Spaccio di droga nel Lecchese: 5 arresti e un latitante
Arresti in piazza Diaz a Lecco e a Valmadrera
Spaccio di droga nel Lecchese: 5 arresti e un latitante. Oltre 1000 clienti, 7000 dosi di morte vendute, un giro d'affari da 240mila euro, un anno di indagini, cinque arrestati e un indagato che al momento è latitante. Sono questi i numeri dell'operazione "Minor" (dal soprannome del capo del gruppo di spacciatori, un "ragazzino" classe 2003) portata a termine dagli uomini della Squadra mobile della Questura di Lecco. Una maxi indagine contro lo spaccio di droga, i cui dettagli sono stati illustrati oggi, mercoledì 27 novembre 2024, che ha svelato, ancora una volta, il radicamento del fenomeno di uso di sostanze stupefacenti sul nostro territorio, cocaina, hashish, ma soprattutto eroina.
Fiumi di droga a Lecco e nella cintura: 5 arresti e un latitante
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecco, sono partite nel maggio del 2023 dopo un arresto per spaccio in stazione a Civate. Sì perchè come sottolineato dal procuratore capo Ezio Domenico Basso e dalla dirigente della Squadra Mobile Simona de Luca il gruppo che è stato sgominato con gli arresti scattati tra il 21 e il 22 novembre 2024, agiva in un'area ben precisa, tra il centro di Lecco, ed in particolare la zona della stazione ferroviaria, e le aree boschive di Civate, Galbiate, Valmadrera, Abbadia Lariana e Mandello.
Tre degli arrestati, tra i quali proprio il giovanissimo "Minor", sono stati fermati in stazione a Lecco la sera del 21. Altri due indagati sono finiti in manette all'indomani, a Valmadrera, in una operazione effettuata con il supporto della Polizia Locale. Tutti sono di origine marocchina, senza fissa dimora (dormivano in giacigli di fortuna nei boschi della droga o venivano ospitati dai tossicodipendenti). Nella mattinata di lunedì sono comparsi in tribunale a Lecco per l'interrogatorio di garanzia e ora sono in carcere.
L'ipotesi di reato nei loro confronti è quella di spaccio di droga in concorso. Un gruppo di veri e propri "professionisti". Csì lì ha definiti la dottoressa Simona de Luca. Uomini che, seppur giovanissimi (il più anziano è nato nel 1996), anche con l'utilizzo di violenza e intimidazioni, soprattutto dei tossici che prendevano la droga a credito, erano stati in grado di mettere in piedi un imponente e articolato giro di narcotraffico.
"Diversi gli stratagemmi utilizzati per tentare di aggirare i controlli delle forze dell'ordine. "Innanzitutto avevano diviso i clienti, che ordinavano la droga via telefono utilizzando dei giri di parole, in diversi gruppi. Ad ogni gruppo corrispondeva una utenza telefonica - L'acquirente richiede uno specifico quantitativo di droga e contrattava il prezzo. Così lo spacciatore consegnava solo quella specifica dose. Questo gli permetteva, in caso di controllo, di simulare di avere con sé la sostanza stupefacente per uso personale, evitando così l'arresto". Non solo, ma gli spacciatori non si facevano quasi mai vedere in faccia dai loro clienti. "Indossavano spesso dei passamontagna e solo una ristretta cerchia di acquirenti, i più fidelizzati, era autorizzata a conoscere il loro viso".
E ancora, nel gruppo esistevano dei ruoli ben precisi: alcuni fungevano da vedetta e avvisavano quelli che cedevano delle dosi, dell'arrivo degli acquirenti, ma anche dell'eventuale sopraggiungere delle forze dell'ordine.
La particolarità di questo gruppo era quella di agire sia nei cosiddetti "boschi della droga" ma anche nei centri urbani. Fulcro del narcotraffico, come detto. la centralissima zona di piazza Diaz a Lecco, teatro, a ripetizione di periodo di violenza che però, al momento, non vengono contestati agli indagati.
"Quella portata a termine è una operazione veramente molto importante - ha sottolineato il procuratore capo Ezio Domenico Basso - Crediamo di aver debellato un sodalizio che agiva con violenza e nella convinzione assoluta di poter restare impunito. Non voglio fare proclami anche perché siamo consapevoli che le forze che vengono messe in campo nella lotta allo spaccio di droga sono in partenza destinate a una sconfitta perché il fenomeno è molto radicato nel territorio lecchese e non solo. Siamo certi che ci sono già spacciatori pronti a prendere il posto di questi cinque arrestati, ma non per questo il nostro impegno non è assolutamente costante contro il narcotraffico".