Una scelta inevitabile

Troppe spese, Palazzo Prinetti chiude

Mantenere l'edificio simbolo della città di Merate costa 25mila euro all'anno.

Troppe spese, Palazzo Prinetti chiude
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Di Sabina Zotti (dal Giornale di Merate del 9/3/2021)

Palazzo Prinetti, simbolo di Merate, verso lo svuotamento e la chiusura definitiva. Troppo costosa e impegnativa la sua gestione perché la parrocchia, che è proprietaria dello storico e scenografico immobile, possa continuare a farsene carico.

Palazzo Prinetti verso la chiusura

E’ questo il destino che attende il palazzo che con la sua inconfondibile torre è diventato il simbolo della città. Sul suo ipotetico recupero si sono scritti negli anni fiumi di parole e spesi propositi elettorali puntualmente smentiti dai fatti. E tuttavia, dopo decenni di sogni ad occhi aperti, è purtroppo arrivato il momento di guardare in faccia la realtà: la parrocchia non solo non dispone dei capitali necessari alla riqualificazione dell’imponente immobile ma non può più neppure permettersi di continuare a sostenerne i costi di gestione. «La parrocchia se ne è fatta carico per 70 anni dal punto di vista economico, culturale e pastorale ma ora non ce la fa più - ammette laconico il prevosto don Luigi Peraboni - Per questo abbiamo deciso di svuotare l’immobile così da staccare le utenze e cominciare a risparmiare su quelle. L’obiettivo è quello di pagare nel prossimo futuro solo l’Imu e gli interventi strettamente necessari nella prospettiva di un’eventuale transennatura finale», aggiunge il prevosto consapevole di essere ormai giunto alla fine di un vicolo cieco.

Mantenerlo costa 25mila euro all'anno

«Negli anni la parrocchia ha dato all’Amministrazione comunale la propria disponibilità ad alienare l’immobile e a valutare le ipotesi più diverse - continua il prevosto - Abbiamo anche ricevuto visite di persone interessate ad un eventuale acquisto ma poi non se ne è mai fatto niente anche perché il problema è sempre lo stesso: poi cosa ne facciamo? Anche perché a porre vincoli sulla futura destinazione del Castello è anzitutto il carattere storico e monumentale dell’immobile. Anche stimare il suo valore è tutt’altro che semplice. Quanto può valere infatti un palazzo come il nostro? E poi se è vero che la parrocchia è interessata a valutare una proposta di acquisto, non è però disposta a svendere il complesso, anche perché l’eventuale ricavato verrebbe poi reinvestito nella quattro comunità afferenti alla parrocchia di Sant’Ambrogio». Tra Imu, ordinarie spese di gestione e qualche intervento imprevisto Palazzo Prinetti costa alle casse parrocchiali, e in fin dei conti ai fedeli meratesi, circa 25mila euro l’anno, di cui oltre 15mila euro solo di Imu.

Caritas e Centro di ascolto traslocheranno in Santa Marta

La Caritas e il Centro di ascolto, che da anni hanno la loro sede nei locali che si affacciano sul cortile del pozzo troveranno casa in Santa Marta. «L’ex chiesetta non ha bisogno di lavori di ristrutturazione ma solo di una bella ripulita, perché i locali ci sono stati riconsegnati dopo 25 anni piuttosto sporchi. Una volta terminata la sistemazione, la Caritas e il centro di ascolto potranno traslocarvi. Quanto alle due famiglie che vivevano nel Castello, ci siamo dati da fare per trovare loro una sistemazione alternativa: una famiglia ha già traslocato mentre l’altra lo farà entro l’estate. Rimangono poi solo gli alpini, che non è detto possano rimanere dove sono. La parrocchia avrebbe già una soluzione alternativa per loro e se non ricordo male anche il comune si era impegnato a trovarne una. In ogni caso ne riparleremo anche perché non c’è alcuna fretta, soprattutto in questo momento».

Cosa ne sarà del castello?

Cosa ne sarà di Palazzo Prinetti una volta chiuso al pubblico e con i tempi che corrono non è facile prevederlo. «Per come la vedo io dovrebbe essere un bene della città per cui sarebbe auspicabile che se ne facesse carico l’Amministrazione comunale, che però avrà anche lei i suoi conti da fare - conclude il prevosto - Una cosa però tengo a precisare affinché sia chiara a tutti: chiudiamo palazzo Prinetti, ma non perché sia pericolante. L’immobile è sicuro, non cade a pezzi, ma è chiaro che non dispone di quelle certificazioni di sicurezza richieste dalle attuali normative».
Interpellato in merito il sindaco Massimo Panzeri risponde con un sospiro: «Anche volendo l’Amministrazione comunale non può acquistare Palazzo Prinetti, la legge non ci permette di acquisire al patrimonio pubblico immobili se non a fronte di situazioni di comprovata necessità. E non è questo il caso. Quanto agli alpini, che comunque non sono iscritti agli albi delle associazioni comunali, vorrei che continuassero a rimanere al Castello solo per evitare di abbandonare l’immobile al suo destino. Una soluzione per loro comunque ce l’avrei. Ne parlerò con il prevosto con cui ho intenzione di riprendere al più presto i colloqui».

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