combattere> conclude la Sindaca Carla Rocca