Una tragedia senza giustizia

Travolta e uccisa, dopo un mese il pirata della strada è ancora libero

Era il 23 dicembre quando Ambra De Dionigi venne rinvenuta priva di vita lungo la ciclopedonale che costeggia la Superstrada 36 a Gaggio di Nibionno

Travolta e uccisa, dopo un mese il pirata della strada è ancora libero
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Travolta e uccisa lungo la pista ciclopedonale che costeggia la Superstrada 36 a Gaggio di Nibionno: dopo un mese il pirata della strada che ha travolto Ambra De Dionigi è ancora libero.

Travolta e uccisa, la morte di Ambra ancora avvolta nel mistero

Non è ancora stato rintracciato il guidatore che, a bordo di un furgone di colore chiaro, ha investito e ucciso nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 dicembre Ambra De Dionigi, 29enne originaria della Valsassina.

Una tragedia che resta avvolta nel mistero e alla quale le indagini, condotte dai Carabinieri del Comando provinciale di Lecco, non sono ancora riuscite a dare una risposta.

Il corpo della giovane, che abitava a Pasturo con la famiglia ma aveva girato mezza Europa per scoprire nuove culture e lavorare a contatto con la natura, raccogliendo ad esempio mele o impegnandosi nella vendemmia, era stato ritrovato all’alba del 23 dicembre sulla strada ciclabile che costeggia la Strada Statale 36 in località Gaggio, nel territorio comunale di Nibionno.

La giovane, vestita con abiti casual e senza documenti, era stata identificata nei giorni successivi: a quanto pare la sera antecedente al ritrovamento si trovava da amici proprio a Nibionno, ma si era allontanata da sola a piedi per una passeggiata o forse per fumarsi una sigaretta.

Stando alle immagini delle telecamere che presidiano la zona, la 29enne sarebbe stata investita da un furgone chiaro, il cui conducente non si sarebbe fermato per soccorrerla, condannandola così a morte certa.

Ad oggi l’assassino di Ambra è ancora senza un nome e a nulla sono valsi gli appelli della famiglia della giovane, del sindaco di Nibionno Laura Di Terlizzi né del parroco don Antonio Fazzini, che celebrando le esequie della ragazza aveva chiesto al suo investitore di assumersi le responsabilità di quanto accaduto e costituirsi.

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