"Treno fantasma", nessun patteggiamento
Il convoglio era partito da Paderno d'Adda senza macchinista ed era stato fatto deragliare a Carnate

Nessuna richiesta di patteggiamento o rito abbreviato per i sei dipendenti di Trenord imputati di disastro colposo in relazione al deragliamento del "treno fantasma" di Carnate, avvenuto ad agosto 2020.
"Treno fantasma", nessun patteggiamento
Il processo ha preso il via mercoledì 12 luglio davanti al gup di Monza Angela Colella, che ha fissato un calendario di udienze a partire dal prossimo settembre. Gli imputati discuteranno dunque l’udienza preliminare, senza chiedere altri riti.
Sono sei gli imputati coinvolti in presunti reati, contestati a vario titolo, di disastro ferroviario e depistaggio, in relazione all’incidente del «treno fantasma»: il convoglio regionale Milano Porta Garibaldi-Paderno D’Adda che, fermo al binario di Paderno, il 18 agosto 2020 si avviò da solo, a seguito di un guasto al sistema frenante, dopo essere stato lasciato incustodito dal macchinista e dal capotreno.
Sono sei le persone a processo
Oltre a questi ultimi, sono coinvolti anche due membri della squadra manutentiva, che avevano sottoposto a revisione l’impianto frenante, senza essersi accorti di un malfunzionamento dello stesso, nonché due figure dirigenziali di Trenord, ovvero il direttore della manutenzione e il responsabile del deposito locomotive Milano Fiorenza.
Per i due dirigenti l’accusa è di "frode in processo penale e depistaggio" poiché, "intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario", avrebbero fatto "rimuovere", e poi avrebbero "occultato" i pezzi malfunzionanti del sistema frenante. Il treno era stato condotto da remoto, ed era stato fatto deragliare su un binario morto a Carnate, nel vimercatese.
Un solo ferito
Il bilancio fu di un solo ferito (un nordafricano che si era addormentato sul treno) che aveva riportato lesioni lievi. Dalle analisi della "scatola nera" del treno, era emerso un "trafilamento" del rubinetto del freno, che faceva passare aria in una condotta, aumentando la pressione all'interno e quindi "sfrenando" il convoglio. Anomalia verificatasi nello stesso periodo anche a un altro treno alla stazione di Brescia.